Sorpresa

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Quando uscì dalla doccia trovò varie chiamate perse da parte di Goran e di Betty. Probabilmente volevano accertarsi che lei stesse bene. Si sentì un po' in colpa per essere sparita senza dire niente a nessuno, così scrisse ai due amici per rassicurarli. Poi mangiò qualcosa sul divano e si preparò ad una nuova settimana di lavoro.


Era una settimana che lei lo ignorava. Non rispondeva ai suoi messaggi, né alle sue telefonate. La cosa gli dava ancora più fastidio perché aveva saputo che, invece, si era sentita e vista più volte con Goran e Betty. Così, all'ennesimo silenzio da parte sua, salì in auto e si diresse verso la redazione del giornale. Entrò indisturbato: nessuno lo fermò, né gli chiese alcunché. Si aggirò per alcuni minuti tra le scrivanie, cercandola. Sapeva infatti da Goran che stava lavorando al suo ultimo articolo e che lo stava facendo proprio lì, in quanto aveva avuto dei problemi col suo computer. Assorto nella sua ricerca, quasi si scontrò con Clelia. La riconobbe subito, dopotutto l'aveva vista solo una settimana prima. Anche lei lo riconobbe.

<<Buongiorno. Sta cercando Alessia?>>

<<In effetti, si>>

<<E' nell'ufficio in fondo a sinistra.  Credo che abbia quasi finito>>

<<Grazie>> Nikola si incamminò verso l'ufficio che gli era stato indicato.

Arrivato sulla soglia, la osservò in silenzio mentre lavorava. Gli era mancata. Il loro rapporto era diventato molto stretto ultimamente e non avere sue notizie per una settimana era stato duro. Ancora non capiva il motivo per cui lo aveva evitato.

//Ok, forse non è del tutto vero. Potrei avere un'idea...//

Interruppe quei pensieri pericolosi e bussò sulla porta aperta.

<<Ho quasi finito! Tra poco l'ufficio sarà tutto tuo, Chiara>> disse lei senza sollevare lo sguardo dal computer.

<<Non sono Chiara>> rispose lui con un mezzo sorriso.

Lei alzò di scatto la testa e rimase senza parole nel vederlo.

<<Che ci fai qui? Come sei entrato?>>

<<Credo che io e te dobbiamo parlare>>

La vide sospirare.

<<Dammi dieci minuti>>

<<Ti aspetto in corridoio>> così dicendo le lanciò un'ultima occhiata prima di uscire dall'ufficio.


Alessia lo raggiunse e gli fece cenno di seguirla. Salirono due rampe di scale e uscirono su un piccolo terrazzo. L'aria primaverile le colorò immediatamente le guance e Nikola la trovò bellissima. Si appoggiò alla balaustra e le domandò quello che lo assillava da molti giorni.

<<Cosa c'è che non va?>>

<<Non c'è niente che non va>> rispose lei troppo in fretta.

<<Strano. Sembrava che mi stessi evitando>>

Un silenzio colpevole e lo sguardo basso gli confermarono che aveva ragione.

<<Qual è il problema?>> insistette. Si accorse che lei si stava torturando le mani, così le prese tra le sue e si abbassò fino a poterla guardare negli occhi. <<La verità>>

Lei esitò, poi rispose con voce flebile:

<<Ti chiedo scusa. Probabilmente non è niente. Devo essermi immaginata tutto>>

Nikola capì a cosa si riferiva. Non l'aveva fatto di proposito; non se ne era nemmeno reso conto finché lei non lo aveva salutato, lasciandolo attonito. Allora aveva realizzato quello che era "quasi" successo.

<<Non te lo sei immaginata>>

Lo sguardo che gli lanciò gli fece battere il cuore più velocemente. Per alcuni secondi nessuno dei due parlò. I loro occhi erano incatenati e si tenevano ancora per mano. Fu lei a rompere il silenzio.

<<Beh, in fondo non è successo niente. Mettiamoci una pietra sopra>>

<<No>>

<<Come?>>

<<Non voglio fare finta di niente>> le disse con convinzione. <<Dobbiamo parlare di quello che c'è tra noi>>


//Quello che c'è tra noi?//

<<Non può esserci niente tra noi>> disse a mezza voce, più a sé stessa che a lui. Si allontanò, guardando il panorama senza vederlo.

<<E' inutile negarlo>> disse Nikola semplicemente. <<Quando siamo insieme ho voglia di toccarti, quando sei lontana penso sempre a te>>

<<Smettila>> lo implorò.

Lui si avvicinò, fermandosi dietro di lei.

<<So che anche tu provi queste cose>>

Alessia scosse la testa per negare, ma non riuscì a parlare. Aveva un groppo in gola e i suoi pensieri si rincorrevano alla velocità della luce.

<<Se mi sbaglio, dimmelo in faccia>> la provocò lui.

//Non ci riesco!//

<<Tu non capisci!>> si girò di scatto e lo fissò. <<Tutto questo...>> gesticolò in maniera confusa. <<Io non posso. Va contro tutto quello che ho sempre pensato e poi...>> sentiva che si stava facendo sopraffare dall'agitazione, così fece un respiro profondo e cercò di calmarsi. <<Tu sei un ragazzo splendido e meriti una persona che possa renderti felice. E quella persona non sono io>> così dicendo lo superò e fece per andarsene, ma si sentì afferrare per il braccio. Fu costretta a voltarsi e si trovò a pochi centimetri dal viso di lui.

<<Non mi arrenderò facilmente. E' una promessa>> le sussurrò. Poi la lasciò andare.

Ancora scossa, Alessia rientrò nell'edificio.


Avrebbe tanto voluto parlarne con qualcuno, ma non voleva coinvolgere Goran, dato il suo rapporto con Nikola; e Betty era troppo ingenua ed ottimista per capire le sue preoccupazioni. Perciò si tenne tutto dentro e, per rilassarsi un po', si avviò verso casa a piedi. Camminare le avrebbe fatto sicuramente bene. Era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse di essere seguita.


Maledizione, l'aveva persa ancora! Ma stava restringendo il cerchio: ormai conosceva i posti che frequentava e sapeva dove lavorava. Non ci avrebbe messo molto a capire dove viveva. E lì avrebbe potuto finalmente trovarla da sola...

Broken SoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora