CAPITOLO 49: L'ESPERIMENTO DEL DIVANO

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Zanna si svegliò sudato, col cuore che sembrava uscirgli dal petto.
Bebe era lì.
Si sentiva in colpa.
Aveva quasi fatto l’amore con Bebe.
Anzi… aveva fatto l’amore con Bebe.
E l’aveva già tradita in sogno con un’altra.
Si sentiva uno schifo.
L’abbracciò.
Lei si accoccolò su di lui come un gatto, appoggiandogli la testa sul petto.
Incurante dei suoi pensieri.
Le accarezzò i capelli, fino a calmarsi.
Poco dopo lei si svegliò.
“Ciao amore.”
“Ciao amore.”
“Dormito bene?”
“Sì. E tu ochetta?”
“Sì… fare ginnastica prima di andare a letto concilia il sonno.”
“Era solo ginnastica, quindi?”
“No…”
“Va meglio, ora?”
“Sì, un po’… ti ho mai detto che ti amo?”
“Sì? Grazie!”
“Grazie?”
“Sì.”
“Grazie e basta? Non mi ami tu?”
“Sì, ti amo, sciocca.”
Era sincero.
L’amava.
Anche se il suo subconscio non era d’accordo.
Si coccolarono un po’, poi si alzarono.
Lui era insolitamente gentile e dolce.
Si allenarono bene.
La squadra americana li incrociò un paio di volte.
Erano rumorose, ma andavano bene.
Bene davvero.
Erano tutte brave.
Mentre Bebe era una ventina di metri più sotto, Davide fermò Zanna a bordo pista.
“Ciao Zanna!”
“Ciao Davide.”
“Le hai viste le tipe?”
“Le americane, dici?”
“Sì.”
“Domenica organizzano una gara. Un contest. Un amichevole dicono. In realtà puntano a farci mangiare un po’ di polvere.
Io di ragazze forti ho solo Allyson e un paio di altre.
Ma tu potresti iscrivere Bebe.
Sperando che non combini il casino dell’ultima gara.”
“Dici che è il caso?”
“Si impara a gareggiare solo facendo gare.
Più ne fa, meglio è.
Lei deve solo dare il massimo, al di là del risultato.
Quando c’è lei, rende molto meglio anche Allyson.
E poi, anche se è un amichevole, ci saranno comunque giornali e stampa, e probabilmente anche la squadra russa, quella slovacca e quella ceca.
Se vuole arrivare in alto, non deve perdere questa occasione.”
“E se fanno storie per il braccio?”
“Piantiamo un casino che gli passa la voglia.”
“Dove ci si iscrive?”
“Passa in sede alle quattro, ti faccio trovare tutto.”
“Grazie vecchio.”
“Grazie a te, e vinca la migliore.”
Zanna tornò da Bebe.
“Cosa voleva?”
“C’è un amichevole con le americane, mi ha chiesto se mi andava di iscriverti. Cosa dici?”
“Non lo so… l’ultima volta ho fatto schifo…”
“Ma ieri sera mi hai quasi scopato, no?”
“Ti ho quasi scopato? Brutto cretino malefico. Ripeti, se hai il coraggio.”
Bebe gli saltò addosso.
“Vuoi scoparmi sulla neve, brutta oca?”
“Scemo!”
“Allora? Ti iscrivi?”
“Va bene. Anche se lo fai solo per le fighette straniere.
“Chiaro! Che altri validi motivi conosci?”
“Non mi metto neanche a discutere con uno che sta con me solo per le tette.”
“No, amore. Non sto con te solo per le tette.”
Bebe sorrise.
“Ah sì… e per cos’altro stai con me, allora?”
“Per queste chiappette di marmo!”
“Finiscila di palparmi in pista, maniaco!”
Scesero ridendo.
Zanna la guardava.
Era bella.
Era forte.
E lui era fortunato.
“Ti va di andare a cena stasera?”
“Come?”
“Hai presente quella cosa chiamata cibo? Ti va se andiamo a mangiarlo insieme?”
“So cos’è una cena, stupido. Ma perché vuoi andare a cena?”
“Così.”
“Festeggiamo qualcosa?”
“Non posso semplicemente aver voglia di portare fuori la mia ragazza tettona per una sera?”
“Non me la racconti giusta.”
“Uffa Bebe, è una cena. Mi andava di uscire con te. Se vuoi invitiamo anche le altre o restiamo a casa.
Oppure vado con le americane, e ti lascio a casa da sola.”
“Scemo. Va bene, dove mi porti?”
“Cosa vuoi mangiare?”
“Pizza…”
“Sempre pizza?”
“Sì… ma se non ti va mangiamo qualcos’altro.”
“Va bene pizza. Edelweiss, solito tavolino per due?”
“Sì.”
A Bebe piaceva la pizza.
Già tagliata a spicchi, da mangiare con le mani, senza sentirsi a disagio col coltello.
E ormai era meno a disagio, con la maglia strana e la gente che la salutava e le sorrideva, i camerieri gentili.
Sì, era una buona idea uscire.
E poi magari, tornati a casa, ripetere su un letto, l’esperimento del divano

Bebe [COMPLETA]Where stories live. Discover now