82 Capitolo

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Subito le mie braccia vengono sospese e la persona incappucciata si avvicina da me. Ora del tutto sospesa della terra ferma e percepivo che quello che sarebbe accaduto avrebbe addolorato i miei amici.
Appargono subito una parete e delle catene e le mie mani sono legate alla parete con tali catene.
Incappucciato: «Non sai quanto sia felice di vederti in questo stato, ma sarei al settimo cielo se sparissi da questo mondo»
Mi da un calcio, seguito da un pugno. E un altro calcio, un altro pugno... Ho perso il conto, anche perché soffrivo e percepivo che ben presto il mio corpo avrebbe ceduto.
Incappucciato: «Voglio che tu soffra e muoia davanti ai miei occhi, perché non sai quanto io abbia sofferto per colpa tua. Mi hai privato di tutto: della famiglia, del ragazzo, della mia legittima posizione nella società. Ma non sei l'unica, anche la regina ed il re precedenti hanno contribuito. Di loro mi sono sbarazzata personalmente: ho ucciso la regina con un veleno ad effetto lento e durante il colpo di stato ad Emeraldania ho ucciso il re, lanciandogli un pugnale al petto. Erano veramente dei bei momenti, in cui mi sono sentita veramente felice e soddisfatta di quello che ho fatto. Ma non sono mai riuscita a toccare un tuo capello. Ma ora è il contrario: ho le giuste carte in regola e ben presto mi sbarazzerò di te. Ma sappi che la tua morte sarà molto lenta e ricca di divertimento. Ahahahahahahahah!»
Dentro di me i sentimenti di rabbia e vendetta volevano prendere il possesso della mia psiche, ma li fermo e con una magia mi libero da quella prigione. Avevo il vestito ricoperto di macchie di sangue dovunque ed a mala pena riuscivo a reggermi in piedi.
Incappucciato: «Ma guarda, ti sei liberata e riesci ancora a stare in piedi?! Allora sarà veramente un divertimento eliminarti»
Faccio un respiro profondo e le dico: «Ora basta. Capisco quanto tu sia arrabbiata con me, ma questo non ti giustifica a penalizzare anche le persone che lavorano per te. Inoltre non ti perdonerò di aver preso dei miei amici come ostaggi, soltanto per attirarmi qui. Potevi fare ben altro, mia cara Setsuna. O è meglio chiamarti la principessa Setsuna di Yukilandia»
Tutti i presenti, tranne il conte Tanomon, sono rimasti sorpresi dalla notizia data.
Setsuna si toglie il cappuccio e si avvicina da me. Mi prende il mento e mi dice: «Quindi sapevi tutto fin dall'inizio. Ho sempre odiato la tua presenza al palazzo, perché non sei figlia dei regnanti. Non so ancora perché ti hanno introdotto nella vita del palazzo, tu che sei la figlia di una comune famiglia di contadini. Tutto è accaduto quindici anni fa: stavo giocando nella mia stanza, quando i miei genitori hanno portato una bambina della mia stessa età al palazzo. Appena l'ho vista, l'ho odiata dal profondo del mio cuore. Mi sono chiesta: perché i miei genitori hanno portato una bambina coetanea a me al palazzo? Non basto soltanto io?! E perché proprio da fuori del palazzo? Non potevano dare alla luce un altro bambino?!  Ma la mia conferma a queste perplessità l'ho avuta la serata stessa del tuo arrivo. Avevo visto l'ufficio dei regnanti aperto e mi sono messa ad origliare. Entrambi sembravano preoccupati per me, ma una terza persona li ha detto: «Io vi ho avvisato, vostra altezza. Le predizioni mi dicono che se vostra figlia dovesse rimanere al palazzo e vi dovesse succedere, allora regnerà il casino nel regno. È meglio che regni la figlia dei contadini, perché mi è stato predetto che se la caverà e porterà la pace e la serenità nel regno». Poi dopo due o tre giorni dal tuo soggiorno, i regnanti mi hanno abbandonata in una famiglia di artigiani. Sono rimasta diverse volte in stanza a piangere e non mangiavo neanche. Allora gli artigiani hanno chiamato un dottore e li ha detto di alimentarmi. Loro insistevano e mi incoraggiavano a mangiare, ma non mi piaceva l'idea di mangiare con loro. Io, figlia dei regnanti, deve mangiare con loro?! Un giorno ho fatto una passeggiata nel bosco e ho incontrato il conte Tanomon. Subito abbiamo notato che condividevamo una parte del pensiero. Così mi ha proposto di prendersi cura di me, in cambio di attuare i nostri piani. Così ho accettato, perché non volevo tornare lì. Il tempo è passato e abbiamo fatto il colpo di stato. Non sapevi quanto desideravo uccidervi e vendicarmi per quello che mi avete fatto passare. Devo ammettere che la faccia del regnante mi ha fatto ridere, quando mi ha riconosciuta nonostante i vari cambiamenti che ho fatto. Volevo eliminarlo subito, ma il conte ha fatto un patto con lui, in cambio di avere ancora la vita. Poi ho eliminato mia madre e ho cercato di eliminarti, ma c'era qualcosa che me lo impediva. Ogni volta che mi avvicinavo alla tua stanza, sentivo una stretta al cuore e facevo i passi indietro. Ma devo ammettere che nonostante il tempo atteso, la voglia di eliminarti è cresciuta di più, perché mi hai privato di tutto quello che avevo. Ma anche perché non sento più quella strana sensazione. Ahahahahah!!!»
Mi da un calcio e cado. Mi rialzo e ricevo un pugno diretto all'addome. Continua così per non so quanti minuti, finché non fermo i suoi colpi.

La vita promette sorprese come è successo a CenerentolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora