38-PT1, Disse il ragazzo mentre accarezzava il grosso uccello.

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Sabato 14 novembre 2020, ore 17.41, Lewes, St. Mary Jane, nel mezzo della radura.


Non ricordava quanto tempo fosse passato, da quando si era rimesso in cammino: muoveva passi lenti, trascinati, fiacchi. Non perché fosse stanco o svogliato, bensì perché, in quella radura, si sentiva al sicuro.

L'occhio era agganciato alla spessa lente dell'obiettivo, il naso puntato verso il cielo, le gambe avanzavano senza curarsi di sapere dove stessero andando.

Sentiva di conoscerlo quel posto: la radura era sua amica sebbene lui, per quella radura, fosse nient'altro che un ospite.

Mai avrebbe sognato di contaminare il miracolo della natura mediante la sua presenza costituita di carne e di azioni impulsive.

Lui lo calpestava quel terreno, la respirava quell'aria, e di quel cielo colorato come la tela del più bel dipinto mai creato, si riempiva gli occhi. Eppure, quello stralcio di mondo, non gli apparteneva.

Harry però apparteneva a quello stralcio di mondo.

E lo voleva, e lo amava, e gli parlava dolcemente come si parla a una bambina molto piccola, anche se quella bambina molto piccola non sapeva rispondergli con le parole.

Lui al silenzio di quella radura parlava di continuo, e cantava. E sorrideva, e ogni tanto volteggiava, inneggiando a una libertà che da una vita gli sfuggiva.

E nel mezzo di uno di quei volteggi, durante una di quelle canzoni, e proprio nel corso di una di quelle dolci parole, si ritrovò ad arrestare il passo bruscamente, mantenendosi inaspettatamente in piedi: un massiccio tronco d'albero – più grosso delle sue gambe – gli aveva intralciato il cammino.

Mentre si raddrizzava e aggirava l'ostacolo, ancorò i pugni alla macchina fotografica, allontanandola dal volto per la prima volta. Lanciò uno sguardo davanti a sé, e l'improvviso stupore gli paralizzò il corpo.

«Pauline, ferma!» urlò una voce – che certamente non era la propria – come risposta al frenetico battere d'ali di un volatile che, inquieto, sembrava avere l'intenzione di avventarglisi contro.

Invece, esibì tutta la sua disciplina obbedendo immediatamente all'ordine. La poiana incassò la testa fra le spalle e rilassò le brune ali arrotondate, gonfiando il chiaro piumaggio del petto. Scosse le sottili barre scure della coda, puntando un occhietto giallo in quelli di Harry.

Attorcigliò le zampe all'avambraccio sul quale poggiava e si appollaiò quattamente, intanto che il ragazzo se ne stava incantato a fissarlo con uno sguardo sbalordito.

L'ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere lì in quel momento.

Louis.

«Pensavo fossi andato via!» urlò Harry da diversi metri di distanza, timoroso di avvicinarsi troppo all'animale.

«Credevo lo stesso di te!» gridò per risposta l'altro.

«No...» Harry abbandonò il corpo macchina per lasciarselo ciondolare addosso, e infilò entrambe le mani nelle tasche del giaccone. «Non ti ho visto a pranzo».

«Mi sono svegliato un'ora fa! Ma che fai lì impalato? Vieni qui, Scheggia!»

«E' che hai...» si schiarì la voce, agitato. «Accidenti Louis, hai un uccello enorme!»

L'altro spalancò un sorriso insolente. «Oh, beh... grazie per averlo notato!» si gongolò, rivolgendogli una maliziosa strizzatina d'occhio.

«Ma... io non...» la voce si fece improvvisamente stridula e gracile. «Non intendevo dire in quel senso

St. Mary Jane PARTE 1-2 [Larry Stylinson]Où les histoires vivent. Découvrez maintenant