6 Capitolo

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Passati i tre minuti insieme, ritorniamo da Zeno. La ringrazio per la discussione ed i consigli che mi ha dato, perché sono veramente dei preziosissimi consigli da rispettare. Non chiede neanche di pagare la visita e facciamo per uscire, quando mi richiama. Mi giro e la trovo sorridere.
Erborista: «Ora ricordo tutto. Quelle parole, o parole simili a quelle che hai detto, assomigliano tanto alle parole che utilizzava la principessa di Yukilandia. Questo lo dico perché ho vissuto inizialmente a Yukilandia, ma con la presa al potere dei malviventi la condizione di vita a Yukilandia è aumentata tantissimo, tanto da costringere diverse famiglie a lasciare quel territorio»
Io: «E le persone ricche? Risentono anche loro di questa condizione?»
Erborista: «Sinceramente non avrei la più pallida idea. Però, se non sbaglio, una mia amica mi aveva detto che loro non né sentivano nulla. Anzi si arricchivano da essa»
Zeno: «Che brutta situazione. Mi dispiace tanto per te, Asuna. Mi addolora sentire queste frasi del tuo paese di origine»
Io, sorridendo: «Non preoccuparti per me. Quel che è successo è successo e quello che succede è ben prevedibile. Solo le persone normali, se si possono chiamare così anche se ritengo che sia una lieve forma di discriminazone, dovrebbero sentire i danni. Tanto è quello che è successo anche nella storia. Comunque mi farebbe piacere sentire altre testimonianze, ma purtroppo non ho abbastanza tempo»
Erborista: «Senti, Asuna, cambiando argomento, posso darti questo libro. Vedo che sei molto acculturata, come anche il tuo amico Zeno, e sono sicura che apprenderai tantissimo. Quando riesci, restituiscimelo. È un libro di massima importanza per me»
Io, prendendolo dalle sue mani: «Grazie. Lo conserverò e ben presto lo avrai. Grazie tante per tutto, signora erborista...»
Erborista: «Nogiko»
La salutiamo ed usciamo. Abbiamo incrociato la carrozza del cocchiere e mi ha avvisata che è ora del ritorno. Zeno mi aiuta con le scatole e così ritorniamo a casa prima che la matrigna e le sorellastre vengano. Gli chiedo di mettere le scatole nel salotto e lo rigrazio per tutto quello che ha fatto.
Zeno: «Nessun problema. Anzi è stato un piacere passare il pomeriggio con te, Asuna»
Ci salutiamo e la sua figura diventa sempre più piccola mentre la figura della carrozza si da sempre vedere, ingrandendosi.
Entro a casa e comincio a preparare la cena.
Dopo aver cenato e messo tutto a posto, salgo nella mia stanza ed incomincio a sfogliare il libro che mi ha dato la signora Nogiko.
È passato un mese dal mio trasferimento e ora mi sono familiarizzata con la cittadina, con i lavori domestici, con la gente ed i venditori. Ormai tutti si sono abituati alla mia presenza e nessuno mi guarda con malocchio, tranne poche e ristrette persone. La mia famiglia continuava ad ordinarmi richieste di tutti i colori, ma questo non mi disturbava. Anzi provavo piacere, per questa mia situazione. È del tutto opposta da quella precedente.
Dopo aver fatto colazione, la matrigna mi ordina di preparare dei tramezzini, sandwich per la nostra uscita al bosco. Così preparo diversi tipi di sandwich, con delle decorazioni per renderli più mangiabili.
Metto i sandwich, le bibite, le posate, i piatti, i bicchieri ed i tovaglioli in una cesta di paglia e salgo in camera, per indossare un abito leggero, adatto per questa uscita.
Come al solito la matrigna e le mie sorellastre partono prima di me ed io vengo accompagnata dalla moglie del cocchiere. Ho imparato tantissimo da lei, in quanto ha passato la sua vita tra gli alberi di un bosco. Mi ha insegnato come riconoscere un albero dalle sue foglie, dalla sua corteccia, dalle sue radici, ma anche dai suoi piccoli frutti.
È stato veramente interessante la sua lezione durante la nostra camminata. Inoltre gli uccellini canticchiavano, accompagnando le parole della moglie del cocchiere. Si era creata una situazione di benessere collettiva.
Raggiungiamo gli altri e consegno la porzione di cibo alla mia famiglia. L'altra parte la servo al cocchiere e alla sua moglie, sedendomi accanto a loro. Loro sì che sono una ottima coppia. Anche se c'era qualche breve litigio, tutto ritornava ad essere una semplice risata. Mi sono divertita sentendo i loro brevi litigi e mi scappava a volte la risata. Loro, al posto di arrabbiarsi, mi accompagnavano con la risata!
Mi sdraio sotto il salice piangente e guardo verso l'alto, trovando dei rami di foglie lunghe che si muovono al ritmo dettato dal venticello. Dà l'impressione che ci sia una pioggia di foglie, una sensazione veramente piacevole e trasmette tranquillità nell'animo di una persona. Chiudo gli occhi e cerco di concertrarmi a sentire soltanto suoni naturali: il fruscio delle foglie, il canto degli uccelli, l'acqua nel fiumicino accanto, movimenti di alcuni animali piccoli.
Improvvisamente qualcuno mi scuote violentemente. Apro gli occhi e mi trovo la matrigna.
Matrigna: «Devi cercare mia figlia. Non è più tornata da mezz'ora»
Io, alzandomi: «Va bene. Ora vado a cercarla»
Cocchiere: «Umi, vai con lei. Tu conosci benissimo il territorio»
Signora Umi: «Va bene, tesoro. Andiamo Asuna»
Io, raggiungendola: «Arrivo. Non preoccuparti. Troveremo Yuki dovunque essa sia»

La vita promette sorprese come è successo a CenerentolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora