Milano

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Quando arrivarono a Milano la squadra si ritirò immediatamente per prepararsi al meglio e le due amiche rimasero sole. Mentre passeggiavano nei dintorni del palazzetto Betty cominciò:

<<Ti stai divertendo?>> Aveva uno sguardo innocente e curioso e Alessia si domandò dove volesse andare a parare.

<<Si, è interessante. Ho preso nota dei retroscena che di solito nessuno conosce>>

<<Nient'altro?>> insistette Betty.

<<Che vuoi dire? Non tirarla per le lunghe, sai che non mi piace>>

<<No, niente. Ho solo notato che ti stai ambientando in fretta>>

<<Si, i ragazzi sono tutti gentili>>

<<Alcuni più di altri...>> continuò con aria indifferente. <<Per esempio i due serbi... ma hanno 33 anni, tu ne hai 22... non saranno un po' vecchi per te? Dovresti scegliere qualcuno di più giovane, sono in tanti in squadra...>>

Alessia fu così sorpresa dal discorso dell'amica che ci mise qualche secondo a rispondere.

<<Guarda che io non ho intenzione di scegliere proprio nessuno>>

Allo sguardo dubbioso della ragazza, continuò:

<<Dico sul serio. Voglio solo conoscerli un po'. Tu non puoi capire, ma per chi ama la pallavolo loro sono due miti. Quando mi ricapita un'occasione così?>>

<<Però forse per loro è diverso. Forse gli interessi>>

<<Figurati. Sai quante donne bellissime conosceranno ogni settimana? Non credo proprio di essere in cima ai loro pensieri...>>


La partita si svolse come da pronostico, con la squadra ospite che in poco più di un'ora portò a casa facilmente 3 punti importantissimi. Nonostante la semplicità della partita, la squadra fu bravissima a mantenere alto il ritmo di gioco, senza adeguarsi al livello degli avversari. Alessia seguì tutto con attenzione, cercando spunti utili per i suoi articoli, oltre che per la partita che l'aspettava di lì a due giorni.


Era arrivato il momento di dimostrare di che pasta erano fatte. Mentre si cambiavano nello spogliatoio tutte le ragazze erano consapevoli del valore di quella partita. Il campionato era solo all'inizio, ma vincere contro la squadra momentaneamente terza in classifica, con un solo punto di vantaggio su di loro, poteva dare una svolta decisiva alla stagione. L'anno precedente si erano classificate quarte, ma quest'anno dovevano assolutamente centrare la promozione. Quando furono tutte pronte uscirono in palestra e cominciarono il riscaldamento: un po' di corsa, stretching, esercizi a coppie con la palla. Alessia era così concentrata che non sentiva nemmeno i rumori di sottofondo , come le porte della palestra che si aprivano e si chiudevano, o la gente che entrava per assistere alla partita.

Nikola e Goran si sedettero sulle gradinate e osservarono le due squadre che si preparavano. Videro Alessia, con i pantaloncini blu, la maglia rossa, il numero 8 e il nastro di Capitano sotto di esso. Era molto concentrata e stava provando insieme all'altra palleggiatrice gli schemi di alzata che avrebbero utilizzato durante il match. Nikola non poté trattenersi dall'osservare con occhio critico il suo modo di palleggiare: aveva un tocco molto morbido e preciso. Poco prima del saluto iniziale arrivarono anche Juan e Betty.

Quando l'arbitro fischiò il saluto le ragazze guardarono tra il pubblico e Alessia individuò subito la sua amica con Juan, ma una frazione di secondo dopo si accorse anche di Goran e di Nikola. Fu così sorpresa che restò a bocca aperta e non ascoltò nemmeno le indicazioni di Beppe.

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