8 Capitolo

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Yuki è rimasta scioccata da ciò che ha visto e non voleva muoversi. Appena cerco di spostarmi, il dolore si fa sentire sempre più forte, fino a costringermi a cadere.
Uomo1: «Hai sentito anche tu il tonfo»
Uomo2: «Questa volta sono d'accordo. Su cani, andate voi e portateci la preda. Immagino che sia una grande preda!»
Uomo1: «Così il principe Zeno ne sarà contento»
I due incominciano a ridere, mentre Yuki non riesce proprio a riprendersi dallo shock. Prendo dalla tasca ciò che la signora Umi mi aveva dato e spargo attorno a noi due le spezie. Sono una forte arma per allontanare tutti gli animali con un olfatto assai sviluppato.
I tre cani si presentano con uno sguardo assai feroce, ma appena sentono le spezie, se ne ritornano come se avessero incontrato un enorme animale.
Cerco di alzarmi, reggendo sul tronco dell'albero. Mi abbasso ed estraggo la pallottola dalla mia gamba. Continuo a soffrire e stavo anche sudando freddo. Strappo un pezzo del vestito e copro la ferita momentaneamente.
Io: «Forza Yuki, dobbiamo allontanarci»
Yuki, balbettando: «Sì... Però tu.... Tu non stai bene»
Io, stringendo i denti dal dolore: «Hai ragione, ma non abbiamo altra scelta. Quei due sono assai svegli e presto si accorgeranno della nostra illecita presenza. Così passeremo seri guai»
Yuki: «Ma... Ma tu... Tu non riuscirai a camminare»
Io: «Credimi Yuki. Ce la faremo. Ora dobbiamo allontanarci il più veloce possibile»
Yuki: «Va bene, Asuna»
Mette il mio braccio sinistro attorno al suo collo e cominciamo ad allontanarci da quel posto. Ci stiamo muovendo con un passo molto lento, ma questo è meglio che restare ferme.
Ogni tanto Yuki mi chiedeva se volevo una pausa, ma rifiutavo ogni volta perché non volevo che quei due uomini ci prendessero. Ad un certo punto, quando ci siamo allontanate abbastanza da loro, alzo lo sguardo e vedo che le nuvole grige si stanno accumulando nel cielo sereno.
Io: «Dobbiamo trovare un riparo il più veloce possibile, prima che veniamo bagnate»
Yuki, indicandomi un albero: «Che ne dici di questo?»
Il luogo che mi ha indicato è veramente assai perfetto: è alla nostra portata e anche sufficiente. Come se fosse la tana di un orso, quando va in letargo.
Ci addentriamo e ci sediamo. Io stendo il piede dolente ed osservo fuori, come il tempo si è evoluto: da una splendida giornata di sole ad una giornata di pioggia pesante. Ogni tanto si sentiva il suono del tuono e Yuki stringeva sempre il mio vestito, ma poi si addormenta. Capisco il perché. Hai pur ragione e diritto per riposarti, Yuki.
Alla fine anche io cedo al sonno. Ho sognato il mio passato e mi sono svegliata di soprassalto, perché ho incominciato a confrontare la voce sentita precedentemente e quella del passato. Sono troppo simile. E se fosse proprio lui, allora la situazione si sta mettendo male.
Yuki si sveglia e mi chiede come stavo. Il cielo è ritornato sereno e le ho rassicurato che tutto sta bene. Mi sono guardata la gamba e ho trovato il pezzo di stoffa tutto fradicio di sangue, come anche il terreno su cui poggia il mio piede.
Io: «Yuki, avrei un favore da chiederti»
Yuki: «Dimmi pure, Asuna»
Le descrivo una determinata foglia, che è determinante per la coagulazione delle ferite. Lei esce e nel giro di pochi minuti, ritorna, con in mano un mazzo di quelle foglie. Ho pulito dei sassi e ho incominciato a tritare quelle foglie. Poi le ho spalmate sulla ferita, comprendola con un altro pezzo di stoffa. Sentivo dei dolori, ma questo è dovuto dall'azione di quell'erba.
Yuki: «Tutto okay? Sembri molto affaticata e addolorata»
Io: «Addolorata sì, perché l'erba funziona. Ma affaticata ormai rientra nella mia personalità, perché mi sono già abituata al lavoro casalingo e alle richieste della matrigna, o è meglio chiamarla mamma»
Yuki: «Come hai fatto e anche come fai a vivere in queste condizioni? Non ti sei neanche lamentata per le troppe richieste. Sei veramente una persona da rispettare e generosa. Ma mi dispiace al tempo stesso che tu subisca questo, perché non te lo meriti!»
Io: «Molto gentile da parte tua, ma questa è la vita. Io credo che tutto quello che ci succede è stato già prescritto dal fato. Quello che dobbiamo fare è quello di condurre questa vita fino alla fine ed essere sempre circondati dalla speranza. Non bisogna mai perderla, altrimenti potremmo fare delle brutte azioni, che potrebbero essere anche letali per la nostra vita»
Yuki: «Hai pienamente ragione. Mi piace il tuo pensiero, anzi mi piace tantissimo»
Io: «Grazie tante. Ora che il tempo è migliorato, è meglio che facciamo ritorno a casa. Credo che siano molto preoccupati per la nostra assenza»
Yuki, precedendomi: «Già. Ora ti aiuto ad uscire»
Esce per prima e mi aiuta ad uscire, e camminiamo insieme, discutendo su vari argomenti.

La vita promette sorprese come è successo a CenerentolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora