Partenza

494 22 15
                                    

Betty fu insolitamente puntuale. Alessia mise sul sedile posteriore la borsa del computer e salì in auto.

<<Avevi paura che partissero senza di te?>> scherzò.

<<Ah ah, divertente. Juan mi ha raccomandato di non arrivare tardi>>

<<Eh, la dura vita della fidanzata di un campione!>>

<<Scherza pure, ma intanto mi dici come mai sei andata ad un appuntamento con ben due suoi compagni?>> le chiese Betty maliziosamente.

<<Guarda che non erano appuntamenti. Erano solo interviste per il mio articolo che, tra parentesi, Clelia ha trovato molto buono>> si difese Alessia.

<<Come dici tu...>>

<<Appunto. Sai cosa penso di due persone di diverse nazionalità che stanno insieme, con tutto il rispetto per te e Juan>>

<<Si, lo so. Ma secondo me sbagli>>

<<Se lui volesse tornare a casa sua, dalla sua famiglia, cosa faresti? Lo seguiresti? Continueresti la relazione a distanza? E per quanto durerebbe?>>

<<Non lo so, forse lo seguirei...>>

<<Oddio! Sei così cotta di lui?>>

<<Dai, Ale. Non pensiamoci e godiamoci questa giornata>> concluse Betty mentre parcheggiava l'auto.

Alessia scese e si infilò a tracolla la borsa del computer, poi seguì Betty verso il pullman, su cui i giocatori e qualche accompagnatore stavano già salendo. Mentre si avvicinavano sentì un brivido lungo la schiena, ma non si soffermò a pensare a cosa fosse dovuto. Salì i gradini e si avviò lungo il corridoio, intenzionata a sistemarsi nelle ultime file. Il pullman era quasi pieno e lei sperò di trovare un angolo per stare tranquilla e non infastidire la squadra. Era quasi in fondo quando si accorse che alcuni giocatori avevano occupato gli ultimi sedili, a differenza degli altri che avevano preferito sistemarsi nelle prime file insieme ai tecnici. Si fermò un secondo per fare mente locale, ma subito Betty la riscosse:

<<Juan!>> si precipitò da lui per salutarlo con un bacio.

Il ragazzo ricambiò il bacio con un po' di imbarazzo. Alessia la seguì e la prese per un braccio, cercando di trascinarla verso un paio di sedili non lontani. Fu allora che si accorse che, oltre a Juan, lì in fondo c'erano Alex Wjsman, Nikola e Goran. I tre guardavano la coppia sorridendo e scherzando.

<<Scusate>> disse lei guardando i due serbi, che adesso la fissavano stupiti. Non si aspettavano proprio che ci fosse anche lei.

<<Andiamo, Betty. Ricordi? Non li dobbiamo disturbare>> continuò a tirare l'amica verso i sedili, solo un paio di file più avanti. Alessia la fece sedere vicino al finestrino, in modo da poter bloccare una sua eventuale fuga. <<Non farmi pentire di averti accompagnata>> la ammonì.

<<Forse dovresti legarla>> scherzò Goran, suscitando l'ilarità del gruppetto.

Alessia lo guardò sorridendo e rispose:

<<Secondo te cosa ho nella borsa?>>

Poi si sedette al suo posto, preparando tutto l'occorrente per lavorare. Block notes, lettore MP3, penna. Voleva annotare quello che avrebbe visto durante il viaggio; sperava che avrebbe potuto esserle utile per la preparazione dell'articolo della settimana successiva.

Il pullman partì alla volta di Milano e all'iniziò Betty borbottò cose incomprensibili, continuando a girarsi verso Juan con uno sguardo dolce e innamorato. Alessia si stava pentendo di essersi fatta convincere, ma fortunatamente, dopo un po', Betty si tranquillizzò e si appoggiò allo schienale, guardando il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino. Questo non doveva essere molto interessante, poiché fu sufficiente una mezz'oretta per farla addormentare.

//Sia benedetta la discoteca!// Pensò Alessia, sapendo che la sera precedente l'amica aveva fatto tardi in un locale.

Lei si concentrò sul suo lavoro, annotando quello che vedeva fare all'allenatore, ai tecnici e ai giocatori. I primi esaminavano statistiche e tabelle sui computer portatili, i secondi parlavano tra loro del più e del meno. Evidentemente non avevano ancora cominciato la preparazione della partita. Aveva però evitato di voltarsi verso i quattro seduti in fondo. Non voleva essere così sfrontata.


Broken SoulWhere stories live. Discover now