Sveglia

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La mattina si svegliò che fuori era ancora buio e, nonostante avesse dormito per tutta la notte, si sentiva ancora spossato. Andò in bagno e poi in soggiorno, dove ispezionò la piccola dispensa, scoprendo che era rifornita del necessario per preparare the e caffè. Almeno quella mattina non avrebbero dovuto uscire per fare colazione.

Stava per preparare il caffè per tutti quando la porta dell'altra stanza si aprì e ne uscì Alessia, ancora mezza addormentata. La ragazza si trascinò verso il bagno senza accorgersi di lui. Nikola sorrise: per essere un tipo mattiniero, quel giorno non era messa meglio di loro.

Quando la ragazza tornò in soggiorno e lo vide, gli si avvicinò e lo abbracciò, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. Rimasero così per alcuni minuti, poi Nikola si staccò e la baciò. Mentre la baciava le accarezzò i capelli, ancora in disordine, e la schiena, sentendola rabbrividire.

Furono interrotti da Goran, il quale si era appena svegliato e stava prendendo un bicchiere d'acqua in cucina. Si staccarono all'istante e Nikola vide Alessia girarsi dall'altra parte per evitare lo sguardo dell'amico.

<<Guardate che noi lo sappiamo che state insieme, non dovete fare i timidi>> biascicò Goran con la voce ancora impastata dal sonno. Evidentemente il jet leg aveva colpito anche lui.

All'appello mancava solo Vladimir, che tuttavia non smentì la sua fama di dormiglione e rimase a letto per un'altra ora abbondante. Quando finalmente si alzò, loro tre avevano già fatto colazione e stavano chiacchierando intorno al tavolo.


Si prepararono per il primo allenamento: i ragazzi avrebbero svolto una seduta defaticante con l'aiuto del fisioterapista, in modo da sciogliere articolazioni e muscoli dopo i lunghi voli del giorno precedente, mentre lei avrebbe debuttato nel suo nuovo ruolo di fotografa. Le immagini che avrebbe scattato sarebbero poi servite all'addetto stampa della squadra per redigere gli articoli destinati ai quotidiani nazionali serbi, che avrebbero seguito l'avventura australiana della delegazione. Infatti, a differenza dell'Italia, in Serbia la pallavolo era seguita e famosa tanto quanto il calcio.

La prima mattinata di lavoro andò bene; metà dei giocatori aveva giocato o giocava in Italia, quindi non aveva avuto problemi di comunicazione con loro. Anche Boban parlava un italiano quasi perfetto: le raccontò infatti di aver giocato e vissuto in Italia per vent'anni. Con il resto della squadra e dello staff aveva parlato inglese. Si era trovata bene con tutti ed era contenta di poter fare un lavoro che amava.


Nel pomeriggio si ritrovarono tutti e quattro nel loro soggiorno; l'indomani sarebbero cominciati gli allenamenti veri e propri in vista della prima partita del girone, che si sarebbe svolta due giorni dopo contro l'Egitto.

Alessia era seduta sulle ginocchia di Nikola, davanti al tavolo, e stava scaricando sul computer le immagini scattate quella mattina. Alcune avrebbero avuto bisogno di un piccolo ritocco in post produzione, ma la maggior parte andava bene così com'era. Concentrarsi però non era semplice, perché Nikola continuava ad accarezzarle la schiena e le braccia, molto delicatamente, e sentiva il suo respiro sul collo e sulle guance.

Si girò verso di lui.

<<Così mi rendi difficile lavorare>> gli sussurrò sorridendogli.

Lui ricambiò il sorriso.

<<"Fase due">> le rispose semplicemente, sotto voce, e insinuò le dita della mano sotto la sua maglietta, fino a sfiorarle la pelle della schiena.

Alessia reagì immediatamente al suo tocco, inspirando e fissandolo. Stava per parlare di nuovo, quando furono interrotti da una voce.

Broken SoulWhere stories live. Discover now