57 Capitolo

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Mi alzo presto e apro le finestre della mia stanza. La brezza mattutina mi aveva svegliata e aveva arieggiato la mia stanza. Per alcuni minuti ho chiuso gli occhi e ho lasciati che la brezza colpisca il mio volto, perché questa sensazione mi faceva piacere. Mi giro per mettere a posto il letto, ma trovo Setsuna già al lavoro. Mi aveva preceduta!
Io: «Mattiniera come sempre»
Setsuna: «Lo stesso vale anche per te»
Cominciamo a ridere e poi Setsuna aggiunge: «Ti ho preparato il vestito per oggi. I cuochi stanno preparando la colazione per te e per la popolazione, come li avevi chiesto. Inoltre - con un tono triste - c'è la signora anziana di ieri che tu vuole parlare. Ti aspetta nella stanza...»
Ho sentito una fitta al cuore. Non volevo che ciò che immagino io si avveri. Ancor prima di lasciarla finire, mi affretto a raggiungere la stanza degli ospiti. Strada facendo avevo indossato la vestaglia. Raggiunto la porta della stanza e faccio un respiro profondo prima di mettere la mano nella maniglia. Apro la porta e trovo la signora seduta su una poltrona. Nota la mia presenza e si alza. La faccio accomodare e le siedo accanto. Mi guarda in faccia e mi dice: «Fino a ieri sera il bambino non mostrava nessuna forma di miglioramento, ma verso le nove ho notato che la sua temperatura si è abbassata e che la tosse stava via via abbandonando il suo corpo. Quindi mi sono detta perché non fare una visita il giorno seguente alla principessa, per informarla dei miglioramenti. Ma questa mattina non l'ho più ritrovato a letto. Ho controllato in tutta l'abitazione, ma non l'ho ancora trovato»
Le prendo la mano e le dico: «La ringrazio infinitamente per quello che ha fatto. Lei ha fatto così tanto, che non trovo le giuste parole per ringraziarla. Non credo che il bambino si sia allontanato fin tanto e ho in mente un probabile luogo dove egli si sarà diretto. Cambio subito i vestiti e vengo con lei a cercarlo. Sono sicura che lo troveremo lì»
Il sorriso domina nel suo volto e le chiedo di aspettarmi nella stanza. Ritorno nella mia camera ed indosso l'abito che mi aveva preparato Setsuna. Pettino i miei capelli, raccogliendoli in una coda e mi affretto a raggiungere la signora. Andiamo insieme e chiedo ad un cocchiere di accompagnarci ad un cimitero vicino a dove abita la signora.
E così, nel giro di pochi minuti raggiungiamo la destinazione. Scendo ed aiuto la signora a scendere, anche se all'inizio non voleva nessuna forma di aiuto. Questo comportamento è tipico nelle persone di una certa età, perché non vogliono mostrare ai giovani che sono effettivamente diventati anziani.
Da lontano intravedo una piccola figura nera davanti ad una tomba. Ci avviciniamo e si rivela appunto essere il bambino. Stava parlando davanti ad una tomba, che immagino sia quella di sua madre. La signora anziana lo abbraccia e gli dice: «Non dire così, figliuolo mio. La vita è molto importante. Anche se al momento non sai il motivo per cui sei sopravvissuto da quella malattia, devi avere una fiducia cieca nel fato. Tutto accade per un preciso motivo e se vuoi scoprire il motivo, allora devi vivere»
La abbraccia e ritorniamo insieme alla casa della signora. Saluto il bambino e ritorno al palazzo. Bene! Una delle difficoltà sono state risolte. Chissà quante altre si mostreranno nella mia via?? L'importante è credere in ciò che si vuole realizzare ed avere la speranza! Senza la speranza si perde ogni tentativo che si vuole che si avveri.
Dopo aver fatto colazione, ritorno nell'ufficio e leggo diversi fogli, comprendendo che devo sbrigarmi altrimenti non ce l'avrei fatta in tempo. Ci sono vari prestiti da parte delle famiglie nobili del regno e anche al di fuori di esso. Mi aspetta un lavoro duro e lungo! Prima devo cercare di saldare questi debiti il più veloce possibile, sperando anche nell'aiuto dei nobili. Spero essi siano molto comprensivi e che accettino di aiutarmi. Almeno che siano d'accordo con me.
Ho alzato la mia testa e ho visto l'orologio che segnava le 10:45. Devo prepararmi per accogliere i nobili!
Setsuna entra e mi ricorda dell'incontro coi nobili. La ringrazio e mi affretto a mettere i fogli a posto e mi dirigo, nel giro di un quarto d'ora, nella stanza di accoglienza. Dalla porta sentivo varie voci, che si chiedevano della mia vera autenticità. Faccio un respiro profondo ed entro per affrontare ciò che mi aspetta.
Appena si accorgono della mia presenza, tutti si zittiscono e continuano ad osservarmi con uno sguardo misto di stupore, preoccupazione e minaccia. Non mi faccio intimidire e mi presento, facendogli vedere la prova concreta della mia vera identità. Poi li parlo dei miei progetti, della richiesta di aiuto da parte loro per poter realizzare questo grande progetto.
Alla fine del mio discorso tutti si sono guardati e sembravano indecisi se accettare o meno.
Io, sorridendo: «Capisco quanto voi siate indecisi. Se non volete darmi una risposta al momento, potete anche mandarmela per lettera. Sarei molto lieta di conoscere il vostro parere!»
Contessa Michiko, nonché madre di Aya: «Penso che sia una buona idea. Io la approvo e sono pronta ad aiutarla, principessa. Lei è l'amica di mia figlia e le sono molto grata per quello che ha fatto per lei. Inoltre vorrei anche chiudere occhio alla questione che mio marito aveva generato. Lui era ingiusto e pensava soltanto alla ricchezza. Ma la vita non è soltanto ricchezza. È ben altro! Quindi io sono disposta ad aiutare la principessa Asuna per quanto riguarda il suo progetto»
Sentivo una felicità vivere dentro il mio cuore, perché ho trovato almeno una persona disposta ad aiutarmi. Sorrido e lei ricambia il mio sorriso. Gli altri iniziano a discutere tra di loro e poi man mano alzano la mano e mi dicono che hanno approvato la mia decisione. Mi stavo per commuovere, ma trattengo le mie emozioni. Allora spiego loro la situazione in cui ci troviamo e quello che avrei intenzione di fare. Alcuni di loro mi confermano che entro lo stesso giorno mi avrebbero mandato un assegno per incominciare a saldare i debiti che si sono accumulati. Poi li dico che da domani avrei intenzione di costruire nuovi edifici per gli abitanti, che siano confortevoli. Se ognuno di loro è disposto a sostenere almeno un edificio, il suo nome sarà indicato. A tutti piace l'idea di avere un edificio a proprio nome e tutti accettano.
Così continuamo a discutere dei vari edifici fino alle una ed li invito a pranzare con me. Tutti accettano e pranziamo insieme.

La vita promette sorprese come è successo a CenerentolaWhere stories live. Discover now