Attesa

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Quella stessa sera Alessia e i ragazzi erano seduti sul divano e stavano divorando delle pizze dai gusti molto poco classici: si andava da quella con l'ananas a quella con i sottaceti. Alessia era già piena, nonostante ne avesse mangiata solo metà, così cedette ciò che restava a Vladimir, il quale invece gradì molto le fette extra.

La giovane si accoccolò vicino a Nikola, che le cinse la vita con un braccio, e appoggiò la testa sulla sua spalla. Le emozioni di quel pomeriggio l'avevano sfinita.

//Come fanno a non essere stanchi?//

Probabilmente era l'effetto dell'adrenalina...

Si accorse che Goran la guardava e sorrideva. In silenzio, per non interrompere i due fratelli che stavano parlando tra di loro, lei ricambiò lo sguardo, aggrottando leggermente le sopracciglia. Per tutta risposta, l'amico scrollò le spalle e continuò a sorridere.

Alessia aspettò che lui terminasse di mangiare, poi si alzò e prese Goran per mano, portandolo nella camera che condividevano.

<<Perché quello sguardo?>> gli chiese una volta dentro.

<<Vi stavo solo osservando. Siete troppo carini insieme>>

Lei sentì le guance colorarsi: anche se era il suo migliore amico le faceva sempre un certo effetto parlare della sua relazione con Nikola.

Goran l'abbracciò.

<<Scusa, non volevo metterti a disagio. Sono solo molto felice per voi. So che gli ultimi mesi non sono stati semplici, ma adesso potete stare insieme. Vi meritate un po' di felicità>>

Alessia lo strinse e gli diede un bacio sulla guancia.

<<Grazie. Non vorrei nessun altro come mio migliore amico. Ti voglio bene, Goran>>

Tornarono in soggiorno, dove i due fratelli li guardarono incuriositi. Alessia si sedette di nuovo vicino a Nikola e lo abbracciò.

<<Dovete dirci qualcosa?>> domandò loro Vladimir.

Quando voleva era peggio di una pettegola.

La ragazza scosse il capo, concentrandosi poi sul giovane che aveva accanto. Gli accarezzò i capelli e scambiò con lui alcuni sguardi complici. Era così presa da Nikola che non aveva ascoltato una sola parola di quello che Vladimir aveva detto.

<<Ehi, ma mi state ascoltando?>> esclamò quest'ultimo, allargando le braccia e alzando gli occhi al cielo.

Il fratello si girò verso di lui.

<<Scusa, dicevi?>>

<<Stavo dicendo che la sconfitta del Brasile proprio non me l'aspettavo. Mi stavo già preparando a giocare la finale contro di loro, e invece...>>

Alessia rifletté su questo: anche lei aveva creduto che la squadra brasiliana avrebbe trovato il pass per la finale, invece la Russia era riuscita ad eliminarla. Il gioco estroso dei sudamericani non era stato efficace come al solito e i russi ne avevano approfittato. Poteva succedere a tutti di sbagliare l'approccio ad un match; purtroppo per Juan e i suoi compagni, a loro era accaduto in occasione della semifinale olimpica. Ovviamente il ragazzo era estremamente amareggiato e Betty non avrebbe avuto un compito semplice nel cercare di risollevargli un po' il morale.

<<Anche la Russia è una squadra molto forte. Non dobbiamo sottovalutarla>> ragionò Nikola.

Gli altri due annuirono.

Chiacchierarono ancora un po' di quello che era successo quel giorno e di ciò che li aspettava l'indomani, poi, stremati, andarono a dormire.

Il giorno successivo avrebbe potuto essere il più bello e importante della loro carriera e nessuno dei tre voleva mancare all'appuntamento col destino.

Broken SoulWhere stories live. Discover now