Riflessioni

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Betty e Juan se ne erano andati, così Goran e Nikola decisero di fermarsi a bere qualcosa in un locale prima di tornare a casa. Quando si furono seduti, iniziarono a parlare di quella serata, della partita a cui avevano appena assistito e di Alessia.

<<E' stata brava, lucida. A parte l'inizio. Proprio non si aspettava che andassimo a vederla giocare. Tu che ne pensi, Nik?>>

L'amico si disse d'accordo e fece alcune osservazioni positive anche sul gesto tecnico del

palleggio che Alessia aveva mostrato quella sera.

<<Però è ancora troppo leggibile>> concluse.

<<Peccato che non sia più alta; non potrà scalare molte categorie. Anche se è una palleggiatrice, la pallavolo moderna richiede centimetri. Le eccezioni si contano sulle dita di una mano>> proseguì Goran. I due scambiarono ancora qualche frase, poi si salutarono, avviandosi ciascuno verso il proprio appartamento.


I giorni passavano e Alessia lavorava per completare gli ultimi ritocchi al suo articolo, che sarebbe uscito sull'edizione di sabato, in attesa del big-match della domenica pomeriggio. Aveva cercato di non pensare a quel martedì sera, quando Nikola e Goran avevano assistito alla sua partita. Vederli seduti tra il pubblico l'aveva mandata in una confusione totale, lei che solitamente riusciva a non farsi distrarre da niente. Infatti il suo allenatore se ne era accorto subito. Invece nessuna delle sue compagne aveva fatto domande al riguardo; sembrava che non si fossero accorte di quegli speciali spettatori.

Aveva cercato di non pensarci, ma non ci era riuscita. Continuava a domandarsi perché si trovassero lì; non riusciva a capacitarsi che due come loro avessero scelto di seguire una semplice partita di I divisione. Per Juan era diverso, lui aveva accompagnato la sua ragazza, ma loro? Ovviamente non ne aveva parlato con Betty: non voleva dare all'amica la soddisfazione di sapere che era rimasta turbata. Chissà cosa avrebbe potuto pensare?


Tutto il mondo della pallavolo aspettava quella partita. Il palazzetto era pieno, decine di bandiere e striscioni pendevano dalle gradinate. Le due tifoserie si stavano già dando battaglia e i giocatori si stavano riscaldando. Alessia raggiunse Betty nelle file subito dietro la panchina di Cuneo, munita di block notes, penna e macchina fotografica. L'amica stava sfogliando una rivista, ma si interrompeva spesso per osservare Juan. Fuori la temperatura era gelida, ma all'interno dell'impianto le ragazze dovettero togliersi i cappotti e le sciarpe. Alessia aprì il taccuino e cominciò a scrivere, annotando quelle che sarebbero state le formazioni iniziali e ogni curiosità che riusciva a carpire. Quando lo speaker chiamò in campo i giocatori, fu contenta di vedere che Nikola e Goran avrebbero giocato fin dall'inizio. D'altronde la squadra non poteva fare a meno di loro se voleva sconfiggere Macerata, distante un solo punto e detentrice momentanea del secondo posto in classifica. Era arrivata tardi quel pomeriggio e non aveva avuto modo di incontrare i ragazzi prima dell'inizio del riscaldamento, ma almeno in parte si sentiva sollevata: non avrebbe saputo come comportarsi con loro dopo martedì sera. Aveva evitato l'imbarazzo, almeno per ora.

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