20-PT2, Vaffanculo Londra.

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Sabato 13 febbraio 2021, ore 21.26, Londra, Shangri-La Hotel, quarantasettesimo piano.


«Non so cosa pensare, davvero...» Harry era rannicchiato dentro la vasca vuota: con un braccio si circondava le ginocchia premute contro il petto, con l'altra mano reggeva il telefono.

Gemma, proiettata sullo schermo, strofinò una ciocca di capelli tra le dita e dopo un sospiro articolò la sua risposta. «Te lo ripeto, Cupcake... non voglio giustificarlo, ma ha vissuto un'esperienza traumatica, e credo proprio fosse sotto shock».

«Lo so...»

«Inoltre» s'intromise Nayeli, che era stesa sul letto insieme a sua sorella all'altro capo del telefono, «Louis reagisce spesso in questo modo, quando si sente sotto stress... è una parte del suo carattere tesoro, è fatto così: prendere o lasciare».

«Dov'è adesso?» domandò Gemma subito dopo.

«Come posso saperlo, se sono chiuso qui dentro da un'ora a parlare con voi?»

«Devi andare da lui» sollecitò Nayeli. «Ha bisogno di te... sia che tu voglia aiutarlo come amico, sia come fidanzato».

«Non voglio farlo da amico» si affrettò a replicare, quasi offeso che lei potesse anche solo pensarlo. «Louis è il mio ragazzo».

«Allora va a dirglielo» insistette l'altra. «Perché se lo conosco bene come credo, in questo momento starà pensando che tu non lo sia più».

«Ok...» annuì, inspirando profondamente. «Allora vado, e... grazie per tutto quello che avete fatto oggi».

«Per favore... non fare parola con Louis della cosuccia che ha fatto Liam perché, sai...»

«Intendi dire il modo in cui l'ha rintracciato tramite vie illegali?» Harry inarcò un sopracciglio, levandosi per abbandonare la vasca. «Che peccato, l'ho già spifferato ad almeno dieci persone».

«Ora ti senti in vena di fare battute? Non eri triste, fino a un minuto fa?»

«Lo sono, però questo non significa che io non possa anche fare dell'ironia! E' una cosa che ho imparato da...»

Da Louis.

Ma non terminò quella frase a parole. Ringraziò sentitamente le due ragazze e sbloccò la serratura del bagno per cercare Louis con lo sguardo: nella stanza, però, non lo vedeva da nessuna parte.

Mosse dei passi incerti sul pavimento a piedi scalzi, e quando rintracciò le spalle ricurve del ragazzo oltre il vetro della finestra, seduto sul pavimento del balconcino, si portò una mano al cuore e chiuse gli occhi.

Recuperò dal proprio bagaglio una soffice coperta di lana intrecciata a mano, e si affacciò all'anta della portafinestra.

Migliaia di lucine dorate delimitavano l'infinita distesa della bella Londra. Il suo skyline si stagliava contro il cielo scuro, sfumandosi e perdendosi tra le tenebre che le stelle dipingevano di luce, e dove la luna, meravigliosamente piena, se ne stava in solitudine a vegliare.

«Fa freddo, qui fuori» Harry disse. Louis scattò a guardarlo, evidentemente sorpreso di vederlo lì. «Hai bisogno di niente? Un tè? Qualcosa da mangiare? Posso richiedere il servizio in camera, sei a digiuno da ore...» mormorò, accovacciandosi sui talloni per spiegare la coperta sulle sue spalle.

«Anche tu sei a digiuno da ore» replicò l'altro tirando su col naso, mentre si asciugava il viso con un dorso.

Da quanto tempo stai piangendo, amore mio?

«Non mi serve niente Harry... grazie...» aggiunse con una voce minuscola.

Solo allora Harry notò la cartellina azzurra adagiata sulle sue gambe incrociate.

St. Mary Jane PARTE 1-2 [Larry Stylinson]Where stories live. Discover now