CAPITOLO 114: INDIFESA

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Bebe scoppiò a piangere.

Zanna le si avvicinò, accarezzandole la testa.

"Che hai, amore?"

"Sei uno stronzo!" gli gridò.

"Dai, amore, calmati."

"Amore un cazzo!", gridò, fuori di se.

"Che hai amore?"

"Ma non ti fai schifo? La capacità con cui menti, con cui fingi che io non ci sia, con cui giri la realtà delle cose. Non ti fai schifo?"

"Dai, amore, calmati."

"No che non mi calmo."

"Che c'è?"

"Mi fai schifo!"

"Dai amore. Era solo un gioco. Un gioco sciocco che non rifaremo."

"Che gioco di merda!"

"Guarda che hai iniziato tu a ipotizzare tradimenti e fantasie..." le disse.

Non per scaricarle una colpa, ma solo per puntualizzare la situazione.

"Sono io adesso, che ho bisogno di farmi scopare legata e bendata?" disse, gettando via l'anello, che rimbalzò sulle pareti e cadde lontano.

"Amore, io non ne ho bisogno. Credevo ti facesse piacere provare, visto i discorsi di ieri. Potevi dire di no in ogni momento, ma mi è sembrato non ti sia dispiaciuto affatto.

E mica vengo ad accusarti di farti scopare dal primo che passa."

Non c'era astio, nella sua voce.

Ma Bebe continuò a piangere.

Per l'alcol, la situazione e una grande paura di perderlo, che veramente un'altra potesse portarglielo via.

Era rannicchiata su se stessa, con la testa posata sulle ginocchia.

Zanna si sedette sul letto, con la schiena contro la sua.

"Che fai?"

"Aspetto."

"Cosa?"

"Che ti passi."

"Non mi passa."

"Aspetterò in eterno, allora."

E passò, passò subito, e in fretta.

E pian piano tornò da lui, lo abbracciò ancora.

"Sono solo sesso per te, Alex? Ti piace solo scoparmi?"

"Sei seria?"

"Sì..."

"No Bebe, io ti amo."

"Sicuro?"

"Certo, Bebe, senza ombra di dubbio."

"Allora non dobbiamo più farlo."

"Cosa, le fantasie? Va bene."

"No, Alex, fino a quando non me la sentirò ancora, basta sesso."

"Va bene amore, se è quello che vuoi."

"Non vuol dire che puoi andare con le altre."

"Non ci penso nemmeno, sciocca. È te e solo te che voglio e amo."

Non la capiva.

Non capiva del tutto.

Non capiva cosa la facesse soffrire così, cosa ogni tanto saltasse e non facesse funzionare le cose tra loro.

Ma ormai sapeva di non volerla perdere e di dover aspettare i suoi tempi.

E quel corpo che ora giaceva addormentato e indifeso su di lui, era l'unica cosa che avrebbe voluto avere accanto per sempre.

Bebe [COMPLETA]Where stories live. Discover now