XLVII

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-Zeus?

-Proprio lui. 

-Quello che si dice abbia un'infinità di figli e che faccia sesso con qualsiasi cosa respiri? 

-Ehi, stai sempre parlando di mio nonno. 

Mi guardò. 

-Ha fatto sesso anche con le sue stesse nipoti. 

Gli spinsi una mano in faccia. 

-Non dire mai più queste cose, va bene? 

-È la verità, non puoi negarlo. 

Mi morse un dito e io allontanai la mano. Mi girai di spalle e Ragnar mi abbracciò da dietro. 

-Anche Apollo è della stessa genia. 

-Tu gli assomigli. Magari tu stesso sei mio padre. 

-Come fai a dirlo? Non lo hai mai visto. 

Mi baciò il collo. 

-Sei un grandissimo arciere e quando sono stata male ti sei preso cura di me egregiamente. Spero che almeno non sai cantare o suonare. 

-Non ci ho mai provato. 

Iniziò a cantare dolcemente, la sua voce era profonda e leggermente rotta, ma nonostante questo mi giungeva soave alle orecchie. 

-Smettila. 

-Sono andato così male?

Scesi dal letto. Stavo iniziando a temere veramente, quindi dovevo trovare un modo per scoprire la verità.

-Dove vai?

Andai in bagno, recuperai una candela in un cassetto impolverato, riuscii ad accenderla con un fiammifero e tornai in camera. Salii a cavalcioni sopra di lui e gli presi una mano. 

-Non ci credo...

Alzò il mento. 

-Ho bisogno di essere sicura, mi hai fatto venire un dubbio enorme. 

Lo costrinsi a toccare la piccola fiamma con un dito e quasi subito ritirò la mano. La presi e vidi che il polpastrello era visibilmente rosso e al tatto era anche caldo. 

-Penso di crederti adesso. 

Guardai il suo viso oltre la candela tra le mie mani. La avvicinai al suo corpo e studiai i tatuaggi che aveva deciso di farsi: la runa di Fehu tra le parti sporgenti delle clavicole, dove il collo si attacca al petto; un groviglio di serpenti sul tricipite destro e un piccolo corvo nel palmo sinistro. 

-Ti piacciono?

-Sono innovativi. Il mio preferito è quello sulla schiena...è stata una grande prova di fiducia. 

Sorrise e mi accarezzò i fianchi. Lungo la spina dorsale si era tatuato una serie di rune che, se composte, creavano il simbolo di Freya. 

-L'ho fatto perché voglio sentirmi legato per sempre a te. 

-È un rischio, lo sai?

-Io voglio ricordarti per tutta la mia vita, anche in caso decidessi di non venire più a letto con me.

-Non lo farò mai. 

Abbassai la candela vicino al suo addome e mi chinai su di lui per baciarlo. 

-Come fai a dirlo?

Gli accarezzai lo zigomo sinistro. 

-Mi piaci...mi fai impazzire...

Mi mossi appena sul suo pacco e Ragnar chiuse gli occhi. 

La Regina degli déiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora