LXXVI

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Loki mi accarezzava con i pollici la pancia mentre ero seduta sopra le sue gambe. Eravamo felici insieme, nella silenziosissima e vuota Sala del Trono, a coccolarci con amore.
-Aura...mi racconti qualcosa della tua vita da pirata?
Guardai Loki e sorrisi imbarazzata.
-Lo vuoi sapere davvero?
-Certo...
Si morse delicatamente il dorso della mano.
-Be'...abbiamo assaltato navi, catturato uomini in cambio di riscatti profumati e depredato villaggi.
I suoi occhi brillarono.
-Eccitante. Qual è stata la missione che ti ha coperto più di gloria?
Presi la sua mano e accarezzai le sue dita con le mie.
-Una volta, ho quasi perso la vita e, be', è stata una bella scarica di adrenalina.
-Raccontami di più...
Lo baciai e accarezzai i suoi capelli.
-Mi avevano fatto prigioniera per tre giorni.
-Prigioniera?
Annuii.
-Ero appesa al soffitto con delle catene che mi stringevano i polsi. Sotto di me c'era un cratere nel terreno, e sul fondo di questo si contorcevano dei serpenti. Ogni giorno che i miei non portavano il riscatto chiesto, le catene si allungavano sempre di più e io dondolavo sempre più vicina ai rettili.
-Chi ti ha rapita?
Sorrisi.
-Rapita? Mi sono offerta volontaria.
Loki sollevò le sopracciglia colpito.
-L'ho fatto perché l'aguzzino era particolarmente avvenente. Mi biasimi?
Loki rise.
-Non può essere vero...
Annuii.
-Oh, sì. Mi girava attorno e mi guardava. Una volta al giorno mi faceva scendere e mi nutriva. Mi imboccava come se fossi stata una bambina, mi asciugava la bocca con le sue dita, mi liberava i polsi e mi spingeva le mani in secchi d'acqua fredda per placare il dolore che le ferite delle catene mi procuravano. Al terzo giorno ci sono finita a letto, l'ho ucciso e sono scappata.
Loki si tirò su con la schiena e strabuzzò gli occhi.
-Non ci credo...
-Smettila con questa miscredenza.
Sorrise e mi spinse seduta sulla patta dei suoi pantaloni.
-Supponiamo che la tua storia sia vera: tu hai ucciso un uomo.
-Uno di molti...
Chiuse gli occhi e sentii la patta riempirsi.
-Questo mi eccita.
-No, tu hai l'alzabandiera perenne.
Posai le mani sul gonfiore e Loki sorrise.
-Ed è colpa tua, Aura.
Iniziammo a baciarci. Sentimmo rumore di passi nella stanza, quindi scesi da lui e mi girai verso l'entrata. Vidi mia madre e mio padre davanti a me.
-Ciao, Aura.
Disse Apollo. Il suo corpo non era attorniato dall'aura di luce che lo accompagnava sempre, senza di essa appariva quasi malato, spento, vuoto e freddo.
-Perché siete qui?
-Aura, sai che volevamo parlarti.
Anche mia madre sembrava senza sentimenti.
-Parlare a tutti e due, in realtà.
La corresse Apollo. Loki venne vicino a me.
-Siamo qui, dite cosa volete.
Li incitò.
-No, so di cosa vogliono parlare e non ho bisogno di ascoltarli...Tu non devi ascoltarli, Loki.
Lo presi per mano.
-Aura, noi vogliamo il tuo bene.
Freya venne verso di noi a braccia aperte.
-Il vostro amore non può funzionare: siete nocivi l'uno per l'altra.
Lasciai la mano di Loki.
-Spiegami perché tu vieni a dirmi queste cose quando sei stata la prima ad innamorarti di un uomo che per leggi ancestrali non potevi avere!
-Aura, io e tuo padre siamo fatti della stessa sostanza: lui è il dio dell'Arte, della Medicina e del Sole; io sono la dea dell'Amore, della Passione e della Bontà...siamo spiriti affini, anche se il nostro amore è stato ostacolato sin dal principio. Sai tu cosa sei, e sai cos'è Loki...
Loki si sporse verso mia madre.
-Un mostro? Cosa sono io, dimmelo, Freya! Io rinnego la mia natura e le mie origini, non fanno parte di me. Il mio corpo come la mia magia apparterranno sempre a Jotunheim, ma il mio cuore no, Freya, il mio cuore e la mia mente si discostano da quel Regno.
Rimanemmo un attimo in silenzio. Il petto di Loki era scosso e il mio cuore tremava. Apollo si avvicinò e cinse le spalle di mia madre con un braccio.
-Freya, i due sono stati colpiti dalle frecce di Anteros...perché non puoi accettare ciò che provano?
