46-PT1, Lei pensa che io sia un fiore di loto?

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Venerdì 20 novembre 2020, ore 14.30, Lewes, St. Mary Jane, studio di suor Julia.


«Com'è andata, questa settimana?»

«Molto bene, davvero» Harry disse garbatamente, adagiando sul piattino di ceramica la tazza di tè bollente, piena solo per metà. Nell'innalzarsi, una saetta di vapore condensato inumidì le labbra, invogliandolo a strofinarle tra loro.

«Sì, ho visto» replicò suor Julia, inghiottendo un generoso sorso. «Ti piace vivere qui?»

«Oh... beh...»

«Sentiti libero di rispondermi, Harry» rassicurò. «O di non rispondermi. Niente di quello che mi dirai sarà riportato a tuo padre, né alla sua compagna».

Harry ruotò il cucchiaino nella pozza ambrata dell'Earl Grey, abbozzando un sorriso. E disse: «Se devo essere onesto... sì. Mi piace vivere qui, molto più di quanto mi piacesse vivere in casa mia».

«Cosa rendeva casa tua... inospitale?» domandò lei, cauta. « Si tratta di qualcosa in particolare o...»

«Tutto, a dire il vero» si affrettò a rispondere. «Dopo la morte di mia madre... ogni cosa è cambiata».

«Cosa, ad esempio?»

«Beh... mio padre. Lui è una persona totalmente diversa, adesso».

«Anche tu sei diventato una persona diversa, suppongo».

«Sì, certo, ma non è lo stesso!» si agitò, ricomponendosi all'istante. «E' come se qualcuno gli avesse scagliato un incantesimo... più di una volta ho fatto davvero fatica a riconoscerlo, specialmente da quando è arrivata Mal...» fece un colpo di tosse. «...la sua compagna».

«Gretchen?»

«Sì, lei».

«Non andate d'accordo?»

«Siamo due persone molto diverse».

«E lei che tipo di persona è?»

Stronza.

Manipolatrice.

Opportunista.

Doppiogiochista.

«Non è mia madre, questo è certo» si limitò a rispondere. «Mia madre ed io eravamo due persone molto affini».

«Sì, questo lo so».

«Lo sa?» domandò Harry, sorpreso. «E come fa a saperlo?»

«Me lo ha detto lei».

«Lei... Gretchen?» sgranò gli occhi.

«Certo, sì».

«Voi... parlate?»

«Io parlo con tutti i genitori, Harry».

Sì... beh. Peccato che lei non sia un mio genitore, ma comunque...

«Volevo mostrarti una cosa». La donna si levò dalla sedia, nello stesso momento in cui Harry approssimava il bordo della tazza alle labbra.

«Oh... vuole che mi alzi anch'io?»

«Era questa l'idea, sì» ridacchiò l'altra, avvicinandosi con lentezza al manico di una piccola porta incastrata tra le due librerie, visibilmente vecchiotte, ma accuratamente ordinate.

Suor Julia spalancò la porticina: l'uscita affacciava su di un cortile circondato da quattro grigie pareti di mattoni. Ad accogliere Harry, fu l'armonica calma trasmessa dallo scroscio acquifero gettato dalla bocca aperta di un putto alato, una scultura sagomata nel cemento, che fungeva da sorgente artificiale. Al fianco di questa, era situata una panchina in granito di forma arcuale, e il versante opposto, quello destro, era impreziosito da un grazioso alberello di acero rosso, lievemente inclinato.

St. Mary Jane PARTE 1-2 [Larry Stylinson]Where stories live. Discover now