Polizia

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La Serbia vinse agevolmente il suo ottavo di finale contro il Belgio; al turno successivo avrebbe trovato la Francia. Anche il Brasile di Juan aveva trionfato sugli Stati Uniti, che avrebbero così lasciato il torneo su cui avevano invece puntato molto, ed era atteso ai quarti dalla Bulgaria.

In quei giorni Alessia passava il proprio tempo libero con Nikola oppure con Betty, la quale aveva voluto conoscere i dettagli del loro appuntamento. Dettagli che Alessia aveva in parte omesso; non poteva proprio raccontare all'amica che lei e Nikola erano andati vicinissimi a fare l'amore sul divano, incuranti del rischio di venire sorpresi da Goran e Vladimir. E che, se non fosse stato per Nikola, lei non si sarebbe fermata.

Da quella sera stavano molto attenti a non esagerare; non volevano rischiare di perdere nuovamente il controllo, così cercavano di limitare i contatti, ma non era facile. Un paio di volte erano stati salvati dalle provvidenziali interruzioni di Vladimir, che, con tempismo perfetto, capitava al posto giusto al momento giusto. In quelle occasioni il giovane non aveva risparmiato loro qualche battuta, ma Alessia aveva l'impressione che lui li stesse in qualche modo controllando. Probabilmente voleva solo assicurarsi che suo fratello rimanesse concentrato sull'obiettivo, vincere le Olimpiadi. Era quella la cosa più importante.


Quella sera erano andati tutti a letto presto. L'indomani pomeriggio li attendeva la Francia.

Goran si svegliò nel cuore della notte con la gola secca. Si alzò in silenzio e andò a prendere un bicchiere d'acqua in cucina. Dopo aver bevuto, tornò in camera.

Rimase sorpreso di trovare la luce sul comodino accesa e Alessia seduta sul letto, col cellulare all'orecchio.

<<Grazie>> la udì dire, con una voce molto strana.

Poi la ragazza chiuse la conversazione e rimase a fissare il cellulare con gli occhi sbarrati.

Goran le si sedette accanto e, anche senza toccarla, si accorse che tremava.

<<Ale, chi era al telefono?>> le domandò preoccupato.

Lei sembrò accorgersi solo allora della sua presenza. Cercò i suoi occhi e gli rispose con un filo di voce.

<<Era la polizia, dall'Italia. L'avvocato di Antonio ha chiesto per lui la scarcerazione in attesa del processo, con solo l'obbligo di firma. Dovrò presentarmi all'udienza fissata a fine settembre e testimoniare davanti al giudice, che dovrà decidere se accogliere la richiesta dell'avvocato>>

Lui si rese conto che era sconvolta.

<<Goran, e se... Se lo fanno uscire?>> gli chiese sull'orlo del pianto.

Goran l'abbracciò, accarezzandole la schiena. Lei nascose il viso contro il suo petto, ma non smise di tremare.

<<Aspetta qui>> le disse lui dolcemente, prima di alzarsi e uscire dalla stanza.

Broken SoulWhere stories live. Discover now