LXXXVI

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-Credi che dovremo combattere l'uno contro l'altra?
Gli chiesi. Sollevò i palmi delle mani verso l'alto.
-Probabile, ma non voglio farlo.
-Hai paura di perdere?
Sorrise malizioso.
-Perdere? Contro di te?
Rise.
-Be'? Non credi sia possibile?
-Cosa farai? Mi attaccherai con una candelina? Sai combattere, ma sei esile, e io mi sono allenato molto.
Irrigidì i muscoli che si mossero sotto la pelle sottile.
-Tu non hai nemmeno il Mjöllnir, cosa sei senza di lui?
Il suo umore cambiò.
-È un tasto dolente questo, Aura.
-Tu mi hai appena sminuito e io ti ho ripagato con la stessa moneta. Potrei infilarti un tacco in fronte.
Mi si avvicinò.
-Che paura...
-Vuoi provare?
Sollevai una gamba e posai il piede sul suo viso, poi iniziai a spingere il tacco tra le sue sopracciglia. Chiuse gli occhi solo dopo aver guardato sotto la mia gonna.
-Ok...ok, mi stai facendo molto male.
Abbassai la gamba.
-Chiedimi scusa, sia per quello che hai detto, sia per quello che hai appena fatto.
Sorrise e non rispose.
-Thor.
Guardò dall'altra parte.
-Thor!
Alzai la voce, ma si portò una mano davanti alla bocca per evitare di ridere.
-THOR! Smettila di ignorarmi e di comportarti come Magnus quando era piccolo!
Incrociò le gambe e si girò di schiena. Mi stavano salendo i calori. Tolsi i tacchi e appesi le gambe sulle sue spalle lasciandole scendere lungo il suo petto.
-Che stai facendo?
Domandò. Piegai le ginocchia e avvolsi il collo di Thor con i polpacci iniziandolo a soffocare. Strinse le mani sulle mie caviglie e cercò di liberarsi, ma non ci riuscì.
-Ho detto che devi chiedermi scusa.
-Sto morendo...
Rantolò. Allentai leggermente la presa, quindi lui si girò improvvisamente finendo con il volto tra le mie cosce. Gemei e arcuai la schiena. Riemerse e mi guardò sollevando le sopracciglia. Capii di aver esagerato e mi sentii in imbarazzo. Chiusi le gambe e mi sedei rivolgendogli la schiena.
-Scusa.
Sibilai. Mi sentii sollevata, mi fece sedere sulle sue gambe e mi avvolse con le sue braccia. Rimasi esterrefatta da quel segno d'affetto. Rimanemmo per molto tempo in quella posizione senza parlare.
-Siete a posto?
Disse una voce oltre la curva del corridoio. Guardai da quella direzioni e vidi apparire un essere dalle sembianze incredibili: il suo corpo e il suo viso erano interamente costituiti o ricoperti di roccia. Sollevò una mano e vidi che vicino a lui c'era un mostriciattolo viola. Thor ed io ci alzammo lentamente in piedi.
-Sono qui, il mucchio di sassi che vi saluta. Non vi spaventate: in verità credo di essere un umano. Lasciate che mi presenti, mi chiamo Korg e diciamo che sono il leader qui dentro, sono composto di sassi, come vedete, ma questo non vi deve intimidire...a meno che voi non siate composti da forbici. 
La sua voce era aggraziata e ritmica, mascolina ma piuttosto acuta. Era amichevole e capii di potermi rilassare. Iniziò a venire verso di noi. Il mostriciattolo viola ci mostrò le sue braccia composte da lame taglienti. Korg ridacchiò stupidamente.
-È una battuta: carta, forbici, sasso...
Indicò l'alieno che era con lui.
-Lui è il mio più caro amico, Mik. È un insetto e ha le mani fatte di lama.
Mik ci fece un cenno producendo un verso gutturale e poi sfoggiò di nuovo orgoglioso le armi fendendo l'aria; anche lui nonostante tutto sembrava innocuo.
-Tu sei un kronan, vero?
