XLIII

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Passò circa un mese e nulla accadde. La nostra vita era molto monotona, ma mi divertivo a vedere Ragnar e Loki litigare. Una notte ero riuscita ad incontrare Magnus: fu bellissimo rivederlo e poterlo stringere tra le mie braccia, ma gli feci giurare di non parlare della nostra presenza e soprattutto di non provare a venirmi a trovare, sarei andata io da lui.

Iniziai a preoccuparmi a causa della lunga assenza di Thor e gli uomini non riuscivano più a rimanere chiusi in casa, invece io ero più che abituata quindi quel periodo di clausura non fu un vero problema. Loki usciva minimo quattro volte al giorno modificando il suo aspetto, Ragnar invece aveva iniziato a correre per i boschi e arrampicarsi in ogni luogo possibile della casa per allenarsi. La sua attività preferita era agganciarsi al retro delle scale come un prosciutto e iniziare a fare trazioni; ogni tanto chiedeva di aggrapparmi al suo busto così che il peso fosse maggiore, ma o finivamo per fare sesso oppure mi prendeva la nausea ed ero costretta a lasciare la presa. Non gli avevo confidato che probabilmente aspettavo un bambino, sia perché non ne ero completamente sicura, sia perché non volevo dargli un'altra ragione di stress. Eravamo sul divano e mi accarezzava le gambe. Quella giornata era la più calda in assoluto da decenni, ma in quel momento si era alzata una dolcissima brezza proveniente dal mare che ci stava cullando. Ragnar si alzò da me e mi baciò la fronte, poi si avvicinò alla porta di uscita.

-Dove vai?

-Ho delle compere da sbrigare.

-È il turno di Loki.

Si infilò la maglia e mi baciò.

-Ho delle compere speciali da sbrigare.

Ammiccò, si tirò su il cappuccio del suo mantello ed uscì. Chiusi le palpebre e provai a dormire, ma mi sentivo osservata e quando riaprii gli occhi mi trovai davanti il viso di Loki. Mi allontanai. Si sedette vicino a me, poi si voltò di schiena e si stese posando la nuca sopra il mio basso ventre. Chiusi gli occhi e mi lasciai avvolgere da quella leggera sensazione piacevole che mi scaturì.

-Voglio parlare con te.

-Questa non è una posizione comoda per parlare.

-Hai ragione.

Si voltò e si arrampicò a quattro zampe su di me. Posò un dito sotto il mio mento e sollevò il mio capo.

-Pensi che questa sia migliore?

Chiese Loki con voce profonda e suadente. Non riuscii a rispondere.

-Tu sei riuscita a sollevare il martello di Thor.

Sorrise. Lo guardai e deglutii.

-L'ho fatto molte volte dato che abbiamo anche un fi-

Posò una mano sulla mia bocca.

-Non sto parlando di quello, piccola depravata. Il Mjöllnir, il martello di Thor che solo i degni possono sollevare.

Tolse la mano.

-Sarà pieno di gente degna là fuori.

-Ti sbagli. Non riesco a credere che il frutto di un concepimento inaccettabile, due déi appartenenti a diverse categorie, sia degno. Mi sorprendi ogni giorno sempre di più, Aura.

-Scendi da me.

Scandii. Loki si tolse e io mi alzai dal divano. Mi sentivo in imbarazzo, ma avevo intenzione di fare una cosa. Mi girai versi di lui, mi avvicinai e lasciai che posasse la fronte sul mio addome. Passò le mani dietro le mie cosce e mi sedei sopra le sue gambe. Mi guardò e sorrise.

-Aura, Aura, Aura...

-Loki, Loki, Loki...perché non fai un bel bagno rilassante, non ti metti il migliore abito che hai acquistato di recente e non vai a farti un giretto in un bel bordello?

La Regina degli déiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora