CAPITOLO 66: JAM SESSION

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Zanna era un altro.

Più sereno, era migliore sotto ogni punto di vista.

E Bebe con lui stava bene.

Si allenavano molto, ma si ritagliavano degli spazi coccola, dei piccoli momenti di gioia.

Un caffè all'Arneri guardando il panorama sul mare, una cioccolata in Val dei Sass chiacchierando al bancone, una pizza all'Edelweiss, una passeggiata nei boschi.

Era un peccato partire.

Sì, partire.

Domattina sveglia all'alba, direzione Austria.

Zanna le aveva trovato una gara.

Una sorta di Redbull, dove, in cambio di una liberatoria, l'avrebbero fatta gareggiare con i normodotati.

Costava un sacco di soldi che non avevano, ma lo considerava un investimento con un grosso ritorno di immagine, se si fosse fatta notare, visto che lo passavano sulla pay-tv.

Ne aveva parlato con tutti, da Davide a Donatella, e si poteva fare.

Bebe era preoccupata per la gara, Zanna per le loro finanze, ma tutto sembrava più leggero stretti per mano con i filari di alberi innevati ai lati.

La sera andarono a letto presto, stemperarono la tensione facendo l'amore e si addormentarono.

Piancavallo, alle prime luci dell'alba, aveva qualcosa di surreale, con quel suo nulla diffuso, i lampioni arancioni e il cielo plumbeo.

Se lo lasciarono presto alle spalle.

Autostrada, altri monti, paesi, confini, volti, suoni, odori.

Arrivarono di fronte alle piste, mangiarono una cosa al volo e sfruttarono al massimo il pomeridiano, per recuperare la mattinata persa.

Bebe andava bene, sembrava non risentire del cambio, ma Zanna aveva una sensazione strana.

Un deja-vu, un presentimento forse.

Alla chiusura, compilarono i moduli per il giorno dopo, poi percorsero i quindici km che li portarono al paese vicino, per raggiungere l'intimo bed & breakfast che costava la metà degli alberghi del centro.

"Ci ha aiutato Davide a trovare un posto. Costa poco ed è carino... certo ci dobbiamo adattare."

"È solo una notte, amore. E ha il bagno in camera. Non potremmo avere di meglio."

L'ottimismo di Bebe contagiò anche Zanna, che sorrise.

Varcarono la soglia di vecchio legno massiccio, e li accolse una vecchina dal volo rovinato e dal sorriso gentile.

Li invitò a seguirla, nell'italiano duro di quelle zone.

La camera era minuscola, ma pulita.

Il bagno ancor più piccolo, con la doccia che a stento conteneva Bebe.

Fermi nell'unico angolo libero, non trovarono di meglio che abbracciarsi e baciarsi dolcemente.

"Andiamo a fare un giro?"

"Qui? Ma non c'è niente intorno."

"Facciamo una passeggiata nella neve? Come ieri, dai!"

Anche se faceva freddo, Zanna la assecondò, ancora vestito da sci.

Camminarono un'oretta, benedicendo il the caldo al loro arrivo.

Nel frattempo il posto si era riempito.

Bebe [COMPLETA]Where stories live. Discover now