Supposi.
-Esatto.
-Come sei finito qui dentro?
Domandò Thor, e intanto non riuscivo a staccare gli occhi da Mik che continuava ad agitarsi per farmi mi ridere.
-Be', volevo iniziare una rivoluzione, ma non ho stampato sufficienti opuscoli, così sono venuti in pochi, a parte mia madre e il suo compagno, che detesto. Per punizione mi hanno costretto qui,  e sono diventato un gladiatore, una specie di disastro promozionale, insomma ma...
Continuò a parlare e parlare seguendo Thor che stava lentamente scappando da lui, poi Thor iniziò a correre e allontanarsi.
-...io sto continuando un'altra rivoluzione. Non so se sei interessato a roba del genere, credi che potrebbe interessarti?
Korg fece giusto in tempo a finire la frase che Thor apparve alle mie spalle. Rimasi confusa.
-Come...come si...
Ansimò non riuscendo nemmeno a formulare la domanda.
-Ah, sì...no, questo coso è un cerchio, ma non un vero cerchio, direi un cerchio un po' strambo.
Spiegò Korg. Decisi di fare io stessa una prova, quindi partii di corsa superando Thor e Korg, feci pochi passi, girai l'angolo e vidi le loro nuche. Thor si voltò e io mi avvicinai.
-Questo non ha senso!
Esclamai meravigliata di quella stranezza.
-No, niente ha senso qui. L'unica cosa che ha senso è che nulla ha senso.
Rispose il kronan. Thor ed io ci guardammo per un breve confronto di idee, poi decidemmo che sarebbe stato meglio lasciar perdere.
-Qualcuno ha combattuto contro il Campione del Gran Maestro?
Tagliò corto Thor. Korg indicò uno dei corpi stesi sul pavimento.
-Dag sì. Dag?
Alzò la voce e lo chiamò, ma non ebbe risposta.
-Oh no, Dag è morto. Sì, chiunque combatta contro il Campione del Gran Maestro, perisce. 
-Tu, allora? Sei fatto di sassi.
Gli fece notare Thor.
-Sono deperibili.
Un sassolino si staccò dalla sua schiena e cadde.
-Ecco, un altro...andato.
Disse tristemente, poi alzò il viso roccioso.
-Adesso faccio solo combattimenti minori, riscaldo il pubblico, tutto qui.
Attese un attimo. Thor ed io ci scambiammo un'ennesima occhiata e capii che secondo lui, valeva la pena provare.
-Sei sicuro?
Domandai col labiale.
-Siamo déi.
Rispose allo stesso modo. Korg portò le mani davanti a sé.
-Aspetta, mica vorreste affrontarlo.
Thor fece dondolare le braccia lungo il corpo e distolse lo sguardo.
-E invece sì, io combatterò, vincerò e ce ne andremo da questo posto.
Mi prese per mano e iniziammo ad allontanarci.
-È esattamente quello che diceva Dag. Ci vediamo, nuovo Dag.
Korg ci salutò e Thor mi portò via.
-Non possiamo farlo, è un rischio troppo grande.
Gli dissi quando ci fermammo.
-Andiamo, voleva solo spaventarci. Possiamo riuscirci, insieme.
-Io posso riuscirci, ho i miei poteri. Non puoi sapere chi o cosa ti troverai davanti: se tutti questi uomini sono morti, forse è tempo che sia una donna a provarci.
-Non lascerò che tu ti sacrifichi per entrambi. Voglio farlo io, chiusa la questione.
-Thor, non puoi obbligarmi a guardarti morire!
-Chiudi gli occhi: se non ci riuscirò io, tu proverai, e se vincerai, te ne andrai da qui, e tu e Loki tornerete ad Asgard.
Lo spintonai.
-Smettila con le stronzate.
-Sei tu ad aver iniziato.
Anche lui mi spintonò. Lo gettai sul pavimento e iniziammo a lottare.
-Non puoi farlo, Thor.
