CAPITOLO 59: BENTORNATO

55 8 1
                                    

"...e comunque, Pier, sono l'unica che non hai citato nel tuo libro."

"Dai Giulia! È solo blog online del cazzo."

"Però intanto io non ci sono."

"Non vuoi esserci davvero."

"Invece sì."

Bebe li osservava litigare, seduta al tavolo vicino.

Zanna era perso nei suoi pensieri e fissava assente la tazza che teneva tra le mani.

Lei era lì, per stargli vicino, ma era come se non ci fosse.

Pensava a Oliver, alla querela, al casino che aveva combinato, certo.

Avrebbe dovuto smettere la vita che faceva ora.

Il grafico web designer freelance, che portava a casa lo stretto necessario lavorando di notte per clienti poco furbi che compravano lavori pagandoli cinque volte il loro valore, fregandosene di tutto e passando praticamente un intero inverno sulla tavola.

Avrebbe dovuto adattarsi ad una vita di regole, orari e cartellino, solo per ripagare uno spacciatore.

Bebe avrebbe voluto aiutarlo, parlargli, fare qualcosa.

Invece l'unica cosa che era riuscita a fare, era scappare quella sera, quando lui l'aveva difesa, seppur nel modo sbagliato.

Aspettava, distraendosi con i battibecchi dei due vicini, nervosi, quasi irritati, incapaci di godersi una tazza di caffè.

Non erano una coppia, quindi non dovevano nemmeno sottostare a dinamiche particolari, eppure coltivavano un tessuto di cose non dette, incapaci di riderne, quasi per principio.

Quando sarebbe successo a loro?

Quando si sarebbero lasciati sopraffare dalle sovrastrutture?

Forse già ora?

Forse in questo istante, quando Zanna si sarebbe fatto inghiottire dai pensieri, per affondare dentro quella tazza bollente per non riemergere mai più?

"Hai intenzione di farti gli affari loro ancora per molto?"

Zanna la riportò alla realtà.

"No... ero sovrappensiero."

"Questo lo vedo. Cosa c'è?"

Ancora una volta era lui a tenderle la mano.

Ancora una volta era lui a riprenderla.

Ancora una volta lui c'era.

Non si sarebbero persi.

Non oggi, non adesso almeno.

"Niente amore. Aspettavo che tornassi."

"Da dove?"

"Dalla terra dei brutti pensieri."

"Non ho brutti pensieri."

"Eccome, ma non me ne parli."

"Non c'è niente da dire."

"Non c'è niente che non si possa sistemare su una pista. Andiamo?", gli disse col sorriso più bello che aveva.

"Ok... ma poi non lamentarti che hai male alle gambe. Oggi ci aspetta Franco, e questo vuol dire che si corre."

Si alzarono.

"Ohi, scrittore, a che punto sei con la trilogia? 'Uomini che amano altri uomini', 'La regina delle fighe di legno' e poi?"

"'La ragazza che ti prende a sberloni!' Coglione!"

"Ciao Pier. Scusalo, oggi ha le sue cose." Intervenne Bebe.

"Ciao Bebe."

"Quando scrivi in libro su di me?"

"Quando molli il deficiente. Pensare di scrivere di lui anche solo come comparsa mi fa venire i conati."

"Tranquilla, non ci sono nemmeno io nei suoi libri. Fa il prezioso." Aggiunse Giulia.

"Dovresti ringraziarlo, invece. Ti rovinerebbe la reputazione come una macchia sulla fedina penale."

"Parla l'esperto. Come vanno le cose con Oliver?"

"Mi ha querelato. Non andrò in galera, ma dovrò pagarlo a vita e probabilmente stare ai domiciliari..."

"Cazzo..."

"Già..."

"E tutta la droga che aveva addosso?"

"Niente. Non è un buon motivo per pestare le persone."

"Quindi, amore, cosa dici se andiamo a goderci il sole, finché sei un uomo libero?" li interruppe Bebe.

"Ottima idea. Ti saluto, coglione."

"Ciao, testa di cazzo, alla prossima."

"Ciao.", disse rivolto a Giulia.

"Ciao. Buona sciata."

Si allontanarono.

"Chi è? Un tuo amico?"

"Una specie, diciamo."

"Simpatico."

"Solo perché mi tratta male."

"Esatto."

Giulia finalmente sorrise, di quel sorriso bello che, ogni tanto, spuntava come un fiore sulla neve.

"Dai, il prossimo capitolo te lo dedico."

"Non devi farlo per forza."

"Uff... non ti va mai bene niente però. Litighiamo?"

"Non ho voglia."

Sorrise di nuovo, portandosi la tazza alle labbra.

Bebe li guardò per l'ultima volta dal bancone.

Guardò la ragazza.

Era bella, quando non aveva il muso lungo.

Anche Zanna, quando non era arrabbiato.

Bugia.

Lui le piaceva sempre.

Lo baciò, appena usciti, con passione.

"E questo?"

"Un bacio di bentornato."

"Non sono mai stato via."

"Allora te ne do un altro."

"Tu sei scema."

"No, sono solo innamorata di un cretino."

Bebe [COMPLETA]Where stories live. Discover now