Tuffi

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In preparazione alla sfida contro l'Argentina Boban aveva programmato un allenamento mattutino e uno pomeridiano. Alessia non capiva come i ragazzi reggessero quel ritmo massacrante; lei dopo un solo allenamento con loro si era sentita più stanca che mai.

Tra le due sessioni ebbero però il tempo di andare a vedere una gara di tuffi, di cui Alessia era appassionata. I ragazzi invece ammisero la loro ignoranza in merito. La gara femminile dal trampolino da un metro vide vincere, secondo pronostico, la fortissima tuffatrice cinese, campionessa del mondo in carica. Ma, subito dietro, la medaglia d'argento finì al collo della campionessa italiana.


Non c'era niente di meglio di una serata sul divano in compagnia di un film e del ragazzo di cui era innamorata.

Alessia era accoccolata vicino a Nikola e gli cingeva la vita con un braccio. La sua testa era appoggiata al petto di lui, che le passava lentamente le dita tra i capelli.

La ragazza non stava seguendo molto il film; le dita di lui tra i suoi capelli la facevano rabbrividire, distraendola. Alzò lo sguardo sul suo viso e lo trovò intenta a scrutarla.

<<Vuoi che smetta?>>

<<Assolutamente no>> rispose continuando a tremare.

Nikola sorrise e lei non poté fare a meno di pensare che era bellissimo. Si sollevò leggermente e gli diede un piccolo bacio a stampo, poi si appoggiò nuovamente su di lui.

<<Per favore! Siamo troppo giovani per il diabete!>> udì Vladimir esclamare mentre apriva una dispensa per preparare a lui e a Goran una tazza di the caldo.

Alessia lo ignorò; ormai si era abituata alle sue battutine e ai suoi commenti: sapeva che facevano parte del suo rapporto col fratello, era il suo modo di far sapere a Nikola che lui era lì in caso di bisogno.

Grazie a Dio Goran era più discreto.

<<Dopo il match con l'Argentina avremo una piccola pausa, prima degli ottavi. Voglio portarti fuori, solo tu e io>> Nikola le disse piano.

Il cuore di Alessia perse un battito.

<<Stai dicendo...>>

<<Un vero appuntamento>> le sorrise ancora. <<Non ne abbiamo mai avuto uno>>

Alessia gli circondò il collo con le braccia e mormorò vicino al suo orecchio:

<<Non vedo l'ora>>


Betty arrivò come un tornado. Dopo diciotto ore di volo e chissà quante di scalo, era perfetta e radiosa come se fosse appena uscita da un centro benessere.

//Ma come fa? Io ero impresentabile...//

Le due amiche si abbracciarono come se non si vedessero da secoli, poi Betty salutò Goran e Nikola. Infine si presentò a Vladimir.

Erano riusciti ad andare in aeroporto approfittando del poco tempo libero concesso loro da Boban, mentre Juan era impegnato in allenamento. Dopo pranzo avrebbero dovuto rientrare al Villaggio e prepararsi per la partita contro l'Argentina.

Adesso erano davanti all'hotel scelto dalla ragazza per soggiornare: un bellissimo albergo nel centro della città, poco lontano dalla splendida Opera House. Alessia non voleva nemmeno provare ad immaginare quanto fosse costata a Betty la prenotazione...

<<Domani pomeriggio verrai con me a vedere Juan giocare?>> le domandò l'amica.

<<Certo, domani i ragazzi non giocano>>

<<Come sono felice! Non vedo l'ora di rivederlo!>>

Gli amici risero: Betty non sarebbe mai cambiata, e questa sua spontaneità era uno dei suoi lati migliori.

<<Ale, domani mattina ti aspetto qui. Dobbiamo trascorrere un po' di tempo tra ragazze>> le disse facendole l'occhiolino.

Alessia pensava di avere intuito a cosa l'altra si riferisse. Arrossì e mormorò un assenso poco convinto.

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