Passaggio

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In quel periodo dell'anno faceva buio presto e le strade non erano molto popolate. Erano solo le otto di sera eppure sembrava molto più tardi a causa dei pochissimi passanti e delle saracinesche dei negozi già abbassate. Alessia stava pensando a come poter terminare il lavoro in tempo per il mattino successivo, quando avrebbe dovuto presentare la bozza del testo riveduta e corretta, e non si accorse di un'auto che l'aveva affiancata, almeno finché non udì un paio di colpi di clacson. Quando si voltò non credette ai propri occhi: Nikola Kiljc in persona che le faceva segno di salire in macchina! Dato che esitava, spiazzata e perplessa, lui abbassò il finestrino:

<<Se torno al locale senza averti accompagnata Juan mi uccide. Non vuoi avermi sulla coscienza, vero?>>

Lei si decise a salire, ridendo.

<<Ah, sono così ridicolo?>> scherzò lui in perfetto italiano.

<<No, no. Non rido di te, anche se la battuta era carina>> Alessia pensava di avere capito come erano andate le cose. <<Fammi indovinare: Betty era così agitata per non avermi riaccompagnato che Juan, per calmarla, ti ha chiesto di recuperarmi e di portarmi a casa sana e salva>>

<<Eh, si>> le rispose sorridendo. <<Da che parte?>>

Alessia gli spiegò la strada, poi si rilassò guardando le luci che scorrevano fuori dal finestrino. Non poteva credere di essere seduta accanto a quello che, a detta di tutti, era uno dei migliori palleggiatori al mondo. Se le sue compagne di squadra l'avessero saputo...!

Quando arrivarono lui si girò verso di lei, un po' stupito.

<<Avresti camminato fin qui?>>

<<Mi piace camminare. Aiuta a riflettere>>

Improvvisamente Alessia si pentì di avere rifiutato l'invito di Juan. Non capitava tutti i giorni di conoscere atleti di fama mondiale. Ma ormai era a casa.

<<Grazie>> disse aprendo la portiera.

<<Prego. Comunque io sono Nikola>> le rispose tendendole la mano.

<<Alessia>> lei gliela strinse, poi scese dall'auto ed entrò nel portone senza guardarsi indietro. Sentì la macchina ripartire e salì la rampa di scale fino al suo appartamento, chiudendosi la porta alle spalle.

La aspettava un lungo lavoro e quella sera avrebbe fatto tardi.


La mattina seguente, con gli occhi cerchiati per il poco sonno, Alessia presentò alla sua responsabile il pezzo su cui aveva lavorato, sperando che andasse dritto in stampa.

<<Ti vedo stanca>> le disse Clelia, una bellissima donna di circa 50 anni che vestiva sempre alla moda e con gusto.

<<Stanotte ho lavorato fino a tardi per finire il pezzo. Ho dovuto accompagnare un'amica al palazzetto ieri pomeriggio>>

<<Per la partita di pallavolo?>>

<<Si, sta uscendo con uno dei giocatori>>

<<Perfetto! Cerca di ottenere un'intervista con la squadra. Tra due settimane c'è lo scontro con la seconda in classifica e il pezzo deve essere pronto per l'edizione del sabato>>

Alessia colse l'occasione al volo. Era contenta di avere ottenuto un altro incarico, anche se in modo fortuito.

<<Ovviamente il tutto corredato da foto>> aggiunse Clelia.

<<Ovviamente>> la salutò Alessia sorridendo e richiudendosi la porta dell'ufficio alle spalle.

Grazie all'intercessione di Betty, il pomeriggio stesso ricevette una telefonata dall'allenatore di Cuneo, Marcello Fizzi, che la invitava all'allenamento pomeridiano del giorno successivo per incontrare la squadra.

Alessia telefonò all'amica.

<<Grazie Betty>>

<<Era il minimo dopo ieri sera>> replicò lei con voce sollevata. <<Mi dispiace averti abbandonata. Ma poi a Juan è venuta l'idea di farti accompagnare dal suo amico e io mi sono tranquillizzata>>

<<Ringrazierò anche lui domani pomeriggio. Ora ti lascio, ci sentiamo presto. Ciao>>

Alessia si mise al lavoro per preparare le interviste. Per lei, appassionata di pallavolo, quell'incarico era speciale: avrebbe conosciuto alcuni tra i migliori giocatori al mondo.

Ma adesso toccava a lei faticare in palestra. Si cambiò e prese il borsone per andare all'allenamento, pregustando già quello che sarebbe successo l'indomani.

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