CAPITOLO 6: ALLEGRIA DIFFUSA

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"Accompagni sempre le tue pazienti, Doc?"

"No, solo quelle più indisciplinate e senza patente. Ma tra pochi mesi sarai autonoma."

"Doc, devo proprio ricordarti che non ho un braccio? Non potrò mai guidare."

"Se non vorrai è un conto. Ma se lo desideri, ci sono automobili pensate apposta."

Bebe si voltò pensierosa, guardando fuori dal finestrino.

Osservava il bosco ai lati della strada, e il profilo delle montagne vicine.

"Dove mi porti Doc?"

"A fare una visita da un amico. Ma in un posto speciale."

Dopo qualche chilometro, Bebe vide un edificio ai piedi del monte.

"È un ospedale? Almeno c'è un bel prato. Mica come quello dove sono ora."

"Ti ricordo che sei tu quella che fa di tutto per rimanerci a lungo, Bebe."

"Touché."

"Touché? Sbaglio o stai arricchendo il tuo vocabolario?"

"Sa com'è... ho un medico pedante quanto zelante, che mi ha convinto che la cultura ha un certo valore."

"Sono colpito."

Lo era davvero.

Bebe apprendeva con una velocità straordinaria.

Trovando il canale giusto per stimolarla, avrebbe potuto fare tutto.

Per questo oggi si era preso un giorno di ferie e l'aveva portata lì.

Entrarono nei corridoi.

L'impatto fu forte, nonostante la gentilezza del personale.

Facce tese e persone malate si mescolavano.

Visi scavati, teste calve, sconforto, sorrisi, gentilezza, paura, speranza, lacrime, abbracci.

Fu per questo che un pagliaccio che le veniva incontro, con tanto di naso rosso e parrucca, attirò subito la sua attenzione.

"Dottor Bonatti!"

"Marco! Che piacere vederti!

Bebe, ti presento Marco. Un tecnico di computer che mi ha salvato da una crisi isterica tante volte che nemmeno immagini.

Ed è anche un pasticciere sopraffino. Dovresti assaggiare i suoi dolci. Sono una vera delizia per il palato."

"E sono anche un clown nel tempo libero."

Chiacchierarono un po' di fronte alle macchinette.

Senza la parrucca, Marco era un bel ragazzo biondo, ed era facile intuirne la profonda sensibilità sentendolo parlare.

"Ora scappo, dottore. I miei bambini mi aspettano! È sempre un piacere incontrarla."

"Anche per me."

"Arrivederci a presto allora. Ciao Bebe!"

Li salutò e sparì veloce nei corridoi.

"Poi me lo spiega che ci fa un pagliaccio in ospedale, Doc! E come mai nonostante tutto hanno queste facce tristi."

"Bebe, qui ci sono persone malate di cancro purtroppo. Marco, e molti altri come lui cercano di regalare un pizzico di allegria e speranza, soprattutto ai bambini."

Bebe [COMPLETA]Where stories live. Discover now