XXIII

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-È sempre così in pace Asgard?

Thor strinse la mia mano. 

-Solo quando non decidono di fare sacrifici umani e animali a mio padre. In quel caso organizzano enormi feste, ma sono sicuro che non ti piacerebbero. 

Stavamo attraversando una silenziosa via fantasma. Le case erano molto diverse dal palazzo, più piccole e promiscue, ma bellissime nel loro stile rustico. 

-Perché potrebbero non piacermi? Tu ci sei mai stato?

-Proprio perché ci sono stato posso dirti che quello non è il tuo stile. Un sacco di poveri, un sacco di sangue...canti e balli propiziatori, orgie in strada e tanto altro. 

Mi fermai. 

-Orgie in strada? 

-Be', al popolo piace divertirsi. 

Sorrisi. Riprendemmo a camminare. Sollevai il capo e mi stupii della meraviglia che dimorava sopra le nostre teste: un'intera galassia che non aspettava altro di essere contemplata. 

-Guarda che cielo...dalla mia camera tutto questo non si vede. Ti ringrazio, sono così felice che mi hai portato qui. 

Lo baciai sulla guancia. Vidi un albero in lontananza, proprio alla fine della via lastricata. 

-Guarda!

Strinsi la mano di Thor e iniziai a correre portandolo con me. Arrivammo sotto l'arbusto verde e allungai entrambe le mani verso il suo tronco. Era di una ruvidità particolare e spesso la corteccia robusta era ricoperta di freddo e morbido muschio. Presi una foglia tra le mie dita e mi sorpresi vedendo che un lato di essa era liscio e l'altro simile al velluto. 

-Stupendo... 

-Aura, è un albero...

-Nato da un piccolo seme, e guarda quanto è forte adesso. 

Durante il corso della giornata riflettei molto su quanto mi era successo e iniziai ad avere un mal di stomaco psicosomatico. Fui costretta a crescere troppo rapidamente, quindi volevo stupirmi almeno di un albero e riprendermi un po' di infanzia. 

-So cosa stai pensando, ma dovresti essere felice il giorno del tuo compleanno. 

-Tra poche ore sarà un giorno come un altro, sarà solo l'anniversario della mia nascita, e a nessuno importa, tanto meno a me.

Mi girai verso Thor. Il suo viso era triste, ma sorrise. 

-A me importa: il giorno in cui sei venuta al mondo, io ho fatto la tua conoscenza. Il mio cuore, il mio cervello, il mio spirito e il mio cuore ti appartengono. Mi hai rapito, Aura, la tua bellezza e il tuo animo lo hanno fatto. 

Abbracciai il suo torace. 

-I tuoi bellissimi occhi devono essere coperti di fango per non renderti conto che molte delle tue ex compagne sono molto più eleganti e carine di me. 

-L'aspetto non è nulla, e comunque sono in disaccordo con te. Sai, nessuna mi ha mai abbracciato così e ancora meno mi hanno trattato con dolcezza, tutte, però, si sono divertite con me. 

Sollevai il viso e posai il mento sul suo petto. 

-Non ne avevo idea. Non pensavo che fossi stato così sfortunato in amore.

Mi baciò e mi prese in braccio. Accostò la mia schiena all'albero, poi mi sollevò sopra la sua testa e mi fece sedere su un ramo piuttosto alto. Mi aggrappai ad esso e guardai Thor sotto di me. Una scarpa mi scivolò via e cadde sulla strada, Thor la raccolse e si avvicinò alla mia gamba. Mi baciò lentamente la caviglia guardandomi negli occhi. Saldai la mia presa sul ramo. 

La Regina degli déiWhere stories live. Discover now