18 Capitolo

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Mi guardo intorno e mi rendo conto di ritrovarmi in una stanza a me ignota e che immagino sia anche una stanza di un ragazzo. Cerco di alzarmi lentamente nonostante i dolori e mi avvicino alla finestra. Ho visto il mio riflesso e ho notato che indossavo un vestito di seta bianco. Guardo fuori dalla finestra e mi rendo conto di ritrovarmi nel posto sbagliato. Non posso credere di essere al palazzo reale! Come ci sono arrivata? E perché proprio qua e non altrove?! Forse è quell'uomo che ho incontrato prima di ritrovarmi qui. Ma chi è lui? Perché insisteva a portarmi da un dottore? C'è un collegamento col sogno o sono due realtà differenti, che viaggiano su due realtà parallele. C'è qualcosa che non mi quadra in tutto questo. Devo indagare il più presto possibile su questo fatto!
Una mano mi accarezza la spalla e mi giro. Mi ritrovo una giovane donna, che indossa un abito da cameriera.
Cameriera: «Non deve sforzarsi, signorina. Le chiedo gentilmente di ritornare al suo letto. Tra non molto le porto la cena»
Io: «Grazie mille per il pensiero. Ma preferirei che mi darai del tu nelle prossime conversazioni che avremo, perché io odio le troppe formalità. Mi ricordano il mio passato»
Cameriera: «Cercherò di imparare, anche se mi risulterà difficile!»
Incomincio a ridere e anche lei mi segue. Lei mi dice che è stato il principe Zeno a ritrovarmi svenuta nel giardino del palazzo reale e che è rimasto sveglio per sorvegliarmi. Allora le chiedo se posso incontrarlo e ringraziarlo per il gentile gesto, ma lei mi risponde che il principe deve svolgere delle faccende che aveva tralasciato passando il tempo con me. Sorrido, perché immagino che abbia una montagna di fogli da leggere e firmare. Immagino anche la sua espressione stanca, perché questo lavoro è stancante. Inoltre mi dice che il principe mi obbliga a rimanere per una settimana a riposare, su richiesta del dottore. Una settimana è lunga, ma dovrei farcela. Dopotutto sono soltanto sette giorni, no?!?!
Così passo i giorni a non fare niente. A volte aiutavo la cameriera, che si chiama Momo, in piccole faccende, come il cucito, la piegatura dei vestiti per poi essere messi direttamente negli armadi. Ci divertivamo e in più, come ben si sa, lavorando in due ci si impiega meno tempo. A volte leggevo dei libri che trovavo sulla scrivania, come se il principe volesse che passassi il tempo con la lettura.
Un giorno, mentre aiutavo Momo a cucire dei piccoli buchetti nei vestiti dei servanti, entra un uomo con una borsa grande in mano. Appena lo vede Momo, si alza subito e si mette da parte, come se l'uomo avesse una grande importanza.
Io: «Come mai ti sei alzata, Momo?»
Momo: «È un mio dovere farlo, Asuna»
Osservo attentamente l'uomo: aveva degli occhiali e aveva i capelli grigetti, con qualche ciuffetto bianco. Indossava dei semplici abiti da uomo e la sua borsa grande mi ricorda la borsa di un medico. Subito noto che fuoriusciva da essa del cotone.
Io: «Immagino lei sia il medico»
Uomo: «Bingo. Hai fatto centro, ragazza. Vedo che stai bene»
Il dottore chiude dietro di sé la porta e si siede accanto a me. Mi osserva attentamente e poi mi dice: «Sei veramente un miracolo: pochi giorni fa eri in pessime condizioni, anche perché avevi tossito del sangue e la tua temperatura non voleva scendere, ma poi nelle ultime ore di bilico tra vita e morte, la tua temperatura è scesa gradualmente e anche la bronchite è sparita. Cosa mai ti succede, ...»
Io: «Asuna»
Dottore: «Okay, Asuna. Mi sapresti dare una spiegazione a questo fenomeno nuovo?»
Io: «Io sono nata così ed ogni due o tre anni mi ammalo così, tanto da far preoccupare i medici che mi visitano. Ma quest'anno non dovevo ammalarmi, ma forse perché non sono diventata ancora forte. Comunque, non voleva affatto spaventarla, ma questo mi è già familiare»
Dottore: «Capisco. Ma dovevi vedere come il principe fosse preoccupatissimo per la tua salute. Diciamo che sei nella sua stanza, solo perché i suoi familiari sono partiti da qualche parte col conte e sua figlia. Altrimenti non so a che punto della vita saresti»
Momo, avvicinandosi: «Asuna, il dottore aveva ragione. Sua altezza era così preoccupato, che è rimasto accanto a te delle notti. Sembrava proprio che tu fossi una persona molto importante per lui»
Io, con le guance leggermente arrossate: «Cosa?! Il principe era preoccupato per me?! Comunque vorrei tanto ringraziarlo per la buona accoglienza, anche se non ci siamo mai visti. Credo che abbia delle sue motivazioni per non potermi visitare. Dopotutto è il futuro erede al trono di questo regno e deve pur adattarsi a questo lavoro. Ognuno di noi deve adattarsi al suo futuro lavoro, anche se potrebbe sembrare difficile»
Momo: «Come sei saggia, Asuna»
Dottore, sorridendo: «Già. Sembri proprio essere membro di una famiglia ricca, se non di una famiglia reale di un altro regno»
Io: «Ho dato questa impressione?!»
Momo: «In effetti il dottore ha ragione. Ma credo che sia meglio cambiare argomento, altrimenti non finiremo mai»
Dottore, facendo l'occhiolino a Momo: «Già. Vedo che la bronchite è totalmente sparita. Mi raccomando di non sforzarti troppo e bada alla tua salute. Non farti mai trovarti nello stesso stato in cui ti ho trovata»
Io: «Va bene. La ringrazio per i consigli. Cercherò di rispettarli tutti, anche se non ne sono totalmente certa. Però ci proverò!»
Il dottore si alza e si dirige verso la porta della stanza.

La vita promette sorprese come è successo a CenerentolaOnde as histórias ganham vida. Descobre agora