55-PT1, Due mele.

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Domenica 22 novembre 2020, ore 23.04, Lewes, St. Mary Jane, stanza di Harry.


Harry fece un lunghissimo respiro.

Louis si trovava ancora alle sue spalle.

Si trattava solo di attimi, ma a lui sembrava fossero già trascorsi minuti interi.

Non riusciva a smettere di tremare.

Aveva una vaga idea di ciò che avrebbe visto: tastarne la superficie con le dita era stato sufficiente per ricrearne un prototipo con l'immaginazione, eppure continuava a rimandare quel momento. Ciò che ancora era fantasia nella sua mente, era già realtà ad appena un metro di distanza. Saperlo lo rendeva instabile.

Si sentiva egoista. Tra i due, non era lui a ospitare una costellazione di sfregi sul petto. Quella sensazione di afflizione strisciante si arrampicò a strangolarlo, e il solo fatto di tornare a respirare correttamente richiese un grande impegno da parte sua.

Adesso ti girerai verso di lui, fottuto stronzo egoista che non sei altro.

Non dirai nulla. Non lancerai occhiate sconvolte e non sobbalzerai.

Louis non merita di sentirsi a disagio. Non merita di sentirsi sbagliato.

Ne parlerete, un giorno.

Un giorno, ma non stasera.

Lentamente, si voltò.

Lo sguardo si posò in autonomia sul torace dell'altro, senza il suo consenso. Si costrinse a non muoversi, a non reagire, a non parlare, persino a non respirare troppo. A lungo andare, finì col non respirare per nulla.

Sì, sapeva a cosa stesse andando incontro. Guardarlo con i propri occhi, però, era tutta un'altra storia. Perché quelle impronte bianche, tonde, corrugate, si susseguivano a intervalli talmente ridotti da rendere estremamente complicato immaginare che un tempo vi fosse una sfoglia di cute splendidamente morbida e rosa, lì sotto.

Harry batté svelto le palpebre per scacciare il velo di turbamento e inquietudine che offuscava la vista. Soppresse ogni ansito e qualsiasi parola.

Se avesse potuto, avrebbe urlato.

Avrebbe voluto porgli tante, forse persino troppe domande, perché non poteva fare a meno di pensare che quelle tracce increspate fossero i segni di una violenza subita.

Quando. Come. Perché. Chi.

Perché.

Perché?

Perché?!

Chi?!

Nell'inghiottirle a forza, quelle domande impegnative e compromettenti che per Louis avrebbero rappresentato fonte di difficoltà e malessere, si sentì soffocare.

«Quel coso non entrerà mai nel mio culo, sia chiaro».

Sobbalzò, come si fosse appena svegliato da un terribile incubo.

Lo sguardo di Louis era incatenato alla sua intimità. Normalmente, la sua insolenza avrebbe causato una risata. Sarebbero seguite prese in giro, ci avrebbero scherzato sopra e poi, con l'ausilio di un semplicissimo bacio, avrebbero proseguito oltre.

Quella volta, però, Harry non disse nulla.

C'era silenzio.

Troppo silenzio.

Un silenzio muto, sordo, avvolgente, subdolo, angosciante.

Louis mostrò un cipiglio e disse, con voce traballante: «Lo hai promesso».

St. Mary Jane PARTE 1-2 [Larry Stylinson]Where stories live. Discover now