34 Capitolo

28 1 0
                                    

Due giorni dopo i festeggiamenti vado in città in compagnia di Yuki e Yuriko per consegnare le lettere. Ho mandato quella per Aya con un servizio che garantisce la sua ricezione nel giro di un giorno e l'altra la tengo all'interno del libro di mia mamma. Ormai l'ho letto tutto e non faccio altro che rileggerlo e rileggerlo, perché in questo modo riuscivo a percepire sempre di più la sua presenza al mio fianco.
Dopo che hanno comprato quello che desideravano, ci fermiamo in un bar-ristorante per bere qualche bicchiere di succo o d'acqua. Abbiamo discusso su vari argomenti, tra cui anche la ricchezza. Ogni tanto guardavo la gente che passava e tra la folla ho riconosciuto una persona che ho conosciuto. Chiedo scusa e, dopo aver preso la seconda lettera che ho scritto, mi allontano da loro cercando di avvicinarmi alla persona ricercata. Quando stava per girare per un vicolo la chiamo per nome: «Momo!»
Subito si gira e, quando mi riconosce, si avvicina da me.
Momo: «Ciao! È passato tempo dal nostro ultimo incontro. Come stai?»
Io: «Tutto bene. Tu?»
Momo: «Tutto a posto. Ora stavo facendo delle commissioni per il principe. Non sai quanto mi manchi!»
Io: «Anche a me. Volevo dirti di dare questa lettera - consegnandogliela in mano - al principe. Una mia amica ci tiene tantissimo, affinché il principe la legga»
Momo la mette nella sua borsa e mi dice: «Non preoccuparti. Questa lettera raggiungerà la sua destinazione. Stanne certa!»
Io, abbracciandola: «Sei veramente un tesoro, Momo! Ora ti lascio, perché non vorrei ritardarti dal lavoro. Buon lavoro e stammi bene!»
Momo: «Lo stesso lo auguro anche per te. Alla prossima!»
Si allontana e, dopo che la sua figura si disperde, ritorno dalle sorelle. Così se è giusto chiamarle.
Ho notato che per tutto il tratto di ritono mi sentivo osservata da qualcuno. Anche quando parlavo con Momo. Strano. Chissà chi c'era? Non dirmi che è proprio lui. Se è lui, allora è meglio che tenga d'occhio ogni mia mossa e ogni parola che fuoriesce dalle mie labbra. Soprattutto alla festa di matrimonio di Aya! Non devo destare ulteriori dubbi, altrimenti tutto crollerà.
I giorni passano e tutto sembra andare bene, nonostante mi senta osservata dovunque esca. Però mi pesava l'invito di Aya. Non mi risulta facile dire no alle persone che mi sono care, anche se sono consapevole che bisogna dirlo. Però lei è la mia migliora amica, sin dalla mia infanzia. Cosa devo fare? Ormai, però, è stato deciso e bisogna avere fiducia in quello che il fato ci prescrive. È questo il mio pensiero!
I giorni passano e Capodanno è stato festeggiato animatamente in questa famiglia. Tutti felici e contenti. Questo è il clima che adoro.
Ormai non mancano più che due settimane al matrimonio di Aya. Mamma voleva che andassimo insieme a comprare il necessario, ma io, senza ferire i suoi sentimenti, ho preferito fare una passeggiata in città e nel frattempo vedere le vetrine dei vari negozi, perché non volevo fare delle scene mute. Lei accetta e mi permette di farla. Cambio i vestiti immediatamente, indossando un abito color pesca con del pizzo alle spalle, mi faccio uno chignon e indosso il mantello preferito di mia madre di color blu cielo. Prendo la mia borsetta e, dopo aver salutato le sorelle, esco.
La mia testa non faceva altro che pensare al matrimonio di Aya ed a come dovrei comportarmi quel giorno nel caso in cui dovessi incontrare tale persona. Stavo camminando veloce e raggiungo la città nel giro di pochi minuti. Mi siedo alla fontana e continuo a pensare, fintanto che un oggetto colpisce il mio braccio. Ho sentito un forte dolore e ho visto il ragazzo che lo portava. Inizialmente voleva chiedere scusa, ma poi mi ha detto con un tono arrogante, come se volesse accontentare i ragazzi del gruppo che lo stavano guardando: «Devi stare attenta signorina!»
I ragazzi ridono e spariscono dalla mia vista. Ma che modi sono? E perché quel ragazzo aveva un oggetto pesante del genere? Non dirmi che è incominciata la spartizione illegale di armi anche ad Emeraldania!? Se è così, allora i fatti si stanno aggravando e non manca tanto alla realizzazione del suo più grande desiderio. Però devo fermarlo, nonostante mi stia osservando. Devo riuscire ad agire in modo silente e poco sospettoso. Inoltre devo garantire alla mia nuova famiglia protezione, anche se prevedo già cosa accadrà.
Una mano posa sulla mia spalla, riportandomi alla realtà dei fatti. Alzo lo sguardo ed esso incrocia quello di Zeno, che sembrava anche lui pensieroso.
Io: «C-ciao Zeno! Come mai da queste parti? Hai finito il tuo lavoro?»
Zeno: «Verresti con me?»
Io, sorpresa dalla sua richiesta: «Dove?»
Prima che potessi capire le sue intenzioni, prende la mia mano e mi trascina da qualche parte della città, che non conosceva della sua esistenza. Entriamo in una casetta inabitata e chiude la porta alle sue spalle. Rimane lì per diversi minuti e poi si gira, sorridendo.
Zeno, grattandosi la nuca: «Ti è piaciuta la sorpresa? Ho voluto appositamente spaventarti!»
Io, con un tono serio: «C'è qualcosa che non va Zeno? Non è da te fare questi comportamenti»
Zeno: «Lo stesso vale per te? Perché non hai opposto la mia decisione? Perché ti sei fatta coinvolgere?»

La vita promette sorprese come è successo a CenerentolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora