CAPITOLO 72: APPOGGIAMI

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Zanna corse corse un maratoneta, saltò come un praticante di parkour e scivolò sulla neve per essere davanti alla motoslitta.

Si piazzò davanti a loro con le braccia aperte, per bloccarne il passaggio.

La motoslitta si fermò, mentre i tedeschi lo insultavano.

"I'm his boyfriend. She doesn't move without me."

Corse da lei.

"Come stai, amore?"

"Sto bene. Vado solo a fare dei controlli."

"Vengo con te."

Litigò un minuto con i tipi del soccorso, poi lo fecero salire sulla motoslitta.

Salirono in ambulanza, e lui le tenne la mano per tutto il viaggio.

Gli impedirono di toccarla, per accertarsi che stesse bene.

"Ti amo."

È l'unica cosa che sapeva dirle.

"Ti amo tanto anch'io."

È l'unica cosa che sapeva risponderle.

La visitarono con urgenza, ma per fortuna si trattava solo di botte.

In sala d'attesa Zanna riguardò il filmato, già su YouTube.

Botta di pancia piatta, rimbalzo, botta di schiena piatta, volo contro i materassi di lato, rimbalzo.

Nessun movimento strano o botte di testa.

Chiamò Francesco e Davide, che concordarono con lui.

Passò al B&B a prendere le sue cose, poi passò la notte con lei in ospedale dove l'avevano tenuta in osservazione, dormendo al suo fianco con la testa appoggiata sulle braccia incrociate sul materasso.

Verso le dieci, quando fu dimessa, partirono subito per tornare a casa.

Lungo il viaggio parlarono.

Del futuro, della gara.

"È una pazzia, Bebe."

"No Alex, stavo andando bene! È solo sfortuna."

"No, Bebe, non è sfortuna. È il non avere un allenatore abilitato, è l'avere una tavola di merda, è il dover fare una cazzo di gara borderline per poter imparare."

"Va bene così, Alex. Ci stiamo provando. Con le nostre possibilità, a modo nostro, come fanno tutti."

"Tutti chi?"

"Tutti. Da Donatella con l'azienda di famiglia, a Francesco e Davide coi ragazzi, a Federica che fa di tutto per essere una buona madre, persino Lia coi mix su mixcloud e Pier coi libri su Wattpad..." disse con tono di voce alterato.

"Ma non dire stronzate. Non rischiano nulla loro!"

"Non rischiano? Ma non capisci? Scommettono sul futuro. E lo fanno con notti insonni, con i pensieri, con i tentativi."

"Ma non tornano a casa in barella."

"Ma se dovessero, lo farebbero. E se non ci rimettono nel fisico, si giocano la testa."

"Senti, siamo stanchi. Ne riparliamo. Ma non adesso."

"Ti sto solo chiedendo di appoggiarmi, Alex. Solo questo."

"Non posso, Bebe. Non così."

Bebe si voltò a guardare fuori dal finestrino, strizzando gli occhi per trattenere le lacrime.

Bebe [COMPLETA]Where stories live. Discover now