CAPITOLO 41: L'UNICA COSA A NON AVERE FINE E' IL DOLORE

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Non aveva più nemmeno la forza di piangere.

Le faceva male la pancia dal dolore.

Le sembrava che l'ultimo periodo fosse solo una serie infinita di lacrime.

Inutile che stesse lì in corridoio a far finta di pentirsi.

Era un violento, asociale, incapace di qualsiasi tipo di empatia.

Incapace di affrontare i problemi, se non con le mani.

Provò a rivivere i loro momenti.

La voce alta, gli spintoni, le litigate.

Occhi.

Il muso lungo, le prese in giro.

Sorriso.

La mancanza di gentilezza, le parole fredde.

Carezze.

Come aveva potuto ingannarla al punto da convincerla a mettersi con lui?

Solo per il gusto di rovinare e distruggere tutto?

Non voleva vederlo mai più.

Forse sarebbe finito in carcere.

Questo la vita riservava a una monca.

Solo questo.

Perché è il dolore l'unica cosa a non avere fine, non l'amore.

Si sentiva vuota.

Svuotata del tutto.

Senza più forza di fare qualunque cosa.

Perché doveva stare così male?

Perché aveva incontrato quel maledetto?

Perché si era fatta convincere da quei gesti studiati ad arte su altre che non erano più di oggetti da collezione?

Perché doveva pagare tre ore in cui era stata la ragazza di qualcuno, con tanta sofferenza?

Perché la vita non poteva darle, ogni tanto, una briciola di bellezza, o di felicità, o di amore?

Perché stava lì, dietro quella porta a torturarla?

A farle sentire che c'era, per rovinarle ancora la vita?

Perché era entrato di prepotenza nelle sue giornate, solo per prendersi tutto ciò che aveva e distruggerlo?

Perché doveva stare così male per chi non valeva la pena?

Gli occhi asciutti le bruciavano, incapaci di spremere ancora una sola goccia da quel dolore che la divorava dentro, con crampi cattivi come morsi.

Chiuse gli occhi e si tappò le orecchie.

Ma lo sentiva dentro, che piangeva come un bimbo, soffocando le lacrime, torturandola senza tregua.

Doveva mandarlo via, dirgli di starle lontano, per sempre.

Sì alzò, barcollando e tenendosi la pancia, diretta verso la porta.

E vide quel foglio sul pavimento, macchiato di rosso.

Lo prese per gettarlo via, buttando l'occhio distratto sulle prime tre parole.

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Pronti Bebers?

Preparate i fazzoletti, per il prossimo che arriva... perchè nulla sarà più come prima...


Bebe [COMPLETA]Where stories live. Discover now