Gelosia

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Entrò silenziosamente nella stanza, col cuore che le martellava nel petto. Lo vide in piedi, davanti alla finestra, che guardava fuori. Gli si avvicinò e lo abbracciò da dietro, respirando il suo profumo. Lui non si mosse, restando zitto.

<<Vladi voleva solo provocarti>> gli disse lei.

<<Lo so, conosco mio fratello>> rispose finalmente Nikola. <<Ma ha ragione>>

<<Su cosa?>> Alessia era contenta che almeno adesso lui le parlasse.

<<Anche secondo me Aleksandar ti ha invitato per un altro motivo>>

<<Non puoi saperlo>>

<<Si, invece>> ribadì lui. Non si era ancora mosso. <<Ho notato come ti guardano alcuni dei ragazzi; anche lui ti guarda così>>

<<Così come?>>

Lui rispose dopo un po'.

<<Come un uomo guarda una donna da cui è attratto>>

Alessia ripensò a quelle parole.

<<A me non interessa come mi guarda. Mi ha invitato a cena per farsi perdonare e questo è quello che avrà: una cena e basta. Perché te la prendi tanto?>> voleva che lui si girasse e la guardasse con quegli occhi che l'avevano fatta innamorare. Voleva che capisse che non doveva preoccuparsi.

<<Perché sono geloso>> confessò il ragazzo girandosi finalmente verso di lei. <<L'idea che qualcun altro ti tocchi... Mi manda fuori di testa. Tu sei mia!>>

Alessia non si ricordava più come fare a respirare. Quelle parole l'avevano completamente spiazzata. Lo fissò e non desiderò altro che baciarlo. Era da troppo tempo che non lo faceva. Ma lui non accennava a muoversi.

<<Dillo di nuovo>> sussurrò.

<<Tu sei mia>> finalmente si mosse, avvicinandosi a lei e sfiorandole le labbra con il pollice. <<E ho voglia di baciarti da quando hai detto quella stupida parola in serbo, ma non eravamo mai da soli>>

I suoi occhi erano una calamita e Alessia non avrebbe potuto smettere di fissarli nemmeno se avesse voluto.

<<Siamo soli adesso>> non riconobbe la sua stessa voce.

Nikola invertì improvvisamente le loro posizioni e lei si trovò stretta tra il muro della camera e il corpo del ragazzo. Il bacio che si scambiarono le fece tremare le ginocchia, così si aggrappò a lui per restare in piedi. Le mani di Nikola la sorressero. Lui interruppe il contatto per scendere lungo la sua gola e lei gli offrì il collo. La scia di baci che vi depositò la fece gemere, mentre gli passava la mano tra i capelli. Alessia gli prese il viso tra le mani e lo baciò con forza, come se la sua stessa vita dipendesse da quel contatto. Senza ragionare - come se avesse potuto farlo - gli afferrò la maglia e gliela sfilò.

Guardò prima il suo petto e poi i suoi occhi, quindi si tolse la maglietta e lo fissò di nuovo. I loro respiri affannati riempivano il silenzio della camera.

Nikola si era fermato, così Alessia prese l'iniziativa e gli circondò il collo con le braccia, alzandosi sulle punte dei piedi e inarcandosi verso di lui. Appena le loro labbra si toccarono di nuovo, la passione esplose. Sentire la pelle di lui a contatto con la propria rischiò di farle dimenticare persino come si chiamava. Ne voleva di più. Voleva lui.

Aveva appena realizzato quel pensiero, che Nikola si staccò da lei.


<<E' meglio smettere>> si rese conto di avere la voce roca.

<<Ma io non voglio smettere>>

Il modo in cui lo disse quasi mandò in fumo la poca forza di volontà che gli era rimasta.

Si mise la maglia e le passò la sua. Doveva assolutamente farla rivestire o non avrebbe risposto delle sue azioni.

Lei si infilò la maglietta, ma non si allontanò.

<<Credo sia ora che tu vada>> le disse con dolcezza.

Alessia sembrò ricordarsi solo in quel momento del suo impegno serale. Sbatté le palpebre e si schiarì la voce.

<<Si>> si incamminò verso la porta, ma quando gli passò accanto si fermò.

Lui le accarezzò brevemente il viso.

<<Prima vai, prima torni>> riuscì a dire, anche se l'idea di lei e Aleksandar da soli continuava a non piacergli.

<<Tu cosa farai?>>

<<Mi toccherà andare a cena con Goran e quello scemo di mio fratello>>

Broken SoulWhere stories live. Discover now