34-PT1, E' un cuore!

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Giovedì 12 novembre 2020, ore 23.46, Lewes, St. Mary Jane, stanza di Harry.


Era già passata mezz'ora da quando si era steso sul letto con il laptop poggiato sulle gambe. Decine di bellissimi ragazzi intenti a sedursi con movenze davvero poco eleganti animavano una pagina di internet aperta. Dalle piccole casse si levava un coro di osceni versi sgraziati conditi d'imprecazioni.

Harry era nudo, madido di sudore. Su un lato del materasso aveva adagiato il dildo rosa di silicone, e la confezione del lubrificante non era mai stata aperta.

Attendeva con impazienza che accadesse qualcosa, ma le sue speranze si stavano rivelando vane: proprio quando ne sentiva maggiormente il bisogno, il sangue cessava di affluire e la mente smetteva di elaborare.

Si sentiva alienato, estraneo e completamente vuoto, poiché ciò che stava guardando sortiva in lui lo stesso effetto che avrebbe suscitato un video di gattini pronti ad azzuffarsi. Era tutto inutile, e a livello emotivo persino debilitante.

«Ma che cazzo mi succede?» piagnucolò, battendo le due ali del portatile per affondare il viso sui pugni ben saldi.

Si alzò in piedi per riappropriarsi degli abiti abbandonati sul pavimento e vestirne la pelle umida e arrossata. Aveva bisogno di una boccata d'aria fresca: non era sicuro che potesse risolvere il suo problema, ma era certo che potesse aiutarlo a recuperare un po' di energie.

Tirò a sé la cinghia per issare la tapparella e ruotò la maniglia per schiudere il vetro. Una folata di vento gelido lo colpì.

Chiuse gli occhi.

Gli parve di respirare per la prima volta dopo minuti interi di apnea.

«Ma dove sei stato?»

Balzò in aria e si voltò verso sinistra, portandosi una mano al petto per lo spavento.

Trovava assurdo vederlo lì: aveva pensato a Louis tanto a lungo e tanto intensamente, da aver dimenticato si trattasse di una persona realmente esistente, e non di un semplice frutto della sua fantasia.

Se ne stava a fissarlo con un'espressione accigliata, un ginocchio incastrato tra le sbarre della ringhiera, i gomiti puntellati al parapetto, una sigaretta accesa tra le dita, un'enorme t-shirt bianca che lo copriva fin sotto il bacino e...

E...

Nient'altro.

«Se-sei nudo» balbettò, incendiandosi immediatamente per l'imbarazzo. Mosse all'indietro un minuscolo passo, come se volesse fuggire da lui, o da se stesso, o dall'improvvisa erezione che stava prendendo luogo nei suoi pantaloni.

«Non sono nudo!» il ragazzo pizzicò il sottile tessuto della maglia per sollevarne l'orlo e scoprirsi quanto bastava. «Ho i boxer!»

Harry batté le ciglia con foga crescente. Dovette distogliere lo sguardo da lui: voleva guardarlo, ma allo stesso tempo non voleva.

Non poteva.

«Sono...» dopo un colpo di tosse, la voce si fece improvvisamente stridula. «Sono molto stretti...»

«Sono normali» obiettò Louis. «Per quale motivo dovrei indossare dei boxer più grandi di due taglie?»

«No, la vera domanda è: per quale motivo non indossi i pantaloni?» abbaiò Harry, girandosi di nuovo a guardarlo.

«Perché ho caldo!» si giustificò il ragazzo.

«Ci sono due gradi, Louis!» soffiò, stringendo goffamente le gambe.

St. Mary Jane PARTE 1-2 [Larry Stylinson]Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang