CAPITOLO 92: GIULIA NON PIANGE MAI

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La piccola Ka bianco perla avanzava nella strada sterrata.

Giulia con la coda dell'occhio controllava il violino, allacciato come un bimbo alla cintura di sicurezza accanto a lei.

Era nervosa.

Si era messa la camicia bianca e i pantaloni neri.

Di solito suonava col vestito, ma non voleva strafare.

Si era solo truccata gli occhi.

Non un trucco vistoso, ma tre sfumature di matita di tre colori diversi.

Parcheggiò all'ombra di un albero, prese il violino e si avviò verso la piccola chiesetta sconsacrata.

"Fammi prendere fiato un secondo, Alex! È troppo veloce questo passaggio. Ricorda che suono con una mano sola!" sentì dire da dentro.

"Oh, è arrivata la prima della classe! Ma come cazzo ti sei vestita, Yankee Candle?"

Cominciava male.

Zanna era odioso come sempre.

Osservò Lia, in jeans e canotta nera, la tenuta da DJ.

E Bebe con una maglietta camouflage, pantaloni militari e cappellino con la visiera.

Un'idea di Zanna, sicuro. Non era il suo stile.

A lei nessuno aveva detto niente.

Aveva chiesto a Pier, che gli aveva consigliato solo di vestirsi come si sentiva bene.

"Ciao ragazzi!"

"Dai, primina, muoviti, che qua non siamo nel tuo castello dorato!"

Giulia detestava essere trattata così.

Prese il violino, lo accordò e si avvicinò.

"Hai studiato, fenomeno?"

"Il più possibile."

"Allora proviamo."

Giulia partì bene, poi stonò emettendo un suono stridulo.

"Ehi, Mc Fly, sveglia!"

"Scusa."

Riprovarono.

Sbagliò ancora.

Poi ancora, e ancora, sempre più nervosa.

"Cazzo! Per fortuna che dovevi saperlo suonare il violino! Se avessi saputo che suonavi così di merda ti avrei detto di venire col flauto di plastica delle medie! Era meglio se stavi a casa a fare il bucato!"

Erano tutte zitte.

Lia e Bebe erano a disagio, perché avevano sbagliato entrambe.

Federica, appena arrivata con Giorgia per mano, fulminò Zanna con lo sguardo, come a dire che stava esagerando.

Giulia fissò Zanna.

Non era una che piangeva.

Ne di commozione né di dolore.

Ma se c'era un momento in cui le veniva da piangere, era adesso.

E Zanna lo vide, ma non addolcì lo sguardo.

Si fissarono negli occhi per un secondo.

"Tolgo il disturbo, allora!", disse, rabbiosa.

Prese il violino, lo mise nella custodia, e si avviò verso la porta.

"Scusate se vi ho fatto perdere tempo!"

E uscì, con la testa bassa e a passo svelto.

Le lacrime volevano uscire, ma le trattenne, da dura qual era.

Bebe [COMPLETA]Where stories live. Discover now