59-PT1, Vuoi la risposta onesta o quella edulcorata?

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Martedì 8 dicembre 2020, ore 23.34, Lewes, St. Mary Jane, stanza di Louis.


«Tutto è cominciato con la mia nascita» iniziò Louis, sollevando il busto per incrociare le gambe sotto il suo stesso peso. «Beh... naturalmente».

«Che cosa è successo alla tua nascita?»

«Io non posso ricordarlo...» sorrise amaramente. «Ma il mio cervello deve aver registrato delle informazioni, in qualche modo...» inspirò. «Ho trascorso i primi tre anni della mia vita insieme ai miei genitori biologici».

Il suo cuore mancò un battito: schiuse le labbra, ma non ne uscì nulla.

«Avevano solo diciassette anni quando mi hanno avuto... due ragazzini, come noi...» si schiarì la voce, e aggiunse: «Due ragazzini tossico-dipendenti».

Harry trattenne il respiro.

«Eroina. Era quello il loro nettare, la causa del loro male, il dolce supplizio di cui non potevano fare a meno...» calò lo sguardo, rivolgendolo alle proprie dita intricate da un groviglio di nervosismo. «Un giorno... qualcuno deve finalmente aver capito fosse il caso di chiamare degli assistenti sociali» disse, la voce spenta. «E conseguentemente... quello che per molti anni ho definito casa, era in realtà un orfanotrofio».

Non disse nulla. Non voleva interromperlo, perché temeva di metterlo a disagio, e soprattutto... non avrebbe saputo cosa dire.

Sul serio, non ne aveva idea.

«Fermami pure, se preferisci» Louis avanzò, come risposta al suo silenzio.

«Continua» si affrettò a replicare, seppur con un soffio di voce.

Louis annuì piano, quasi sconfitto, come schiacciato dal fardello delle sue stesse parole. «A quattro anni, una famiglia decise di prendermi con sé». Increspò un sorriso appena accennato, gli occhi apparivano ombrosi.

Di rimando, Harry indirizzò verso l'alto gli angoli della bocca in maniera appena visibile.

«Ma quella è stata solo la prima di molte famiglie» esalò l'altro, con lo sguardo perso nel vuoto. «Nessuno resisteva mai tanto a lungo con me... e non posso biasimarle queste persone, perché ero un disastro» ansimò, il tono di voce tanto lieve da svaporare nell'atmosfera. «A dieci anni ho cominciato a fumare sigarette. A dodici ad abusare di alcol, e ho familiarizzato con le droghe leggere...» deglutì, appiattendo le labbra. «E a tredici anni... con quelle pesanti».

Il respiro di Harry si fece delirante, insopportabile. «Che tipo di droghe, Lou?» la voce acre, instabile.

«Cocaina, principalmente» disse, graffiandosi il labbro superiore con i denti. «Ma a volte anche...»

«Eroina?» chiuse gli occhi, come se la barriera molle delle palpebre potesse proteggerlo dalla risposta che, in fondo, era sicuro di conoscere già.

«Sì».

Annuì nervosamente. Poi disse soltanto: «Ok...»

«Ho frequentato compagnie sbagliate» proseguì Louis. «Sono stato coinvolto in molte più risse di quante possa ricordarne, e ne sono stato l'artefice in più di un'occasione e... ho anche rubato, sai?» liberò un riso amaro, accompagnato dal viluppo delle sopracciglia. «Sono stato un bullo, un teppista... non colpevolizzo chiunque non abbia voluto assumersi la responsabilità di badare a me».

«Eri solo un ragazzino» mormorò Harry con un suono flebile, annacquato dalle lacrime trattenute.

Louis scosse sommessamente la testa. «A quattordici anni, comunque... sono stato affidato a questa famiglia. Lei, Margaret, non poteva avere figli. Suo marito, Paul... voleva solo renderla felice. Si amavano, Harry... e si amano ancora» narrò, stringendosi nelle spalle. «Avevano già quattro figli adottivi e, considerata la mia età, era davvero difficile che qualcuno s'interessasse ancora a me... ma loro sì» sospirò. «Loro sì...»

St. Mary Jane PARTE 1-2 [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora