Scorta

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Quando fu il momento di tornare a casa Betty se ne andò con Juan e Alessia fece per incamminarsi verso il suo appartamento, che fortunatamente non era lontano, quando la voce di Goran la bloccò:

<<E' tardi ed è escluso che torni a casa a piedi da sola>>

Alessia si voltò, già pronta a ribattere, ma si trovò davanti due statue che la fissavano a braccia conserte. Goran e Nikola non avrebbero accettato nessuna giustificazione. Ma aveva davvero bisogno di camminare un po' per schiarirsi le idee; così ci provò lo stesso.

<<Vi avverto che non accetterò passaggi da nessuno dei due stasera. Ho voglia di camminare>>

<<E camminata sia>> disse Goran con un sospiro dopo un'occhiata d'intesa con l'amico.

//Cosa?//

Alessia non sapeva cosa dire. Non aveva calcolato quell'eventualità. Le sembrava irreale tornare a casa di sera, col vento freddo che le sferzava il viso, scortata non da uno, ma da due... ragazzi? Idoli sportivi? E lei che li stava facendo camminare al freddo! Ad un tratto le balenò in testa un pensiero e si bloccò.

<<Ma poi dovrete tornare indietro a prendere le macchine!>>

<<E' una bella sera per una passeggiata>> le rispose Nikola con un sorriso.

<<Si, una lunga e romantica passeggiata mano nella mano>> scherzò Goran, guardando l'amico con occhi languidi.

Scoppiarono a ridere a Alessia dovette ammettere che stava bene in loro compagnia. Più li conosceva e più le piacevano.

Dopo una decina di minuti Alessia si ritrovò sotto casa.

<<Grazie di avermi accompagnata>> disse un po' imbarazzata.

<<E' questo che fanno gli amici>> le sorrise Goran.

<<Quindi siamo... amici?>> la ragazza era titubante e, allo stesso tempo, sentiva una leggera eccitazione crescerle dentro. Se la consideravano un'amica voleva dire che non si comportavano così solo per educazione, ma che apprezzavano la sua compagnia, almeno un po'.

<<Ci stiamo lavorando>> concluse Nikola. <<Per esempio, dovremmo scambiarci i numeri>>

Prima di rendersene conto, aveva aggiunto alla sua rubrica i numeri dei due giovani e aveva dettato loro il proprio.

Si salutarono e Alessia li guardò allontanarsi dalla finestra. Il freddo di quella sera non servì a calmare i battiti accelerati del suo cuore.


Per tutta la settimana Alessia lavorò sodo al suo nuovo articolo, un piccolo resoconto dei lavori che l'amministrazione comunale intendeva svolgere entro la scadenza del mandato: riasfaltare qualche strada sconnessa, ripristinare la segnaletica ove mancante o rovinata, abbellire il corso principale della città con delle aiuole. Riuscì così a pensare molto meno a quello che le frullava in testa. Non le sembrava reale la piega che avevano preso gli eventi ultimamente; ed era ancora più strano il fatto che avesse permesso a se stessa di farsi coinvolgere così facilmente. Aveva bisogno di stare da sola per un po' e riprendere il controllo della situazione. Fu così che, quando Betty la chiamò per chiederle se avesse voluto accompagnarla a salutare i ragazzi prima della partenza per la Calabria, dove si sarebbe svolto il turno di campionato quella domenica, lei rifiutò. Si scusò con l'amica, ma un impegno di lavoro improvviso non le avrebbe permesso di allontanarsi dal suo computer quel giorno.


Persino Betty, che aveva un'anima candida e genuina, non credette a questa scusa, ma non insistette. Si rese conto che l'amica aveva bisogno di un po' di solitudine: il suo carattere riflessivo e un po' schivo si apriva con difficoltà ed essere catapultata in una situazione così diversa dalla vita quotidiana doveva avere incrinato i suoi equilibri. Così andò da sola a salutare Juan e gli altri e, mentre i ragazzi salivano sul bus che li avrebbe portati in aeroporto, le sembrò di cogliere, solo per un secondo, uno sguardo strano negli occhi di Nikola. Avrebbe giurato che fosse delusione.


Alessia si impose di non guardare la partita in televisione e cercò di distrarsi con un bel bagno caldo e un buon libro. Più tardi venne a sapere, guardando l'edizione serale del telegiornale locale, che Juan e gli altri avevano sconfitto in tre set gli avversari, in una partita mai incerta. Fu contenta del risultato e, ancor di più, di essersi ripresa i suoi spazi e i suoi momenti di riflessione.

//Vedi? Non è cambiato niente. Sei sempre tu//

Aveva di nuovo il controllo della situazione.

Broken SoulTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon