Intervista

716 29 26
                                    

Arrivò al palazzetto in anticipo di quindici minuti. L'appuntamento era per le ore 18. Avrebbe avuto a disposizione mezz'ora per le interviste prima dell'inizio dell'allenamento. Trovò Fizzi che l'aspettava all'ingresso del campo di gioco.

<<Buonasera. Ho anticipato ai ragazzi il motivo della sua visita e sono tutti disponibili a rispondere a qualche domanda. Purtroppo però il tempo che le posso concedere non è molto>>

<<Andrà benissimo, grazie>>

Si avvicinarono al gruppo e l'allenatore la presentò.

<<Siate educati, mi raccomando. Non fatevi riconoscere!>> scherzò.

Una risata generale sciolse un po' l'atmosfera e Alessia, pur sentendosi in soggezione in mezzo a quei giganti - il più "basso" era il libero francese, "solo" 185 centimetri - cominciò le interviste. Iniziò dalle riserve, giocatori molto giovani e con poca esperienza, ma determinati ad imparare il più possibile dai loro compagni più titolati. Pose loro un paio di domande a testa, ma il suo obiettivo erano i titolari. Voleva scrivere un articolo vibrante di entusiasmo e di attesa per il big-match che sarebbe andato in scena nel giro di un paio di settimane. Quando venne il turno di Juan, Alessia lo ringraziò per il pensiero che aveva avuto nei suoi confronti.

<<So che a volte Betty è un po' particolare, ma è una brava ragazza>>

<<Lo so, è speciale>> rispose lui.

La ragazza, capendo di potergli affidare l'amica con tranquillità, si rilassò e proseguì con l'intervista.

Quando si rese conto che il tempo a disposizione era ormai terminato e che non aveva ancora parlato con Kiljc e Mester, cercò una soluzione. L'articolo non poteva considerarsi completo senza di loro. Si avvicinò così ai due giocatori, che stavano parlando e scherzando tra di loro con grande complicità. Nikola la salutò come se si conoscessero da sempre.

<<Ciao!>>

Alessia si sentì indifesa sotto lo sguardo di quell'uomo, così amichevole e diretto, quansi senza pudore.

<<Lui è il mio amico Goran...>>

<<...Mester>> terminò lei, tendendogli la mano e cercando di sembrare sicura e autorevole. Lui le strinse la mano e sorrise.

<<Il tempo è finito e voi dovete allenarvi, ma mi piacerebbe potervi intervistare con calma, uno alla volta. Siete le due stelle di questa squadra e non potete mancare nell'articolo>>

<<Cosa proponi?>> chiese Nikola.

Alessia non esitò.

<<Domani a pranzo al ristorante qui di fronte>>

Poi guardò Mester e aggiunse:

<< Domani sera, dopo l'allenamento, a cena. Stesso posto. Ok?>>

I due si guardarono e risposero all'unisono:

<<Andata>>

<<Bene. Io mi metterò in tribuna a riordinare un poco le idee e a scattare qualche foto. Buon allenamento>> li salutò Alessia. Mentre si dirigeva verso la tribuna sentiva i loro occhi addosso.

Durante l'allenamento scattò molte foto, cercando di inquadrare ogni singolo giocatore, ma inevitabilmente finiva per focalizzarsi sempre sui due compagni di nazionale serbi. La loro era classe pura, cristallina. Mester attaccava, murava, batteva, riceveva e difendeva, tutto ad altissimo livello. Kiljc batteva e murava ottimamente, oltre a nascondere benissimo le sue intenzioni durante i palleggi e ad alzare con precisione millimetrica ogni singolo pallone. Non c'era da stupirsi che la loro nazionale fosse praticamente invincibile in quel periodo!

Quando vide che l'allenamento era finito, Alessia cominciò a raccogliere le proprie cose.

<<Ti serve un passaggio?>>

La ragazza si voltò di scatto e si ritrovò a pochi centimetri dal viso dell'alzatore serbo.

<<Non disturbarti, posso tornare a piedi>> rispose dopo un attimo.

<<Nessun disturbo, mi è di strada>> lui continuava a guardarla dritto negli occhi e lei si ritrovò ad accettare l'offerta.


Dopo un po' i due si ritrovarono sul piazzale e Nikola la fece salire in auto aprendole la portiera. Alessia non era abituata a tanta galanteria e si sentì lievemente a disagio, ma cercò comunque di fare conversazione lungo il tragitto.

<<Non è proprio quella che si direbbe l'auto di uno sportivo>> commentò, facendo vagare lo sguardo sulla normalissima city car blu. <<Scusa, non volevo essere scortese. E' che ci si aspetta sempre che un campione giri con macchine costosissime, circondato da top model>>

<<Mi dispiace deluderti. Dovrò provvedere per entrambe le cose>> le strizzò l'occhio.

<<Dico sul serio. La popolarità non ti tenta?>>

Nikola restò in silenzio per qualche istante, poi rispose:

<<Noi non siamo calciatori. Viviamo vite normali, con case e auto normali. L'importante è ricordarsi sempre da dove si viene>>

Alessia apprezzò questa risposta e l'annotò mentalmente.

Nel frattempo arrivarono a destinazione. Nikola parcheggiò e scese per aprirle la portiera. Lei lo lasciò fare e una volta fuori si voltò per ringraziarlo.

<<Grazie del passaggio. Ci vediamo a mezzogiorno?>>

<<A mezzogiorno in punto. Buona serata>>

<<Ciao>> dopo uno sguardo, Alessia si incamminò verso il portone, pensando al pranzo che l'attendeva.


Broken SoulWhere stories live. Discover now