XCIV

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Loki mi aveva portato nella stanza delle reliquie utilizzando un passaggio segreto dei suoi: ci lanciammo in acqua, nuotammo in una caverna sotterranea e riapparimmo nel retro del castello. Entrammo e scendemmo nei sotterranei dove non ero mai stata. Passammo lungo un corridoio scuro e buio, Loki prese il teschio di Surtur e continuò a camminare, ma si fermò quando vide un cubo da cui proveniva una forte luce blu.
-Reggi questo.
Mi passò il teschio e si avvicinò al cubo.
-Cos'è?
-Il Tesseract...
-A cosa serve?
Mi guardò e sorrise.
-Potrebbe esserci utile...
Lo prese e poi lo fece sparire con la magia. Decisi di non fare domande e andai oltre. Mi portò davanti ad una fiamma splendida che emanava una fortissima potenza.
-È la Fiamma Eterna.
Disse Loki. Posai una mano in quel fuoco e mi sentii invincibile.
-Devo evocare Surtur?
Loki annuì. Posai sul fuoco il teschio. Alzai i palmi delle mani verso l'alto. Mi concentrai e mi inventai qualcosa.
-Dalla Fiamma Eterna...tu rinasci.
Si propagò qualcosa dentro di me, chiusi gli occhi e sentii le mie interiora bruciare intensamente. Quando li riaprii, notai che il teschio si stava muovendo e la fiamma divampò. Sentii il bisogno di toccarla, e lo feci, quindi questa divenne ancora più alta. Loki mi prese per mano.
-Dobbiamo andare o sarà un disastro.
Evocò il Tesseract, feci in tempo a toccare di nuovo quelle fiamme e fummo inghiottiti da un portale oscuro, poi apparimmo tra un gruppo di persone che subito si allontanò. Eravamo nella nave assieme agli altri asgardiani: eravamo salvi. Iniziai a cercare i miei figli.
-Magnus! Isbrann!
-Isbrann!
Mi fece eco Loki. La gente ci guardava perplessa, ma non mi importava.
-Madre, siamo qui!
Ricevei risposta e vidi Isbrann svettare sulle spalle di suo fratello. Corremmo da loro e ci riabbracciamo. Magnus andò verso l'oblò della nave e indicò fuori.
-Guardate.
Mi avvicinai e vidi un Gigante di Fuoco uccidere e colpire Asgard con la sua enorme spada. La nostra casa era perduta e noi la stavamo guardando bruciare e morire, senza poter far nulla. Mi venne un'idea.
-Loki, posso limitare il fuoco!
Scosse il capo.
-Se Hela deve morire, Asgard deve farlo perché accada.
Mi sentii vuota e in lutto. Loki mi abbracciò.
-Cos'è quello?
Chiese Isbrann. Mi voltai e vidi Hulk lanciarsi contro Surtur, gli diede un pugno ma poi si fermò. Lo vidi andare verso Thor e Valchiria, li imbarcò, scattò un saltò e raggiunse la nave. I portelloni si aprirono ed entrarono. Magnus corse verso il padre e timidamente mi avvicinai anche io. I due si abbracciarono.
-Figlio mio...
-Padre...
Chiusero gli occhi e continuarono a stringersi per minuti interi, poi si lasciarono e Thor lo baciò sulla fronte. Abbracciò anche me, ma sta volta fu più breve.
-Ci hai salvato...
-Ho distrutto Asgard.
-No...non hai distrutto proprio niente...
Mi diede l'impressione di star provando a baciarmi, quindi mi allontanai. Loki era dietro di me e mi scontrai con il suo petto.
-Ehi...
Sussurrò al mio orecchio. Lo presi per mano e ci allontanammo. Isbrann venne con noi e ci appartammo in uno stanzino molto accogliente, con un divanetto stile sakaariano. Mi sedei, Loki con me e lasciò un posticino per Isbrann tra di noi.
-Appoggia il tuo culetto qui.
Gli dissi mentre era davanti a noi che ci guardava con il muso lungo. Scosse il capo.
-Fai i capricci?
Chiese Loki a bassa voce. Isbrann si sedette sul pavimento a gambe e braccia incrociate.
-Magnus non è mio fratello.
-Certo che è tuo fratello.
-Ma tu non sei il suo papà.
-Ma tua madre è sua madre.
-Perché?
Ci guardò con i suoi occhi grandi e chiari.
-Isbrann, quando ero più giovane, ero innamorata di Thor, e con lui ho avuto Magnus; poi mi sono innamorata di tuo padre e insieme abbiamo avuto te.
Gli dissi con dolcezza. Sollevò le sopracciglia, si alzò dal pavimento e venne da me. Posò le mani sul mio ventre.
-Di chi è questo?
Toccai le sue piccole mani.
-È il mio pancino.
-C'è un bambino qui. Di chi è?
Guardai Loki terrorizzata. Isbrann schiacciò la faccia sul mio grembo.
-Ehi! Mi senti?
Non sapevo cosa fare. Loki prese Isbrann e lo fece sedere tra di noi.
-Come lo sai?
-Io...non lo so, sento qualcosa qui.
Mi toccò di nuovo sotto l'ombelico. Quella notizia mi aveva lasciata di stucco. Loki si alzò e si mise seduto vicino a me. Mi prese le mani e mi guardò con gli occhi lucidi.
-Perché non me lo hai detto?
-Non lo sapevo nemmeno io!
Loki sorrise.
-E pensare che...stavo per abbandonarti...
Mi prese per il viso e mi baciò. Io ero ancora frastornata, non sapevo se essere felice o preoccupata. Loki posò la schiena sul bracciolo del divano. Posai la guancia sul suo petto, Isbrann si intrufolò e si rannicchiò adagiando la testa sul mio seno.
-Grazie...
Sussurrò.
-Per cosa?
Chiesi.
-Per essere tornati a prendermi.
Lo baciai sui capelli e Loki mi accarezzò la nuca. Alzai gli occhi su di lui e lo vidi piangere. Lo baciai. Passammo circa un'ora in silenzio e abbracciati. Isbrann si era addormentato, ma Loki ed io eravamo troppo sconvolti per farlo. Avevo gli occhi chiusi, ma ero sveglia, e la mia mente era vuota, un fischio acuto mi ronzava nelle orecchie. Bussarono alla porta. Loki mi accarezzò.
-Amore...
Mi chiamò con voce calda e piena. Mi alzai delicatamente per non svegliare Isbrann, poi andai ad aprire.
-Ehi...
-Vi abbiamo disturbato?
Chiese Magnus in un sussurro. Mi voltai e vidi Isbrann rannicchiato sul petto di Loki. Lui ci guardava e sembrava che si stesse quasi vergognando nel mostrarsi buono e tenero mentre coccolava suo figlio. Fissava Thor in silenzio, come se temesse di essere deriso e ferito.
-Non...non ci avete disturbato.
Dissi con cortesia. Thor entrò continuando a guardare Loki.
-Fratello.
Lo salutò Loki con freddezza.
-Non sono mai riuscito ad immaginarti nei panni di un padre.
-Anche tu lo sei.
Guardò Magnus.
-Sì, ma non ho potuto vederlo crescere. È già adulto, e io mi sono perso...i suoi primi venticinque anni. Posso...accarezzarlo?
-Non lo so, puoi?
Thor ritirò la mano che aveva allungato verso Isbrann.
-Loki.
Lo chiamai.
-Che c'è? Non ha diritto di farlo.
-Vuole solo accarezzarlo.
Loki guardò Thor.
-Muoviti.
Abbaiò. Thor sorrise e sfiorò con la mano la nuca del bambino. Notai che Magnus abbassò la testa e sospirò.
-Possiamo parlare?
Gli domandai. Lui annuì. Loki prese in braccio Isbrann e si avvicinò alla porta, poi mi baciò.
-Comportati bene...
Sorrisi.
-Non devi andare se non vuoi.
-Voglio che parliate e risolviate la questione. Isbrann ha bisogno di silenzio.
Mi baciò di nuovo ed uscì. Rimanemmo io, Thor e Magnus. Thor andò a sedersi, aveva un sorriso idiota sul volto.
-Sono così felice di vedere che mio fratello è finalmente cambiato. Credevo in lui e ho fatto bene a non perdere la speranza.
-Ti ringrazio per non aver detto queste cose di fronte a lui.
Mormorai. Spostai gli occhi su Magnus.
-Stai bene? Com'è andato questo periodo?
Accarezzai i suoi capelli.
-È stato...pesante. Quando Hela è arrivata, ha subito fatto fuori Volstagg e Fandral, poi si è diretta a castello. Isbrann era nervoso, non faceva altro che piangere e urlare, ma ho capito qual era il problema solo quando ho guardato fuori dalla finestra e ho visto quel...mostro camminare per le strade di Asgard, verso il castello. Ho preso Isbrann e siamo scappati. Potevo provare a proteggere il castello, ma non ci sono riuscito. Io...mi sento in colpa per tutte le persone che sono morte.
Abbassò gli occhi.
-I soldati si sono schierati contro di lei e quel giorno...tutti hanno perso la vita, compreso Kristoffer.
-Voi dov'eravate nel frattempo?
Chiese Thor.
-Ci siamo nascosti nel bosco, Kristian era con noi e ci ha ospitato in una casa in mezzo alla foresta che apparteneva alla sua famiglia. Una notte, Heimdall è venuto a bussare e ci ha spiegato cosa stava succedendo e che stava cercando di salvare quante più persone possibili, quindi ci ha portati in un rifugio nelle montagne. L'ho aiutato, e ogni giorno davamo asilo a centinaia di asgardiani.
Lo abbracciai.
-Sei stato forte, Mag.
Mi allontanò.
-Non lo sono stato, avrei potuto sfidarla. Io ero il Re in quel momento, e sono scappato per primo.
-Magnus, non sfidando Hela, hai salvato la tua vita e quella di tuo fratello. Io ho combattuto contro di lei e ho perito.
Thor si toccò lo zigomo sotto l'occhio mancante.
-Mi è mancato il coraggio!
Magnus alzò la voce.
-Coraggio? Qualche volta il coraggio è stupidità di fronte al pericolo. Se tu l'avessi attaccata, saresti morto, Magnus. Hai fatto bene a non metterti in un tale pericolo.
Provai a rincuorarlo.
-Madre, io ero il Re. Mi sarei dovuto sacrificare.
Thor si alzò in piedi. Prese Magnus per la nuca e lo avvicinò a sé.
-Tu non hai scelto di esserlo e non vuoi esserlo. In questo momento, io sono il Re di Asgard, ma mi credi se ti dico che non lo voglio? Da giovane, il Trono era l'unica cosa che volevo. Era tutto chiaro nella mia mente: avrei messo incinta tua madre, ci saremmo sposati, e alla morte di Odino, io sarei diventato il Re e Aura la mia Regina. Poi...si sono susseguiti così tanti eventi negativi che mi hanno tolto la forza necessaria per essere un Re, quindi ho iniziato ad essere attratto sempre di meno dalla Corona. E ora, mi trovo ad essere un Re senza terra, non voglio ma devo accettare l'incarico per dare una speranza al mio popolo. Tu...sei il mio erede, ma non ti obbligherò.
Magnus lo prese per il colletto. Erano entrambi maneschi anche se parlavano tranquillamente.
-Io non voglio essere Re, ma se devo, lo diventerò.
Si abbracciarono. Mi sentivo egoista: io volevo essere Regina e credevo di averne anche i requisiti, ma rimasi in silenzio. Si allontanarono.
-Pare che...Loki diventerà Re, dopo tutto.
Disse Thor.
-Un Re deve essere amato dal popolo. Lui ha ingannato tutti per più di tre anni, e adesso non è tollerato. Loki non è la persona giusta, e nemmeno lui è più interessato come un tempo.
-Tu?
Chiese Thor.
-Io, cosa?
-Tu hai sempre voluto essere Regina. Ti andrebbe?
Abbassai il capo.
-Io...ecco, io...
Thor mi sollevò per le cosce.
-La futura Regina di Asgard!
Gridò. Ebbi un flashback di quando inneggiava a me come sua Regina il giorno in cui da ragazza finii a letto con Thor, Ragnar e Fandral, e il mio cuore sobbalzò.
-Ehi! Sei pazzo? Fammi scendere!
Mi girò verso di sé continuandomi a reggere, poi mi abbracciò, aprii le gambe e lui si spinse tra di loro con il busto. Stavo abbracciando praticamente la sua testa. Alzò il capo e mi guardò.
-Vi...lascio da soli.
Magnus si scagliò contro la porta e uscì. Guardai l'occhio viola e gonfio di Thor.
-Riesci ad aprirlo?
Scosse il capo.
-Mi fa veramente male...
Sfiorai la sua palpebra e l'ematoma iniziò a sparire.
-Adesso va meglio...
Mi accorsi che la sua pelle era molto calda. Posai una mano sulla sua fronte.
-Hai la febbre, dovresti riposare.
-Sto bene...
-Devo vedere se hai un'infezione e se hai perso definitivamente l'occhio.
-Preferisco rimanere così per sempre.
Sorrisi.
-Ragazzi.
Una voce di donna ci chiamò. Nell'angolo della stanza c'erano mia madre e Freyr. Thor mi fece scendere da lui e mi allontanai.
-Cosa ci fate qui?
Freyr reggeva in mano una ciotola di legno che passò a Thor.
-Bevi.
Thor non si fece nessuna domanda, bevette e svenne. Freyr lo intercettò e lo fece stendere sul divano.
-C'è dell'alcol?
Mi chiese. Guardai gli armadietti sotto lo specchio della stanza, mi chinai e trovai delle bottiglie. Capii che una era alcol puro e gliela passai, si lavò le mani e iniziò a lavorare sul viso di Thor. Guardai mia madre.
-Come mai qui?
-Immagino che tu voglia parlarmi. Sai di me e Frigga, tu e Thor siete-
-Ormai lo so, sono a posto così. Non mi interessa altro. Magnus non lo saprà.
Sembrava invecchiata e addolorata.
-Aura, sei ancora arrabbiata con me?
Rimasi in silenzio. La risposta la sapeva già.
-Aura...mi sono comportata male con te.
-Con me? Solo con me? Ti sei dimenticata di Loki?
-Signore.
Ci chiamò Freyr. In mano aveva l'occhio di Thor e mi sentii svenire.
-Per cortesia, mi serve concentrazione.
-Se fosse per me, sarebbe anche potuta non venire.
-Devo parlarti, Aura.
La guardai ed uscii dalla stanza, lei mi seguì nell'anticamera, dove trovai Loki che teneva sulle gambe Isbrann, il quale mangiava dei biscotti assieme a Magnus. Ci guardarono in silenzio. Magnus si alzò in piedi.
-È una tua amica, madre? Come ho fatto a non accorgermi mai di una tale bellezza?
-Magnus, è tua nonna.
Gli caddero gli occhi fuori dalle orbite.
-M-mia nonna? MIA NONNA?
Gli portai una mano davanti alla bocca.
-Non gridare!
-Ah, tranquilla...Magnus, è un piacere conoscerti. Sono Freya, immagino che tu sappia che-
-Sei la dea della Passione e della Bellezza; sono onorato di conoscerti.
Era scattante ed eccitato. Loki si avvicinò tenendo Isbrann per mano.
-Freya, non è un piacere rivederti.
Disse con uno splendido sorriso. Lei arrossì e abbassò gli occhi.
-Loki, io volevo chiederti perdono per il mio comportamento.
Guardò Isbrann e gli si avvicinò con il viso.
-Ciao, piccolo...
Placcai il bambino e lo presi in braccio prima che lei potesse toccarlo. Indietreggiai.
-Non ti avvicinare. Sai che lui è il figlio dell'uomo che amo, fatti bastare questo e non credere di istaurare alcun rapporto. Puoi andartene, per cortesia?
-Aura, non mi trattare in questo modo...sono tua madre e mi pento di ciò che ho fatto. Ero preoccupata: partorire un bambino come Isbrann, per te sarebbe stato un suicidio. Adesso state bene e-e sono felice.
Mi abbracciò e glielo lasciai fare, poco dopo si allontanò.
-Immagino tu sappia che sono incinta.
Annuì.
-Lo so, e voglio darti la mia benedizione.
-Incinta?
Chiese Magnus. Annuii.
-Isbrann lo ha captato.
Soppesai il bambino e gli diedi un bacio sull'orecchio. Freyr si affacciò con le mani sporche di sangue.
-Ho fatto. Andiamo, Freya.
-Sì, un attimo.
Mi toccò il grembo e disse una preghiera in norreno antico, poi si allontanò. Accarezzò Isbrann e abbracciò Magnus, poi si girò verso Loki.
-Spero tu abbia la forza di perdonarmi...
Mi guardò.
-Lo stesso vale per te, figlia mia.
Andò mesta verso Freyr, insieme girarono l'angolo e scomparvero.

La Regina degli déiWhere stories live. Discover now