CAPITOLO 35: BRUTTANTIPATICACATTIVA (RESTAMI VICINO)

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Bebe fece tutta la strada dalla pista a casa piangendo.

Continuò a piangere in doccia, e poi ancora, sul letto.

Continuò per ore.

Poi distrutta, si alzò, e andò a suonare alla porta di Zanna.

Lui non aprì.

Tornò a casa, prese le chiavi ed entrò.

Zanna non la guardò nemmeno, lei corse nella sua camera e continuò a piangere.

Lui stava per alzarsi e rinfacciarle tutto contro.

Poi desiderò abbracciarla.

Infine ricordò.

Una cena, con Davide e Federica; Giorgia che ballava sul tavolo, facendo roteare l'iPad.

Federica che glielo prendeva al volo.

"Adesso basta, Giorgia!"

"Bruttantipaticacattiva!", disse Giorgia senza nemmeno respirare, prima di correre il camera a piangere.

Federica che torna a sedersi.

"Non vai da lei?", chiese Zanna.

"Lasciala prima sfogare."

Dopo una decina di minuti, Federica si alzò.

"Vieni con me, Zanna. Ti insegno una cosa, se mai avrai figli. Mettiti qui, dietro la porta, e ascolta." Disse sorridendo.

Federica si sedette sul bordo del letto.

"Vai via!", disse Giorgia dandole le spalle.

Silenzio.

Poi Giorgia si girò.

"Sei cattiva!"

"Perché, amore?"

E poi parlarono, finché Federica si distese accanto a lei.

Quando arrivò a: "Ti voglio bene, mamma." Zanna si allontanò.

"Fede?"

"Credo faccia addormentare la piccola e torni."

Dopo poco riapparve.

"Emergenza rientrata?"

"Come sempre."

"Ma come fai?"

"Il difficile sono le prime volte. Il primo non ti voglio più bene, ti odio. Ti senti una madre inadatta. Poi ti ci abitui, e tieni solo i ti voglio bene. Mi preoccuperò quando a diciassette anni mi dirà che lascia la scuola per scappare col moroso. Prima sono tranquilla."

Aspettare.

La prima volta è quella difficile.

Aveva ragione.

Si sedette sul letto, accanto a Bebe.

Bebe frignava come una bimba, con gli occhi gonfi e il naso che colava.

L'ascoltava, in silenzio, fino a quando le lacrime, per stanchezza, diminuirono.

"Me lo dici cosa c'è?" disse Zanna, con voce calma, come quella di Federica allora.

"Non mi vuoi più bene!"

Avrebbe voluto dire che non era vero.

Disse invece: "Perché dici così?", accarezzandole la testa.

"È da san Valentino che non mi vuoi più."

"Cosa dici sciocchina? Certo che ti voglio."

"No..."

Bebe [COMPLETA]Where stories live. Discover now