CAPITOLO 62: UBRIACHI

59 6 0
                                    

"Fede, hai bevuto?"

"Chi, io?" e scoppiò a riderle in faccia.

"Ma Fede..."

"Tranquilla Bebe, non sarà lei il problema." Disse Zanna.

"E Davide?"

"È al banco che spiega ad Anna che i maestri possono lasciarli qui e scendere da soli."

"Anna avrà un diavolo per capello. Sono giù le cinque e un quarto. Aspetta, vado a parlarci io."

Alle cinque e mezza erano pronti.

"Bastardi! Mi avete fatto bere e ora non sto più in piedi!"

La ragazza, una mai vista prima, scoppiò in lacrime.

Gli amici intorno ridevano a crepapelle.

"Dai, ti allaccio la tavola." Disse Zanna, avvicinandosi.

"Lasciami qui." Disse piangendo.

"Anna, possiamo lasciarla qui, questa?"

"Non cominciare anche tu, Zanna!"

"Hai visto? Io ti lascerei qui, ma quella li con la tuta arancione è cattiva e non vuole."

Scoppiò a ridere.

Poi a piangere di nuovo.

Nel frattempo, un maestro con la voce roca, allungò il cinque a Bebe.

Interdetta, Bebe lo battè.

"Lo conosci?" Chiese a Zanna.

"Di vista."

"Ma perché mi ha dato il cinque?"

"Perché è ubriaco."

"E io che devo fare?"

"Dagli il cinque, no?"

"Partiamo?" disse Anna

"Ok, capa!" risposero due o tre ubriachi.

Scesero in gruppo.

Gridando.

Cadendo.

Rotolando.
Ridendo.

Piangendo.

Zanna li tirava su, Anna stava dietro, Lea ai lati.

"Tutto a posto? Dai, non è difficile."

"La fai facile tu che sei sobrio. Prova a sciare da ubriaco e mi dici!"

Zanna non rispose.

Erano a metà pista.

Si mise accanto alla ragazza di prima, e scese accanto a lei.

Bebe faceva strada a un ragazzo ugualmente malmesso.

"Stagli dietro, non davanti, o rischi che ti venga contro." Le gridò Zanna.

"Ok!"

Sulla Salomon erano vicini.

"Aspettiamo qui, così se qualcuno cade interveniamo!"

"Io non ce la faccio!"

La ragazza scoppiò a piangere.

"Tolgo la tavola!"

Si staccò un gancio e iniziò a scivolare in basso.

"Cazzo!"

Zanna la prese dopo due metri.

"Devi tenerla la tavola."

"Non ce la faccio."

Piangeva convulsa, quasi in shock.

"Ok. Ti porto giù io. Stai ferma."

Zanna le tolse la tavola.

"Vai li, sulla neve fresca. Arrivo subito."

"Bebe, ce la fai a portare giù la tavola?"

"Sì."

"Sicura?"

"Sì. Dammela pure."

Bebe la prese sottobraccio.

"Scendi, che ti guardo."

Era un angelo.

Scendeva senza problemi.

Elegante, bella.

Il suo amore.

Zanna tornò dalla tipa.

"Ok. Mettimi le braccia intorno al collo. Poi, molto lentamente, salimi sulla schiena.

Non soffocarmi, non spintonarmi e non fare movimenti bruschi, o chi facciamo male sul serio."

Lei obbedì.

Lentamente e con non poco sforzo, scesero a pettine a bordopista.

Bebe li guardava, apprensiva.

Ma sapeva che Zanna poteva farcela.

A fondo pista, la tipa si lasciò cadere in ginocchio.

"Grazie, grazie, grazie!" disse piangendo.

"Voglio una birra!"

"Non è il caso sai?"

"Chi devo scoparmi per una cazzo di birra?"

"Dai, amore, vieni via che l'alcol non lo reggi!"

"Stronziiii!" e scoppiò di nuovo a piangere.

Tornarono a casa.

"Scusa amore. Non volevo si concludesse così."

"È stata una bella festa amore. E poi la giornata non è conclusa... perché ti ho appena visto abbracciato ad un'altra."

"E quindi?"

"Quindi, se non vuoi una scenata di gelosia, dovrai essere molto molto convincente adesso a letto."

"Ma non eri stanca?"

"Mi è passata..."

E tornarono a casa per mano, più vicini che mai.

Bebe [COMPLETA]Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon