XXXV

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Magnus aveva sempre le mandibole in movimento: non faceva altro che masticare e ingerire cibo, oppure bere e ruttare. Si comportava da animale, ma Thor rideva e si complimentava. Andavano d'accordo, ma non passavano tanto tempo insieme, e credetti che fosse meglio così dato che più entravano in confidenza, più sarebbe stato complicato per loro accettare di essere padre e figlio invece che due semplici amici. Quella sera ci fu una grande festa per il mio ritorno, e francamente mi mancava essere adorata in quel modo, ma non provavo gioia come prima, anzi mi sembrava quasi di non meritare quel momento di grande gloria avendo perso i miei poteri. Ragnar era vicino a me e mi teneva la mano sotto il tavolo, mentre Mark era alla mia destra mentre parlava con Fandral. Probabilmente nessuno se n'era accorto e mi piaceva sentirmi così: al limite del fattibile mentre tutti potevano beccarci da un momento all'altro. Lasciò lentamente la mia mano e salì con due dita sulla mia coscia. Lo guardai e afferrai il mio coltello. 

-Ti uccido, mi stai solo rendendo tutto più difficile. 

-Non ho fatto nulla. 

Notai una strana luce nei suoi occhi. Mark si girò verso di me, prese il suo bicchiere di vino e si avvicinò al mio orecchio. 

-È la prima volta che ti vedo con la gonna... 

Ammiccò e tornò a parlare con Fandral. Ragnar mi guardò e iniziò a disegnare cerchietti con le dita sulle mie calze. 

-Che ti ha detto?

-Nulla che possa interessarti. 

Leccò il dorso del suo cucchiaio e guardai in basso stringendomi la stoffa della gonna. 

-Devi smetterla. 

-E tu devi pazientare. 

Succhiò il suo pollice guardandomi negli occhi. 

-Io sono la dea della Passione, non tu.

Sorrise come se avesse qualcosa in mente. Si girò e alzò un braccio. 

-Puoi portarci un'altra caraffa di acqua?

Chiese ad una giovane e lei rapida si avvicinò a noi a testa china. Si mise tra di noi, si allungò sul tavolo un po' troppo sensualmente e quando stava per posare la brocca, questa gli scivolò dalle mani e cadde sul tavolo inondandomi. La sommessa confusione si arrestò e la ragazza fermò ogni suo movimento, poi mi guardò inorridita.

-Ti prego, Signora, non era mia intenzione...mi sono distratta solo un attimo.

Alzai le mani e fermai le sue suppliche. 

-Non devi disperarti, non è successo nulla di male. Certo della buona acqua è andata sprecata, ma non è colpa tua. 

Lei si allontanò continuando a chiedere perdono e io mi alzai. Quell'abito leggero mi si era incollato al corpo e mi stava dando fastidio, quindi mi allontanai verso l'uscita. Thor e Magnus si alzarono contemporaneamente. 

-Stai bene?

Domandarono all'unisono. Si guardarono e strinsero le palpebre. Sembrava che io non c'entrassi nulla in quel concepimento, ma che Thor si fosse auto-ingravidato per poi deporre il suo uovo al mio interno. 

-È solo acqua, non vi preoccupate. 

Mi voltai e me ne andai rapidamente per l'imbarazzo. Entrai in camera, mi asciugai e cambiai i miei abiti. Non sapevo se tornare o meno nella Sala Grande, e mentre ragionavo sui pro e i contro, bussarono alla mia porta. Credetti fosse Ragnar o chiunque altro che voleva sapere se andasse tutto bene, ma quando aprii trovai quegli occhi grigi come nuvole guardarmi dall'alto. Era lui, il mostro con la faccia da angelo.

La Regina degli déiWhere stories live. Discover now