Allenamento

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Quella settimana avrebbero giocato l'ultima partita di campionato, fondamentale per mantenere il primo posto in classifica e agguantare così la promozione in serie D. Beppe aveva organizzato un allenamento extra per mettere a punto gli schemi che avrebbero usato la sera successiva durante il match. Erano circa a metà allenamento quando le ragazze udirono le porte della palestra aprirsi e videro un ragazzo entrare e accomodarsi sulle gradinate. Molte lo riconobbero e un mormorio di sottofondo si diffuse. Durò solo pochi istanti, finché Beppe non riportò tutte in riga. Mentre la squadra riprendeva gli esercizi, l'uomo prese Alessia in disparte.

<<Come mai è venuto all'allenamento?>>

<<Non ne ho idea>> ed era la verità. Era rimasta sorpresa vedendolo entrare.

Beppe si diresse verso Nikola e Alessia lo seguì.

<<Buonasera. Non ci hanno mai presentati>> lo salutò Beppe tendendogli la mano. <<Sono Giuseppe>>

<<Nikola>> il ragazzo gliela strinse con decisione.

<<Come mai qui?>> gli chiese.

Alessia era rimasta in silenzio e attendeva la risposta a quella domanda.

<<So che domani giocherete l'ultima partita di campionato. Attualmente sono a riposo per un piccolo infortunio. Se per lei va bene, vorrei aiutare Alessia dopo la fine del vostro allenamento>>

Beppe acconsentì subito con entusiasmo e tornò dalla squadra, facendo cenno ad Alessia di seguirlo.


Quando tutte le ragazze furono andate negli spogliatoi, non senza averle lanciato occhiatine curiose, lei e Nikola rimasero soli in palestra. Anche Beppe se ne era andato, lasciandole le chiavi per chiudere l'impianto.

Nikola le si avvicinò. Il suo ginocchio ormai era quasi guarito, ma non poteva ancora sforzarlo.

//Cosa avrà in mente?//

<<Mi dispiace aver creato scompiglio, ma volevo aiutarti. So quanto è importante la partita di domani per voi>>

<<Sei sicuro che il tuo ginocchio non ne risentirà?>> si preoccupò Alessia.

<<Tranquilla, farai tu tutto il lavoro>> le sorrise.

<<Ah, grazie!>> rise lei.

La ragazza si mise in posizione sotto rete e aspettò istruzioni.

Nikola le chiese di fare qualche alzata nelle varie zone del campo, sia in prima che in seconda linea. La guardava con occhio critico, ma non parlava. Finita la serie di alzate, finalmente le disse:

<<Sei molto precisa, ma anche leggibile. Devi migliorare questo aspetto, anche se all'inizio perderai in precisione>>

<<E come dovrei fare?>>

<<Ti dirò io dove palleggiare, ma solo all'ultimo secondo. Così non potrai usare le mani e i polsi come fai di solito quando ti prepari all'alzata>>

Detto questo, iniziò a lanciarle dei palloni sulla testa, dandole indicazioni proprio all'ultimo. Alessia sbagliò un sacco di alzate all'inizio, poi piano piano riuscì ad eseguire l'esercizio molto meglio, almeno per quanto riguardava le alzate davanti e in pipe. Continuava invece ad avere molti problemi con quelle all'indietro, in cui era solita inarcare la schiena per spingere la palla più velocemente. Ma non sapendo dove avrebbe dovuto palleggiare era costretta a rimanere in una posizione neutra che non le permetteva di giocare con sufficiente tranquillità e precisione. Stava per dirlo a Nikola, ma lui l'anticipò.

<<Devi cambiare la posizione delle braccia e dei polsi, altrimenti non riuscirai a palleggiare all'indietro senza inarcarti>>

Alessia lo guardò in silenzio, senza capire come avrebbe dovuto modificare la postura. Aspettò che lui le mostrasse cosa fare. Rimase di stucco quando invece lui le si avvicinò, mettendosi dietro di lei. Per un attimo il cervello smise di funzionare e lei non si ricordò nemmeno quello che stava facendo. Tutto quello a cui riusciva a pensare era la sua schiena a contatto col corpo di Nikola. Quando lui le posò le mani sui fianchi per mostrarle la corretta posizione delle gambe, la gola le si seccò all'istante. Apparentemente Nikola non si accorse di nulla, perché proseguì raddrizzandole la schiena e le spalle. Le sue mani salirono poi delicatamente lungo le braccia, fino ai polsi e alle dita, tenendogliele nella posizione che voleva mostrarle. A questo punto Alessia non capiva più niente. Sentiva il cuore martellarle nelle orecchie e piccoli brividi attraversarle la spina dorsale. Non si rese conto di avere una palla tra le mani finché lui non le disse piano all'orecchio:

<<Prova ora>>

Il suo corpo reagì d'istinto e lei palleggiò. Effettivamente l'alzata venne benissimo, ma Alessia non se ne accorse. Era troppo confusa dalle reazioni che il suo corpo aveva avuto al tocco di Nikola. Lui era ancora dietro di lei e lo sentì respirare profondamente. Non la stava più toccando, ma i loro corpi erano ancora a contatto. Libera dall'incantesimo delle sue mani, Alessia trovò la forza per allontanarsi.

<<Basta così. Grazie>> gli disse senza voltarsi. Poi corse nello spogliatoio.

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