35 Capitolo

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Ci guardiamo e cominciamo a ridere. Incomincio a muovermi, per sapere almeno dove metto i piedi ma Zeno prende la mia mano e mi sussurra di non muovermi. Il silenzio governava su di noi e non facevano altro che sentire i rumori esterni. Ma la cosa che mi sconcentrava è il fatto che tenga la mia mano. Ho sentito subito un bruciore alle guance. Cercavo di tranquillizzarmi, ma mi risultava difficile.
Improvvisamente sentiamo dei passi avvicinarsi alla porta che Zeno aveva chiuso.
Uomo1: «Dove è andato quel ragazzo? Non credo si sia allontanato di più!80»
Uomo2: «Già che ci siamo qui, perché non controlliamo il nostro prezioso nascondiglio»
Uomo3: «Non credo lo abbia trovato e che si sia nascosto lì. Su, andiamo a vedere se quegli stupidi ragazzi hanno completato la loro missione»
I passi si avvicinano sempre di più, fino ad essere coordinati. Zeno prende la mia mano e la stringe. Mi guardo intorno: ormai i miei occhi si sono abituati all'oscurità. Ho trovato un passaggio dietro la porta e trascino Zeno con me.
Ci nascondiamo in una fessura adatta per noi due e ci copriamo con un telo. Poi Zeno ha pronunciato Invisibilium, in modo tale da non rederci visibili.
I tre uomini entrano ed accendono la luce. L'interno sembra essere proprio abitato da qualcuno, ma c'erano tantissime scatole che costituivano i vari mobili. Infatti sembravano dei mobili, ma in realtà c'è in gioco la magia. Immagino che anche Zeno se ne sia accorto, ma ho notato un suo forte interesse per quello che sta accadendo. Come se fosse la sua vera intenzione sin dall'inizio!
Gli uomini aprono le scatole e si rivelano contenere armi di fuoco, cannoni, spade. La cosa che li accomunava era la presenza di un simbolo, che mi era famigliarissimo: il timbro di Yukilandia!
Sentivo la rabbia ribollire dentro di me, ma in questo stato non mi conviene perdere energia che potrei utilizzare nell'incontro tanto e poco aspettato. Mi sono limitata a muovere le dita delle mani, anche se credo che Zeno si sarà accorto delle mie reazioni.
Gli uomini hanno controllato il tutto, ma uno di loro faceva il giro dell'abitazione. Si era persino posto accanto a noi, con le mani che tengono il suo mento come se stesse pensando.
Uomo1: «Su, andiamo! Qui tutto è a posto. Informiamo il capo della riuscita!!!»
Uomo3, che stava riflettendo: «C'è qualcosa che non mi quadra. Tutto sembra a posto, ma alcuni oggetti non si trovano nella posizione che avevo lasciato. Inolte ci sono - abbassandosi al livello del pavimento - ci sono delle impronte ancora fresche sul pavimento. Quindi il nostro ragazzo è ancora nei paraggi. Più precisamente è ancora in questa casa»
Uomo2: «Che ottime intuizioni! Non ci sarei mai arrivato! Cosa dobbiamo fare?»
Uomo3, guardando nella nostra direzione: «Se non si vuol far vedere, allora gliela faremo pagare cara. Nessuno può prendersi gioco di noi. Spostiamo le armi nella casa accanto. Io andrò a prendere dei preziosi oggetti. Sono stato chiaro?»
Uomo1 e uomo2 all'unisono: «Certamente!»
Così incominciano a spostare le armi e nel giro di pochi minuti svuotano la casa. Inoltre l'uomo più intelligente continuava a girare intorno alla stanza, come se volesse cercarci. Ma credo che lui ci abbia già trovati!!!
Gli uomini sono usciti, ma uno di loro si è fermato davanti ad un tavolo per un paio di secondi. Hanno chiuso la porta a chiave e poi se ne sono andati!
Aspettiamo che effettivamente se ne siano allontanati e poi togliamo il mantello definitivamente. Ispezioniamo la casa e non c'è traccia di nessuna arma. Eppure sono sicura che quelle erano di Yukilandia. Non posso avermelo immaginato.
Subito incomincio a sentire odore di bruciato. Mi guardo intorno, ma all'interno non c'è nulla.
Mi fermo e chiudo gli occhi, cercando di concentrarmi sui rumori. Sentivo il rumore di qualcosa bruciarsi e delle voci di persone che chiamavano aiuto e soccorso ai pompieri. Ecco cosa volevano fare! Vogliono eliminarci perché ci siamo intrufolati.
Zeno se né accorto anche lui e continuava a fare dei giri su se stesso. Immagino che sia preoccupato.
Zeno: «Guarda Asuna, io non volevo affatto metterti in questo guaio. Non era mia intenzione coinvolgerti in questi fatti»
Io: «Non preoccuparti Zeno. Quel che è fatto è fatto. Ora cerchiamo ti trovare una via d'uscita. Credimi, ce la faremo di sicuro ad uscire»
Ormai non c'erano nessuna forma di uscita. Intanto del fumo penetrava dalle finestre. Persino delle fiamme hanno preso a dominare l'interno. Cerchiamo di allontanarci da lì, salendo al piano superiore ma tutte le porte erano sigillate. Così ritorniamo sotto e chiudiamo le nostre bocche con le mani. Ricordo subito che uno degli uomini aveva lasciato qualcosa sul tavolo. Mi avvicino da esso e subito non mi sento bene. Ormai non mi sento bene e credo che non riuscirò a reggere di più.
Pov's Zeno
Asuna si è allontanata e non è più tornata. Mi avvicino da lei e la trovo svenuta. Stendeva la mano su un tavolo. Su di esso ho trovato un paio di chiavi. Le prendo e apro la porta. Subito delle travi incendiate cadono e mi sposto appena in tempo. Pronuncio Acquamium e subito mi bagno. Prendo in braccio Asuna ed usciamo dalla casa incendiata. La porto in una casa disabitata e la stendo su un letto.

La vita promette sorprese come è successo a CenerentolaWhere stories live. Discover now