LXXV

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Provai ad andare oltre. Ero scesa per fare colazione nella Sala Grande e non mi stupii notando l'assenza di Odino.
-Madre, dovresti mangiare.
-Sto bene così, Magnus.
-Amico, se una donna dice così, sta mentendo.
Guardai Siegfried di sottecchi che ormai viveva nel palazzo di Asgard. Arrivò Kristian e mi avvicinò a sé con un braccio.
-Tuo figlio ha ragione, Aura.
Mi baciò la guancia. Magnus schiantò una forchetta sul tavolo e questa si conficcò nel legno.
-Adesso stai con la tua guardia?
Arrivò Fandral volando con un boccale di birra in mano.
-Rispetta tua madre, d'accordo?
Disse indicando mio figlio. Magnus si alzò e se ne andò scuotendo la testa e borbottando. Sospirai.
-Fandral, è da un po' che non ti vedo.
Sollevò le sopracciglia e sorrise.
-Sono stato occupato in alcune missioni per Odino. A proposito, dov'è il vecchio Re?
Sollevai le spalle. Kristian mi posò una mano sulla coscia e ci guardammo, poi mi baciò.
-Aura, a te piacciono autorevoli...io sono uno dei Tre Guerrieri, ma non ti interesso.
Mormorò Fandral.
-Lo sai che non mi piace come baci...e sei ubriaco di prima mattina?
Gonfiò le guance e socchiuse gli occhi.
-Ubriaco è una parola eccessiva...sono dignitosamente brillo.
Sorrisi e posai una mano sul pacco di Kristian. In quel momento i portoni della Sala si aprirono e Odino entrò accompagnato da tre fanciulle. Indossava una veste larga e arancione che il vero Odino non avrebbe mai indossato davanti a tutti. La benda sull'occhio sembrava una placca d'oro, d'oro come le collane e i bracciali che indossavano le sue maitresses.
-Sembra che il Re non se la passi male dopo la morte di Frigga.
Commentò Siegfried a bassa voce.
-Sono stato con le due brunette...sono molto brave.
Disse Fandral affondando il viso nel boccale.
-Spero che almeno non abbia infilato un bambino nelle loro pance.
Mormorò Kristian. L'amico di Magnus si girò verso di noi.
-Il Re non è troppo vecchio per procreare? O per...
Chiuse la mano a pugno e sollevò l'indice lentamente. Tutti e tre mi guardarono come se fossi l'unica a poter rispondere a quel quesito.
-Odino è vecchio, ma gli déi hanno delle caratteristiche un po'...diverse da voi. Grandissima resistenza, eccellente durata, ottima capacità di...
Chiusi il pugno e sollevai l'indice come aveva fatto Siegfried.
-E il loro seme non invecchia. Il problema è se la donna è compatibile o meno con il...succo divino.
-Che intendi dire?
Domandò Fandral pulendosi la bocca. Strinsi i pugni.
-Un dio può mettere incinta solo una dea, ma una dea può rimanere gravida da qualsiasi incontro.
Quelle cose non le sapevo, ma in quel momento qualcuno stava parlando attraverso di me; esattamente ciò che accadde quando mi scoprii essere un'abilissima pianista.
-No, aspetta un momento...mi stai dicendo che tu sei l'unica in grado di continuare la stirpe divina?
Chiese Kristian sgranando gli occhi. Mi sentii minuscola.
-Esistono altre dee oltre a me...
Sussurrai.
-Sì, ma hanno scelto di vivere nel Valhalla, giusto?
Puntualizzò Siegfried. Mi alzai da tavola toccando la mia pancia.
-Scusate.
Corsi via e passai davanti il tavolo reale. Odino mi guardò e si alzò dietro di me. Mi infilai nel primo bagno che trovai sentendo un gran dolore e una forte sensazione di nausea. Qualcuno bussò sulla mia porta.
-Aura, stai bene?
Era la voce di Loki.
-Faresti meglio ad andartene immediatamente o giuro che mi metto ad urlare.
-Aura, ti prego...tralasciamo quello che è successo.
Aprii la porta e mi alzai in piedi.
-Allora sei anche al corrente di ciò che mi hai fatto! Me ne vado per...nemmeno un'ora e al ritorno ti trovo nudo con tre troie sul tuo letto. Sembra che le tratti anche bene...oro puro, giusto?
-Aura, ascoltami, ti prego.
Provò ad afferrarmi le braccia, ma mi spostai.
-No, Loki, non puoi dare alcuna spiegazione, e non osare toccarmi. Sai, io ci credevo: non puoi immaginare quante volte ho pensato di...farmi fottere da Kristian, ma ho sempre allontanato quel pensiero perché ti amavo e -stupida me- credevo che anche tu mi amassi. Pensi che anche io in questo periodo non avessi bisogno di toccare qualcuno? Ma ho sofferto e ho tenuto duro solo per te perché ero felice di rimanerti fedele! Almeno mi sono vendicata: questa notte non ho fatto altro che gemere il nome di Kristian mentre si spingeva dentro di me. Spero che le tue puttane ti abbiano soddisfatto come il mio einherjar ha fatto con me.
Mi strinsi lo stomaco e dovetti voltarmi e piegarmi sulla tazza. Loki mi resse i capelli con una mano e aspettò che finissi, poi mi allontanai e andai a lavarmi la bocca nel lavandino. Lo guardai dallo specchio senza voltarmi; sembrava un cane bastonato: occhi bassi e capo chino, braccia immobili e parallele al corpo, sopracciglia sollevate e fronte corrugata.
-Aura...io sono il male per te.
-Lo so, sei il male e non fai altro che comportarti così.
-Ti prego, ascoltami.
Presi una saponetta e questa si sciolse come la cera. La abbandonai nel lavello e mi voltai a braccia conserte.
-Ti ascolto perché vorrei capire cosa ti è saltato in mente. Ho anche lasciato Steve per te, ti rendi conto?
Smisi di parlare o non saremmo riusciti a chiudere la situazione. Venne verso di me e posò le mani sul bordo del bancone vicino ai miei glutei.
-Io sono il ghiaccio, tu sei il fuoco. Tu stai covando nostro figlio, il quale potrebbe essere un dio come potrebbe essere un gigante di ghiaccio. In questa seconda evenienza...il tuo corpo non sarebbe adatto al suo sostentamento e probabilmente uno di voi due morirà. Vedi cosa mi fai quando spesso mi tocchi?
Prese la mia mano e si bruciò.
-Pensa se succedesse con nostro figlio. Lui non riuscirebbe a vivere e tu impazziresti di dolore. Spesso penso al giorno in cui lo darai alla luce e mi trovo a sorridere, ma poi penso al fatto che uno dei due perderà la vita e mi sento frustrato perché sono stato io a farti questo. Credevo di volermi allontanare da te per il tuo bene, quindi mi sono ubriacato e drogato e sono finito a letto con quelle tre, ma io non sono contento di quello che ho fatto. Mi pento di tutto, sia di quello che ti ho indotto provare, sia delle mie azioni. Ero pronto a lasciarti andare, o a comportarmi in un modo tale da guadagnare il tuo odio, ma quando ti ho vista soffrire e fare finta di niente, e poi scappare via reggendoti la pancia...ho capito che io non potrei mai allontanarmi da te...non posso.
Alzai gli occhi e lo guardai.
-Sono stanca di questa negatività. So che è un rischio questo bambino, ma proviamo a pensare positivo. Gli déi e il destino stanno remando contro di noi...e noi dovremmo supportarci invece di distruggerci a vicenda. Basta paranoie, basta paure: facciamo leva sul nostro amore. Veneriamoci e amiamoci senza pensare ad altro; cerca di esternare l'angoscia che è parte di te. Io ti amo, tu mi ami e noi avremo questo bambino; io sopravvivrò e lui con me. Tu non sei il solo artefice, Loki, smetti di incolparti: io per prima ho messo questa mano tra le mie gambe volendo accogliere tutto di te e sono felice di averlo fatto. Potrei rimanere arrabbiata pensandoti con quelle tre lascive, ma io sono andata con Kristian, e quando Thor partiva per le sue missioni, io mi concedevo a te; per questo non ho voce in capitolo per quanto riguarda tradimenti o altro.
Loki sorrise e abbassò il capo. I nostri nasi si sfiorarono e spostò le mani sui miei fianchi.
-Proverò a pensare più positivo, va bene?
Annuii e socchiusi gli occhi.
-Ricordi cosa ti hanno fatto le tue concubine?
Scosse il capo.
-Ma qualsiasi cosa fosse, nulla eguaglierebbe ciò che tu mi fai provare. Ricordi la notte con Kristian?
Annuii.
-E sono stata molto brava...lui è focoso e propenso all'estrema vigorosità come lo era Ragnar.
-Quindi io sono insipido?
Sorrisi, mi prese in braccio e mi fece sedere sul bancone del bagno.
-Forse nella foga del momento tu non ti rendi conto di come diventi...
-Oh...lo so bene. È una qualità positiva?
-Sei un gentiluomo di giorno e un villano di notte...
Rise.
-Villano?
-'Maestro del piacere' sembrava un termine troppo poco distante da 'gentiluomo'.
Mi baciò e mi slacciai il corpetto facendo uscire il seno. Loki sollevò la mia gonna e si aprì i pantaloni, poi mi allargò con due dita. Ci guardammo con il fiato corto.
-Aura...l'ultima volta è stata...un mese fa...
Mi fece notare.
-Lo so, per questo sono impaziente...
Avvicinai il petto al suo, mi afferrò per i glutei e scivolò lentamente in me. Trattenni il respiro irrigidendo la schiena.
-Ogni volta sembra la prima.
Sussurrai al suo orecchio. Iniziò a spingere lentamente; esercitò pressione con una mano aperta tra le mie scapole e iniziò a mordermi e a baciarmi il collo e il petto.
-Loki...
Uscì da me e indietreggiò. Guardai la sua erezione pulsante.
-Ti ho bruciato?
Iniziai ad agitarmi.
-No, Aura...voglio che tu mi chiami come sei tenuta a fare.
-Interrompi il piacere per dirmi questo?
Si avvicinò e mi prese per il collo. Gemei di cuore.
-Ti prego, non puoi smettere in questo modo...
Ansimai. Mi stuzzicò il clitoride con la sua punta.
-Di' quello che voglio sentirti dire.
Strinse la mano attorno la mia gola.
-Ti prego, m-mio Re...
Affondò nella mia carne e riprese a spingere con più intensità.
-Credevo volessi andarci piano...
-Sarebbe impossibile...
Sentii il sostegno sotto di me cedere e Loki mi afferrò al volo prima che finissi sul pavimento: la lastra del bancone di legno sotto di me si era sfondata. Ci guardammo e iniziammo a ridere. Posai la testa sulla sua spalla godendo ancora della sua presenza dentro di me.
-Che facciamo adesso?
Domandai stringendo le mie interiora attorno a lui. Mi accostò con la schiena al muro, appese una mia gamba sul suo avambraccio e ricominciò a spingere.
-Mio Re...
Continuò fin quando non mi cedettero le gambe. Crollò con il capo sulla mia spalla e capii che entrambi stavamo raggiungendo il massimo della resistenza. Si spinse in profondità, sollevai il capo gemendo assieme a Loki e il piacere ci sommerse. Rimanemmo in quella posizione ad ansimare per il tempo necessario, poi lasciò la mia gamba e mi guardò.
-Mi mancava...Tu, mi mancavi.
Mi baciò, poi posò le dita sul mio grembo e guardò in basso. Si chinò e avvicinò il naso al mio ombelico.
-Scusa se papà ti ha dato fastidio, ma adesso mamma è felice e papà soddisfatto.
Mormorò e baciò la mia pancia. Mi si strinse il cuore nel petto. Mi asciugai gli occhi pieni di lacrime calde e Loki si sollevò.
-Ti sei commossa?
-No...
Dissi con voce acuta per l'emozione. Gli saltai in braccio aggrappandomi al suo collo.

La Regina degli déiWhere stories live. Discover now