Spingevo le ginocchia sul suo petto mentre lui mi teneva per i capelli, rotolammo e salii su di lui, ma mi lanciò di nuovo sul pavimento finendo tra le mie gambe.
-Sei troppo debole.
Infierii. Lo volevo arrabbiato. Mi schiacciò una mano sul viso e io gli tirai uno schiaffo, ma mi bloccò le mani. Adesso ero immobile, non potevo muovere nulla, tranne le gambe che attorcigliai attorno alla parte bassa della sua schiena. Tolse la mano dal mio viso e ci guardammo ansimando.
-Stai buona?
Annuii.
-Me lo prometti?
-Giuro.
Lasciò lentamente le mie mani e rimasi ferma per qualche secondo. Scese su di me e accarezzai il suo viso. Stava per baciarmi, ma afferrai il suo collo. Mi accorsi che aveva un affare aggrappato alla sua pelle e quindi lo lasciai.
-Che diavolo è?
Toccai l'aggeggio.
-Se attivato con un telecomando, mi dà una scarica elettrica che mi paralizza momentaneamente. Prova a togliermelo.
Spostai i suoi capelli, presi il congegno con due dita e iniziai a tirare. Partirono delle scintille e Thor gemette, una vena del suo collo si gonfiò e decisi di abbandonare la presa.
-Non viene via.
Abbassò il capo sconfitto. Strinsi le sue braccia muscolose tra le mani e mi guardò. Ci provò di nuovo: fece cadere le palpebre e si avvicinò per baciarmi. Questa volta sollevai il viso.
-Mi dai il permesso?
Scoccò gli occhi nei miei. Non sapevo come rispondere. Scese ancora di più e chiusi gli occhi.
-Aura, io...
Appoggiai due dita sulle sue labbra prima che mi baciasse. I suoi occhi si spensero, poi si alzò e se ne andò. Rimanemmo seduti lontani, in silenzio, poi si girò di schiena e si mise in ginocchio. Lo sentii iniziare a pregare. 
-Odino, spero tu abbia preso il tuo posto nella Sala del Valhalla dove i valorosi vivranno per sempre. Noi non piangeremo, ma gioiremo per coloro che hanno avuto una morte gloriosa.
Nell'ultimo verso, una seconda voce si unì alla sua. Alzai la testa e vidi che Loki era apparso tra di noi. Lo guardai, ma non parlai. Thor si voltò e si mise seduto contro il muro allungando le gambe. Loki mi diede un'occhiata, poi portò l'attenzione su suo fratello.
-Fa male, non è vero? Quando ti mentono...Quando ti dicono una cosa e scopri che è tutto falso.
Mi rivolse uno sguardo pesante da digerire. Schiacciai le ginocchia sul petto e mi abbracciai le gambe. Mi sentivo a disagio perché per un momento avrei lasciato che Thor mi baciasse, ma almeno ero riuscita a non cadere nella tentazione. Thor raccolse una delle pietre friabili di Korg, poi la lanciò contro l'addome di Loki, ma questa lo trapassò e cadde per terra. Loki rise.
-Dai, pensavi veramente che sarei venuto a trovarti? Questo posto è disgustoso.
Mi sentii piccola e stupida. Thor prese un altro sasso e glielo lanciò.
-Vuol dire che non vuoi il mio aiuto? Non potevo compromettermi con il Gran Maestro. Lui si fida di me...è un folle, ma anche conciliante, quindi forse tu potresti unirti a me al fianco del Gran Maestro, e forse, nel tempo, potrebbe capitare un incidente al Gran Maestro e allora...
Indicò Thor con il dorso della mano.
-Tu...
Indicò sé stesso.
-...ed io...
Chiuse i pugni e fece uscire i pollici. Sembrava che io non fossi compresa nel progetto, quindi mi raggomitolai ancora di più sentendo le lacrime affiorare. Thor lanciò un altro sasso contro suo fratello che iniziò a dare segni di cedimento morale.
-Non penserai sul serio di tornare indietro. Nostra...sorella ha distrutto il tuo martello come se fosse di vetro. È più forte di noi due, è più forte di te, non hai nessuna possibilità. Capisci quello che dico?
Thor non rispose. La rabbia e il pianto mi si stavano gonfiando dentro. Loki sospirò e sorrise.
-Bene. Vuol dire che dovrò agire da solo...
Mi guardò con la coda dell'occhio.
-...come ho sempre fatto.
Calò di nuovo il silenzio e mi presi la testa tra le mani aggrappando le unghie al cuoio capelluto.
-Vuoi dire qualcosa?
Disse Loki, lo guardai credendo si fosse rivolto a me, ma in realtà stava ancora parlando con Thor, il quale rimase in silenzio.
-Di' qualcosa!
Alzò la voce.
-E che cosa dovrei dire? La tua morte è stata una finzione, hai rubato il Trono, spogliato Odino dei suoi poteri, lo hai abbandonato sulla Terra per morire liberando la dea della Morte...ti sei insinuato nella vita di Aura e gliel'hai distrutta. Ho detto abbastanza oppure vuoi che risaliamo fino a questo momento? Quando hai chiaramente espresso il tuo disinteresse per Asgard nonostante il teatrino che hai architettato per averla, o quando hai esplicitato che non te ne frega niente della donna che ti ha donato il suo cuore. Ricordo che hai un figlio ad Asgard, come ne ho uno io, e tu non vuoi nemmeno tornare per rivederlo.
Thor sorrise e guardò verso l'alto. Mi alzai in piedi e mi trascinai vicino l'ologramma di Loki. Mi sentivo trafitta da mille frecce, il mio cuore ormai era roccia. Mi chinai e raccolsi una bottiglia di birra vuota, poi la schiantai con violenza contro il viso di Loki, il quale scomparve. Fracassai la bottiglia sul muro e i vetri mi si conficcarono nella mano. Caddi in ginocchio. Thor mi venne vicino.
-Aura, no...
Scoppiai il lacrime. Mi fece sedere sulle sue gambe ed estrasse uno ad uno i frammenti di vetro, poi la mano iniziò a rigenerarsi.
-Non gli importa niente...né di me, né di nostro figlio.
Thor mi abbracciò.
-Lui che mi diceva... "vedrai, starà bene; Magnus è forte, lo proteggerà". Tutte stronzate! "Ti amo, Aura...sei l'amore della mia vita, Aura" Montagne di cazzate!
Mi strinse a sé e smisi di piagnucolare.
-Ce ne andremo da qui, torneremo a casa, fosse l'ultima cosa che faccio.
Mi promise. Lo guardai. Sembrava sicuro di sé. 
-Come faremo con Hela?
-Tu ed io siamo forti insieme.
-Non abbiamo nemmeno mai combattuto contro di lei...
-Abbiamo un'ottima intesa. Possiamo farcela, ne sono sicuro. Una volta sconfitta Hela, potremo riabbracciare i nostri figli.
-E Loki?
-Farà come desidera, noi non possiamo obbligarlo.
Accarezzai il suo viso.
-Poi potremo stare tranquilli? Tu sarai il Re?
Sorrise e mi abbracciò.
-Potremo stare tranquilli...e se lo vorrai, sarai la mia Regina, come ti prometto da quando avevi sedici anni.
Trovai la forza per sorridere.
-Pensavo che mi amasse...a questo punto, voglio solo rivedere i miei figli. Domani dovrebbe essere venerdì, giorno di festa per il Gran Maestro, quindi probabilmente domani combatterai. Vinci e torniamocene a casa.
Mi accarezzò la schiena.
-Dovremo dormire qui...e tu sei vestita in questo modo, stai comoda?
Scossi il capo.
-Tu hai un'armatura e un mantello quasi strappato: nessuno dei due è messo bene.
-Possiamo aiutarci a vicenda.
-Che intendi?
Thor si guardò in giro, poi si strappò il mantello con una mano.
-Spogliati.
Mi intimò.
-Cosa?
Chiuse gli occhi.
-Io non ti guarderò. Ti crei un vestito con il mio mantello.
Sorrisi.
-Sei pazzo?
-Andiamo, Aura, non hai nemmeno le mutandine.
Non potei non arrossire.
-Va bene, ma ho un'idea migliore.
Presi la gonna e la sollevai piegandola sulla pancia. Guardai Thor, il quale non stava tenendo gli occhi chiusi.
-Ehi.
Lo chiamai e alzò il viso.
-Scusa.
Sorrise chiudendo gli occhi. Presi il mantello che aveva in mano, guardai in giro e mi alzai in piedi. Rapidamente riuscii a ricavare un paio di pantaloni lunghi fino al ginocchio avvolgendo il mantello rosso attorno le gambe e fino a metà busto. Recuperai le mie scarpe e ruppi i tacchi creando due ballerine non troppo comode, ma sicuramente meglio di quegli affari progettati per il suicidio. Thor mi guardò a bocca aperta.
-Io non so nemmeno colorare rimanendo nei bordi...come hai fatto?
Mi venne da ridere
-Quando ero un pirata mi dovevo arrangiare.
-Strabiliante.
Mi avvicinai a Thor e lo guardai dall'alto.
-Posso sedermi?
Si posò una mano sul petto e annuì. Scesi su di lui e mi sistemai a cavallo. Sentii la sua erezione e mi vennero i brividi.
-Thor...
-Te ne sei accorta solo adesso?
-Ho voluto fare finta di niente, ma questa volta non ci sono riuscita.
Posai una mano sulla sua patta e abbassai la cerniera, ma Thor mi afferrò la mano.
-Domani devo combattere...
-La tua forza non dipende dal tuo sperma. Sei molto teso, magari rilassarti ti farebbe bene. 
-Aura, tu ami Loki.
-Loki non ama me e non ama mio figlio, tu invece mi ami e ami nostro figlio.
Aveva le guance leggermente sfumate di rosso, gli occhi brillavano. Posò la nuca sul muro, mi lasciò la mano e socchiuse le palpebre. Tirai fuori il suo membro.
-Tu mi ami, Aura?
Aprì gli occhi e io abbassai i miei.
-Ho sempre pensato tu fossi la mia anima gemella...
-Posso essere sincero?
Iniziai a temere. Mi prese in braccio e mi fece scendere sull'erezione. Posai la testa sul suo petto. Non volevo farlo, non volevo farlo assolutamente.
-Oh...Io credo che esista una parte di storia che non conosciamo...
Sussurrò ed io iniziai a muovermi lentamente.
-Che significa...
Abbracciai il suo collo mentre sentivo le lacrime rigarmi le guance. Volevo Loki, mi mancava, anche se mi aveva fatto soffrire.
-Credo che i nostri genitori ci abbiamo nascosto qualcosa...e i miei si sono portati il segreto nel Valhalla.
Presi il suo viso e lo baciai premendo la mia faccia contro la sua. Gemei sulle sue labbra. Mi stavo sforzando di farlo, come se mi sentissi costretta. Buttò all'indietro il capo tenendo gli occhi chiusi. Provavo qualcosa di veramente forte, tra odio e collera, ma non sapevo se era rivolto a me stessa, alla situazione o a Loki; fatto sta che non mi stavo rilassando, ma irritando. Thor posò la fronte sul mio seno e gemette ancora.
-Sei calda...
Decisi di chiudere la mia entrata e stringere il suo membro, quindi venne avvinghiandosi a me. Simulai l'orgasmo, mi obbligai a smettere di piangere e lo baciai di nuovo. Lo feci uscire. Thor mi guardò e mi accarezzò una guancia.
-Hai pianto.
Sorrisi e mi asciugai le lacrime.
-È stata un'emozione...unica poterlo rifare con te dopo così tanto tempo...Ne avevo bisogno.
Thor mi stese sul pavimento e si avvicinò a me. Si addormentò sul mio seno e ricominciai a piangere in silenzio.

La Regina degli déiWhere stories live. Discover now