3-PT2, Sorpresa.

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Giovedì 31 dicembre 2020, ore 11.04, Holmes Chapel, casa Styles, dependance.


«In piedi, Cupcake!» Gemma balzò sul letto con entrambe le ginocchia e un tono di voce eccessivamente entusiasta.

«Vattene via» brontolò, proteggendo il viso con un lembo del cuscino. «Sto dormendo!»

«Stavi» precisò lei. «Adesso sei sveglio».

Harry afferrò l'orlo della coperta per immergervi la testa e ruotò il corpo sul lato opposto del materasso. «Lasciami in pace» biascicò, con un filo di voce arrochito dal sonno. «Mi sono coricato alle cinque del mattino!»

«E che cosa hai fatto fino alle cinque?»

«Stavo leggendo» sbottò, sperando che quello mettesse fine alla conversazione.

«Wow, che ragazzaccio» lo prese in giro.

Non le rispose. Infilò un braccio tra il cuscino e il materasso e strofinò una guancia sul tessuto fresco del cotone. Poi il letto si fece improvvisamente più leggero, e ciò poteva voler dire soltanto una cosa: sua sorella se ne stava andando.

Finalmente.

«C'è una cosa che devi vedere» continuò invece, raggiungendolo all'altro capo del letto.

Per lo spavento, Harry saltò a sedere e picchiò una spalla contro la testata. «Te ne vuoi andare?» abbaiò, rintanandosi sotto le coperte.

Per qualche istante piombò il silenzio.

Subito dopo, Gemma tirò via le lenzuola con un colpo secco che provocò rumore, esponendo Harry al freddo della stanza.

«Ti odio» piagnucolò a occhi chiusi, rannicchiandosi con le ginocchia premute contro il petto e le braccia avviticchiate alle gambe.

«C'è una cosa che devi vedere!» insistette quella, imperterrita.

«Sono sicuro che la neve sia bellissima» borbottò, «ma la vedrò più tardi».

«Devi venire adesso» s'impuntò l'altra, stringendo due pugni ai suoi polsi per trascinarlo verso di sé. «Se non lo farai di tua spontanea volontà, ti ci porterò in braccio».

«Non ce la faresti».

«Vuoi mettermi alla prova?»

Harry appiattì le labbra formando una linea dura. Espirò, strusciando di continuo i piedi sul lenzuolo come dichiarazione di disappunto e nervosismo. Poi grugnì: «Ti odio» e si alzò svogliatamente, battendo a piedi nudi dei passi pesantissimi sulle mattonelle.

«Faresti meglio a metterti le scarpe» lo avvertì l'altra.

La ignorò.

Aprì la porta della stanza e attraversò l'ampio openspace della dependance a grandi falcate, verso la finestra che costeggiava l'ingresso, dove due fitte tende arricciate sull'estremità ammantavano la visuale.

Gemma si affannò per fiondarsi a sbarrargli la strada, piazzandoglisi davanti.

«Che cosa stai facendo?» domandò, irritato.

«Uh... niente». La ragazza esibì un sorrisetto ambiguo, e retrocedette per farsi da parte.

Harry aggrovigliò una smorfia di confusione, scosse la testa e proseguì il suo percorso.

Stava tremando: il pavimento era gelido, ghiacciato, e dalla fenditura inferiore della porta trapelavano spifferi invadenti che insabbiavano la pelle di brividi.

St. Mary Jane PARTE 1-2 [Larry Stylinson]Where stories live. Discover now