Tradimento

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<<Cosa state confabulando, piccioncini?>> chiese Vladimir dal divano.

Alessia si immobilizzò.

<<Niente che ti riguardi>> gli rispose Nikola.

<<Dai, Vladi, lasciali in pace. Almeno adesso tuo fratello ha smesso di vagare come un'anima in pena>> disse Goran.

//Grazie, Goran. Ma, un attimo... Che significa che Nik vagava come un'anima in pena?//

<<Cioè?>> chiese Alessia voltandosi verso Nikola.

Per la prima volta lo vide abbassare lo sguardo e arrossire.

<<Possiamo lasciar perdere?>> chiese lui senza troppa convinzione.

<<Eh, no. Io voglio sapere>> insistette lei.

Guardò Goran e Vladimir in attesa di spiegazioni. Fu quest'ultimo a parlare.

<<Devi sapere che nell'ultimo mese e mezzo, appena finivamo di allenarci e uscivamo dalla palestra, il mio fratellino diventava taciturno e si isolava, rifiutando persino di uscire col resto della squadra>>

<<E quando credeva che non lo vedessimo passava il tempo a guardare sul cellulare le tue foto, quelle che ti ha fatto prima di partire>> Goran rincarò la dose.

<<Ragazza, non so che cosa gli hai fatto, ma non l'ho mai visto in quello stato>> concluse Vladimir.

Alessia era ammutolita; lei aveva sentito terribilmente la mancanza del ragazzo durante quelle settimane di separazione, ma non credeva che anche per lui fosse stata così dura. Lo guardò in volto: aveva ancora gli occhi bassi e la mascella era contratta. Ma non riuscì a fare o a dire nulla perché improvvisamente si sentì sollevare.


<<Basta così>> esclamò alzandosi e portando Alessia con sé.

La sollevò senza sforzo e si diresse nella camera che condivideva con quel traditore di suo fratello, chiudendo la porta con il piede. La fece sedere sul bordo del suo letto e le si inginocchiò davanti. Senza darle il tempo di parlare le prese il viso e la baciò. In quel bacio mise tutto sé stesso, la voglia che aveva di lei e i sentimenti che provava nei suoi confronti. Tenere a bada la passione fu difficilissimo, soprattutto perché lei rispose al bacio in modo tutt'altro che timido. Le sue mani gli cinsero il collo, attirandolo più vicino. Nikola la strinse a sé, per poi lasciare vagare una mano sotto la sua maglietta, accarezzandole la schiena. La sentì irrigidirsi per un attimo, ma subito dopo lei si inarcò, cercando il contatto col suo corpo. Rischiò di perdere il controllo.

Prima di fare qualcosa di avventato, si costrinse ad allontanarsi da lei. La fissò e nei suoi occhi lesse un po' di delusione. Ma sapeva che era meglio così, non doveva affrettare le cose.

Le accarezzò i capelli in silenzio, poi le prese le mani.

<<Questa è la fase due?>> gli chiese lei dopo avere ripreso a respirare regolarmente.

Nikola abbozzò un sorriso. Stava ancora cercando di calmarsi.

<<Più o meno, ma poco fa ho improvvisato. Questo è l'effetto che mi fai>>

<<Non credevo di esserti mancata così tanto>> disse Alessia, riferendosi a quello che le avevano raccontato gli altri.

Nikola, che era ancora inginocchiato davanti a lei, le sollevò il mento per portare il suo viso davanti al proprio.

<<Quando capirai che sono innamorato di te?>> le chiese nel modo più dolce possibile. <<Ogni singolo giorno senza di te è stato una tortura. Non so come abbiano fatto Vladi e Goran a sopportarmi>>

La baciò di nuovo, questa volta con tenerezza.

Quando lei si staccò per guardarlo, comprese che stava per dire qualcosa, ma non sperava di sentire le parole che invece pronunciò.

<<Anche io sono innamorata di te>>

Fu un sussurro, ma rimbombò nel suo cuore come un tuono. L'abbracciò forte, desiderando di non doverla mai lasciare andare.

Un rumore interruppe quel momento così speciale, un bussare alla porta discreto ma continuo.

<<Ragazzi, siete presentabili?>> era Vladimir. <<Non per mettervi fretta, ma dovremmo prepararci per andare a cena con gli altri>>

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