-Anteros? Questo non è amore vero, è solo una creazione delle loro menti. In confronto, Ade e Persefone sono la coppia migliore che Zeus abbia mai coniugato.
Mi allontanai da Loki e iniziai a camminare per la stanza. Sentivo il calore bruciare dentro di me; passai vicino ad una tenda e questa prese fuoco.
-Madre, hai detto che vuoi il nostro bene, per quale motivo stai dicendo cose del genere? Stiamo soffrendo entrambi.
-Io ho detto di voler il vostro bene, non la vostra felicità, e spesso le due cose non sono sinonimi.
Non potevo credere che quelle parole stessero veramente uscendo dalla sua bocca. La mia pelle iniziò ad emanare calore e fui avvolta dalle fiamme.
Apollo venne verso di me.
-Aura, calmati, potrebbe essere rischioso.
-Freya continua a buttare carbone nella mia rabbia: non posso arrestare questa sensazione. Perché non ve ne andate e ci lasciate in pace? Potrebbe essere un'alternativa molto gradita e apprezzata.
Loki si avvicinò e feci un salto all'indietro.
-Vuoi morire, Loki?
Anche Freya si avvicinò.
-Anche tu sai di essere un veleno per l'uomo che ami, come puoi credere di poter vivere una vita con lui?
Crollai in ginocchio.
-Che tu sia maledetta!
Mi sentii stretta in un abbraccio, aprii gli occhi e mi accorsi che si trattava di Loki. Le mie fiamme scomparvero e la temperatura del mio corpo tornò normale. Lo strinsi tra le mie braccia e mi costrinsi a smettere di piangere, poi mi resi effettivamente conto del gesto folle che aveva appena compiuto e mi allontanai.
-Ti ho ferito? Loki, perché hai fatto una sciocchezza simile?
I suoi abiti erano neri e bruciacchiati, ma non aveva ferite né in volto né da nessun'altra parte del corpo esposto, quindi lo abbracciai con ancora più forza. Ci lasciammo lentamente e vidi mia madre con il volto contrito e i pugni stretti. Loki andò verso di lei con un pugnale in mano, ma Apollo lo intercettò con il suo petto e lo fece indietreggiare.
-Meritiamo almeno delle scuse, paparino, non pensi?
-Tu volevi uccidere Freya.
-Certo che volevo.
-Se non avessi pensato a questa sciocchezza, avresti mantenuto il rispetto che provo per te.
Si allontanarono e Loki rinfoderò la daga.
-Tornatene sull'Olimpo, Apollo; e tu, Freya, porta i saluti a mia madre: la donna che ha visto sempre del buono in me, rintanato nel mio cuore a causa di persone come voi che mi credono mostro.
Mio padre abbracciò mia madre, poi venne verso di me e mi lasciò un bacio sulla fronte, posò una mano sulla mia pancia.
-Questo bambino ha la mia protezione.
Fece un passo all'indietro e scomparve nel nulla. Rimasi a guardare Freya.
-Madre, c'è qualcos'altro oltre la nostra incolumità che ti angoscia, vero? Non è quello l'unico motivo per cui non accetti il mio amore per Loki.
Scosse il capo. Sembrò tornare umana e si avvicinò.
-La creatura che tuo padre ha appena benedetto...potrebbe essere il flagello degli déi. Apprezzo il vostro amore e lo invidio, ma non posso accettare che un ibrido così potente si stia creando dentro di te. Un Gigante di Ghiaccio...figlio della dea del Fuoco...è come se la luce e le tenebre si fondessero per creare qualcosa di più grande anche di loro. Questo mi spaventa e preoccupa oltre ogni modo.
Presi le sue mani nelle mie.
-Madre, prova a vederlo solo come un bambino. Magnus è potente, ma innocuo, quindi come ho cresciuto lui, ne crescerò un secondo. Sarà buono e magnanimo, non temere.
Sorrise con amarezza.
-Purtroppo, figlia mia, le tue parole non possono nulla su quello che so e credo. Spero soltanto che questo non si ritorcerà contro di voi.
Si girò di spalle. Loki ed io ci prendemmo per mano e ci guardammo preoccupati.
-Prima di andarmene...stavo dimenticando una cosa importante.
Freya si voltò e mi sentii morire quando al suo fianco vidi Ragnar. Loki mi sorresse la schiena e mi rimise in piedi. Era bellissimo: indossava gli stessi abiti con cui era morto. Mi avvicinai a lui con il miele che traboccava dal cuore.
-Aura...
-Ragnar...
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Era solido, le sue braccia forti lo erano, e il suo petto accolse il mio capo come se fosse fatto esclusivamente per quello. Era passato circa un anno dalla sua morte e aveva smesso di apparirmi in sogno, ma era sempre con me.
-Ragnar...
Ripetei il suo nome volendomi convincere che stava succedendo davvero. Alzai il capo e accarezzai la sua barba. Mi erano mancati quegli occhi profondi e unici. Strinse le mani sui miei fianchi e avvicinò la fronte alla mia. Stava piangendo.
-Aura...ho supplicato gli déi per far sì che questo accadesse.
Mi strinse a sé con tutte le forze che aveva in corpo, poi mi lasciò e sorrise. Notai che le cicatrici sul suo volto erano svanite.
-La nostra bambina sta bene?
Annuì.
-Inizia ad assomigliare sempre più a me.
Sorrise e si asciugò le lacrime. Guardò mia madre e si avvicinò al mio orecchio.
-Hai fatto vivere a Kristian la notte più bella della sua vita: se la ricorderà per sempre e godrà solo pensandoci.
Si allontanò e mi sentii avvampare.
-Lo sai?
-Certo; mio nipote è stato molto fortunato.
Risi e mi strinsi nelle spalle. Freya si avvicinò a Ragnar.
-Dobbiamo andare.
Disse severa.
-Di già?
-Ragnar è un'anima: non può rimanere nel Mondo dei Vivi per troppo tempo.
Mi avvicinai e ci abbracciammo un'ultima volta, poi scomparve assieme a Freya. Loki mi abbracciò da dietro. Sentii un odore acre di bruciato provenire da lui.
-Ti va di fare un bagno e poi ne parliamo?
Loki si guardò gli abiti e mi prese per mano. Andammo in silenzio nella mia camera e, prima di raggiungerla, si trasfigurò in un insetto per nascondersi alle mie guardie. Da quando ero andata a letto con Kristian erano passati tre mesi e Loki, per qualche arcano motivo, non aveva licenziato nemmeno uno dei due einherjar. Arrivai davanti la mia stanza e incontrai Kristoffer, lo salutai piegando il capo e mi venne in mente di dirgli che avevo appena incontrato suo zio, ma sarebbe stato troppo difficile da spiegare. Entrai nella mia stanza e trovai Loki impegnato a spogliarsi mentre l'acqua riempiva la vasca in bagno.
-Ehi...ti serve una mano?
Domandai.
-Dovrò buttare questo completo.
Accatastò i suoi vestiti rovinati sul pavimento, poi si voltò e mi baciò.
-Sei piuttosto tranquillo nonostante quello che è appena successo.
Notai. Loki annuì.
-Perché ho la conferma che nascerà e che tu sopravvivrai. Ormai avete fatto entrambi parecchia strada...
Infilò un dito nella mia scollatura e iniziò a slacciare il mio corpetto.
-Non dovresti indossarlo ora che il tuo grembo è ben visibile.
Mi spogliò e scese in ginocchio sotto di me.
-Non sei preoccupato per quello che Freya ha detto? Potrebbe essere il flagello degli déi.
Baciò il mia addome.
-Sono già io la disgrazia degli déi, lui sarà un degno erede.
Si alzò in piedi e mi portò in bagno assieme a lui, accese qualche candela e spense le luci, poi mi prese in braccio e ci immerse nell'acqua. Gemette.
-Déi, brucia...Non credevo fosse così calda.
Mi avvicinò a sé e posò il capo sul mio.
-Stai bene, amore mio?
Mormorò e mi baciò il collo. Annuii e scivolai con la testa sul suo petto chiudendo gli occhi.
-Non sono il migliore che hai presentato a tua madre, giusto?
Sorrisi.
-Non proprio, ma tu e Thor vi contendete la posizione di più odiato. A lei e ad Apollo piaceva Ragnar, per questo gli è stato permesso di venir a farmi visita.
Loki prese un po' di acqua e mi bagnò una spalla.
-Questo mi rincuora, amore mio.
Si allungò e prese una boccetta di olio profumato tra le tante.
-No, fermo: scegline un'altra.
-Credevo che la vaniglia ti piacesse...
-Mi piace, ma ha un effetto particolare su di me: mi eccita.
Mormorai imbarazzata. Posò la boccetta e scelse il muschio.
-Oh, sei serio?
Rise.
-Aura, non è colpa mia se tutto ti eccita.
-Invece sì: non portavi altro se non questi profumi quando eravamo più giovani, e ora ho la mente deviata.
-Interessante...
Sciolse entrambe le essenze in acqua e chiusi gli occhi prendendo un grande respiro.
-Cosa vuoi che io faccia per te, mio Re?
Baciai il suo petto.
-Nulla, voglio che tu ti rilassi e ti addormenti con me...ho visto quanto hai sofferto questa sera...
Mi baciò tra i capelli e decisi di sciogliere la mente.

La Regina degli déiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora