3 Capitolo

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Pov's Asuna
Ho girato per le stesse strade tre volte e non ho trovato la strada di ritorno. Mi sono accorta, purtroppo, di non aver più la mappa che la matrigna mi aveva dato e se non mi affretto, mi aspetterò altre grida che già me le immagino.
Continuo per la piccola stradina in cui mi trovo. Vedevo soltanto le piastrelle di varie dimensione e forma che compongono la strada su cui cammino e i muri degli edifici che mi circondano. Finalmente trovo un filo di luce e più mi avvicino, più la luce si diffonde.
Uscita fuori da questa stradina, mi ritrovo nel cuore del mercato. Avanzo lentamente, guardandomi intorno per poter trovare qualche punto che mi sembri familiare. Ma purtroppo non c'è nulla che potrei utilizzarlo come riferimento. Mi guardo intorno e trovo la gente che svolge la sua attività: c'è chi vende e cerca di vendere il più della sua merce e c'è chi compra, cercando di abbassare anche il prezzo. Comunque questo rientra nella vita quotidiana mercantile.
Sorrido con me stessa e subito rimango ad osservare uno strano fatto: un ragazzo stava venendo contro di me, senza nemmeno accorgersi che ci sia io davanti alla sua strada. Procedeva a testa bassa e non riuscivo proprio a muovermi, come se mi fossi paralizzata. Allora chiudo gli occhi e mi preparo per la caduta e la botta.
Il colpo è stato frontale. Ho perso l'equilibrio e ho sentito il rumore della merce cadere e sbattere per terra e mi preparavo per la botta. Ma qualcosa non segue il mio ragionamento. Tutto è caduto tranne io. Delle calorose mani mi hanno afferrata per il bacino. Mi rimettono in piedi e apro gli occhi, ritrovandomi il ragazzo sorridere. Subito le mie guance si arrosano e faccio uscire un grazie. Mi abbasso a raccogliere quel che avevo comprato e anche il ragazzo mi aiuta, perché voleva scusarsi per l'incidente. Prende il sacchetto della spesa e mi accompagna ad una fontana. Ci sediamo e lo ringrazio.
Ragazzo: «Sei stata veramente meravigliosa. Mi hai stupito col tuo piccolo discorso al bambino»
Io, in imbarazzo: «Mi stai mettendo in imbarazzo. Comunque ritengo che sia giusto aggiustare un errore sin dall'inizio, così si potrebbe evitare il grosso nel futuro. Anche perché siamo ad Emeraldania, un regno dove regna la pace. Mi sbaglio?»
Ragazzo: «Già... Hai ragione. Immagino che tu sia nuova, non che mi stia sbagliando?»
Io: «Hai ragione. Mi sono trasferita ieri e la mia matrigna mi ha accolta nella sua casa. A proposito della matrigna - mi giro ed osservo l'orologio del campanile, che indicava le 11:30 - sono in ritardo. Scusami tanto, ma devo andarmene»
Faccio per prendere la spesa, quando la mano del ragazzo ferma la mia, dicendomi: «Ti faccio da guida, dato che hai perso la tua mappa»
Così faccio due cose in uno. Si è rivelato essere una persona molto informata e quando mi esponeva le sue conoscenze, sembrava stesse leggendo un libro di storia.
Ho imparato tanto della storia! È una delle mie materie preferite.
Una volta fuori, lo ringrazio e gli chiedo di darmi i sacchetti della spesa. Lui si ostina ad accompagnarmi fino a casa, come segno di perdono. Non potevo ancora insistere e così ho accettato il suo aiuto.
Lungo la strada di ritorno, il ragazzo, che si rivela avere il nome di Zeno, mi ha chiesto delle domande, a cui ho dato una risposta. Il fatto che mi aveva sorpresa era che fosse interessato alla mia origine, come se noi due ci conoscessimo già. Mi sono limitata a dirli che provengo da una famiglia ricca di Yukilandia e che mi trovo qua per volere della persona che si è presa cura di me, che chiamo paparino. Inoltre gli ho detto che odio la vita lussuosa, perché è molto ripetitiva e non ti permette di entrare in contatto anche con le più semplici ed abitudinarie azioni, che la gente compie.
Ragazzo: «Conosco una persona che la pensa come te»
Io: «Potrei saperlo, se mi è permesso»
Ragazzo: «Certo. È il principe Zeno»
Io, con le guance arrossite: «I-il principe Zeno. Mi metti in imbarazzo»
Incomincia a ridere e lo seguo anch'io. Lui invece mi dice che è un servo del principe.
Mi sembrava che non mi stesse raccontando qualcosa di veritiero, ma chiudo un occhio, perché non è bello essere sempre puntiglioso.

La vita promette sorprese come è successo a CenerentolaWhere stories live. Discover now