Contatto

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Alessia era rimasta come ipnotizzata dalle sue carezze, che le avevano fatto venire la pelle d'oca. Scoprì che, continuando a guardarlo negli occhi, le era più semplice ignorare il suo malessere. Riusciva almeno a guadagnare tempo.

<<Hai paura?>> la sua domanda la costrinse a concentrarsi su di lui.

<<Si>> confessò. A quel punto, non aveva senso negare.

<<Di me?>> una piccola ruga gli si formò sulla fronte mentre parlava.

<<No>> la risposta di Alessia fu decisa e sincera.

<<Di cosa allora?>> Nikola continuava ad accarezzarle il viso e non si allontanò nemmeno di un millimetro da lei.

<<Ho paura di quello che provo quando sono con te; ho paura di non riuscire a gestirlo; e ho paura che il mio passato non scomparirà mai>>

<<Il passato non può scomparire, è parte della persona che sei ora. Ma puoi imparare a conviverci>>

<<E se non ci riuscissi?>> chiese in un soffio.

<<Ci riuscirai. Ti aiuterò io, ok?>>

<<Ok>>

Nikola si avvicinò molto lentamente a lei, finché i loro nasi non si sfiorarono. Alessia percepì il respiro di lui sul viso, ma non indietreggiò. Chiuse gli occhi e svuotò la mente. Esisteva solo Nikola.

Quando le labbra di Nikola sfiorarono le sue qualcosa accadde dentro di lei. Tutti i muri e le convinzioni dietro cui si era barricata si frantumarono. Le sue labbra erano morbide e il loro tocco delicato. Lui non aveva mai smesso di muovere piano le dita sulle sue guance e Alessia gli appoggiò una mano sul petto, sopra il cuore. Il suo battito era leggermente accelerato e questo le piacque, perché capì che era emozionato. Non sapeva da quanto tempo si stavano baciando, non le importava.

Poi, all'improvviso, tutto cambiò.


Rimase interdetto quando lei lo allontanò di scatto. Credeva che le cose stessero andando bene. Aveva semplicemente appoggiato le labbra su quelle di lei, cercando di essere il più delicato possibile. Era bastato quel piccolo contatto per fargli battere il cuore più veloce. L'aveva sentita arrendersi al suo tocco ed era stato bellissimo ed emozionante.

Ma poi lei si era tirata indietro e lo aveva allontanato.

<<Ale>> aveva tentato di riavvicinarsi a lei, ma quando l'aveva vista tremare, in lacrime, si era fermato. Tutto quello che voleva era prenderla fra le braccia e consolarla, ma non poteva farlo. Si rese conto improvvisamente che i gesti che per lui erano un segno di affetto, per lei significavano violenza. Intanto lei continuava a tremare e a piangere e lui non poteva farci niente.

<<Ti prego, va via>> lo supplicò.

<<Non posso lasciarti così>>

<<Ti prego>>

Lo sguardo che gli rivolse fu una pugnalata. Esitò, ma poi si diresse verso la porta, chiudendosela alle spalle.


Non la chiamò il giorno dopo, né quello dopo ancora. Non passò a trovarla, né le scrisse. Alessia era sollevata e amareggiata allo stesso tempo.

La sera prima le ci era voluta un'ora buona per riuscire a calmarsi. Continuava a rivivere l'aggressione di Antonio. Le sue mani su di lei, il suo alito che sapeva di alcol. Aveva impiegato anni a relegare in un angolo della sua mente i ricordi di quello che aveva subìto da ragazzina, e ogni tanto quei demoni tornavano comunque a tormentarla. Quanto tempo sarebbe stato necessario per superare questa, di violenza? Se da una parte la vicinanza di Nikola le infondeva un senso di protezione e di sicurezza, dall'altro i ricordi di quella sera in palestra erano ancora troppo vivi in lei. Non poteva andare avanti così. Avrebbero sofferto entrambi. Nonostante quello che aveva provato la sera precedente - quel bacio appena accennato era stato in grado di scombussolarla più di quanto avesse mai immaginato - doveva mettere fine a quella storia. Per il bene di entrambi.

Prese carta e penna e iniziò a scrivere.

Broken SoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora