51-PT2, L'omofobia è gay.

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Mercoledì 31 marzo 2021, ore 14.14, Lewes, St. Mary Jane, area comune, seduti al tavolo.


«Lo sai Harry? Sei veramente un grandissimo idiota».

«Grazie Nay» soffiò con tono di sarcasmo. «Anche tu non sei niente male».

«Oh, ma io non parlo mica solo di te» continuò l'altra. «Anche Louis è un grandissimo idiota».

«Scommetto che anche lui sarà molto felice di saperlo» rispose scocciato, prendendo a tamburellare nervosamente le dita sul tavolo.

«Ve ne state qui a fissarvi come due uccelli in gabbia, quando potreste semplicemente alzarvi e infilarvi la lingua in gola».

«Sai benissimo che non possiamo farlo!» replicò, più infastidito di prima.

«Non intendevo dire qui davanti a tutti, potreste farlo in privato!»

«Io e Louis non stiamo più insieme, te lo ricordi?» disse, sventolando un palmo davanti ai suoi occhi, come a voler verificare che stesse prestando attenzione.

«Certo» sbuffò l'altra, incrociando le braccia sul petto. «E' la cosa più stupida che abbia mai sentito».

«Si può sapere perché non sei al tavolo insieme agli altri?» sbottò, indicando il punto poco distante in cui sedevano Louis, Alyssa, Liam e Zayn.

«Perché ho avuto una discussione con Zayn, e non voglio vederlo fino a che non mi chiederà scusa» disse, sollevando il mento con aria d'altezzosità.

Harry si fermò a riflettere su quelle parole, e poi domandò: «Liam come si comporta quando voi due litigate?»

«Che vuoi dire?»

«Voglio dire... lui fa come la Svizzera o...» iniziò a spiegare, ma decise all'ultimo secondo di ritirarsi con un colpo di tosse. «Niente, non importa».

«Scusate il ritardo» esordì una nuova voce, che lo indusse a virare tutto il corpo facendo un balzo.

La prima emozione che Harry manifestò fu la sorpresa. Poi si aggiunsero la rabbia, e infine il fastidio.

«Che cosa ci fai tu qui?» sputò, osservando il ragazzo che occupava il posto proprio davanti a sé, e al fianco di Niall.

Era James Andrews.

«Sono venuto a chiederti scusa» annunciò questo, sistemandosi il doppiopetto della giacca.

«Ma tu non hai nulla per cui chiedermi scusa» replicò, ancora seccato dalla sua presenza. «Non sei Cristian».

«Hai ragione, ma le possibilità che Cristian venga a scusarsi sono pari a quelle che suor Julia diventi una ballerina di lap dance» disse, istigando Niall a esplodere in una fragorosa risata. «Perciò ti consiglio di accettare le mie scuse, come... come un simbolo».

«Un simbolo» fece eco Harry, puntando lo sguardo sugli occhi grigi del ragazzo, in quel momento limpidissimi. «Va bene, sì, diciamo che accetto le tue scuse» decise senza ragionarci troppo. «Puoi andare via, adesso».

Seguì un breve - seppur poco discreto - scambio di sguardi tra il ragazzo e tutti gli altri presenti: prima Nayeli, poi Niall, e per ultima Gemma.

«A dire il vero... James ci ha raggiunto anche per un altro motivo» notificò quest'ultima.

«Se sei venuto per chiedermi di uscire, sappi che la mia risposta è no» anticipò con atteggiamento di presunzione, prima ancora che l'altro potesse parlare.

«Non era questo che volevo chiederti» replicò l'altro, con una nota di offesa nella voce. «Esiste un limite ai rifiuti che si possono accettare da parte di una persona, ed io con te l'ho già superato».

St. Mary Jane PARTE 1-2 [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora