PARTE DUE: THE SPRING REDEMPTION - CAP 1, Happy birthday to you...

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PARTE DUE: THE SPRING REDEMPTION

Mercoledì 23 dicembre 2020, ore 23.59, Holmes Chapel, casa Styles, dependance.


Portò l'orologio alla vista per osservare le lancette mulinare sul quadrante.

Mancavano dieci secondi alla mezzanotte.

Nove.

Otto.

Sette.

Era impaziente. E stanco. Aveva passato l'intero pomeriggio blindato nel vecchio studio di sua madre, dove le pareti sfoggiavano ancora i dipinti che lei stessa aveva affrescato nel corso degli anni, ma anche dove, da un po' di tempo, sui mobili e sugli scaffali si ammonticchiava l'attrezzatura da lui utilizzata per lo sviluppo delle foto.

Sei secondi.

Cinque secondi.

Ogni volta che si lasciava inghiottire da quella che – ufficialmente – era diventata la sua camera oscura, dimenticava dove e con chi fosse: non esistevano che lui, il diffondersi della luce attinica, l'odore sintetico dei prodotti chimici e i suoi strumenti da lavoro.

Preparava le vasche con i bagni rivelatori, macchinava con l'ingranditore, i timer, i misurini, ed eseguiva tutti i passaggi con estrema precisione: sviluppo, arresto, fissaggio. Lavorava la carta fotografica con le pinze scandendo accuratamente ogni secondo e, infine, appendeva al filo i ritratti con le piccole mollette.

Le ore passavano incredibilmente veloci quando varcava quella soglia, come se le mura si separassero dall'intero mondo per adagiarsi su un universo parallelo, dove il tempo e le emozioni scorrevano in maniera del tutto differente.

Quattro secondi.

Le palpebre pesanti cadevano sugli occhi a intervalli regolari. A cena non aveva mangiato poi molto, poiché era stata Gretchen a imbandirla, e le sue doti culinarie lasciavano parecchio a desiderare.

Gli mancava la mensa del St. Mary Jane, l'aroma buonissimo delle pietanze e il sorriso gentile della signorina Murphy, sempre assopita sul suo sgabello dietro lo scudo della vetrina illuminata.

In un'altra occasione, avrebbe già spento la luce per infilarsi sotto le coperte e abbandonarsi a un lungo, meritato sonno.

Ma non quella sera.

Perché quella era una sera speciale.

Tre secondi.

Due secondi.

Un secondo...

Mezzanotte!

Elettrizzato, pigiò il dito sulla chat e poi sul piccolo simbolo bianco della videocamera.

Attese, mentre gli squilli si susseguivano uno all'altro.

«Mmmmmmh...» Louis avviò la chiamata con un mugugno prolungato, strofinandosi le dita di una mano sugli occhi ancora chiusi. «Scheggia?» disse, rivolgendo uno sguardo incerto al proprio schermo, con due profonde occhiaie a rimpicciolirgli gli occhi e le labbra adorabilmente imbronciate.

«Stavi dormendo?»

«Sì...» rispose l'altro, la voce arrochita dal risveglio inaspettato. «Perché? Che succede?»

«Me lo stai chiedendo sul serio?»

«Sì Scheggia, te lo sto chiedendo sul serio» sbottò sistemandosi meglio sul cuscino, e scostando dalla fronte la frangetta tutta spettinata. «Allora?»

St. Mary Jane PARTE 1-2 [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora